Il caso di emanuela orlandi continua a suscitare discussioni anche dopo decenni dalla scomparsa della giovane romana. Una lettera scritta dal giornalista pino nicotri all’onorevole gianni cuperlo mette in dubbio alcune interpretazioni recenti e rilancia una critica severa verso chi, nel tempo, ha trasformato questa tragedia in un vero e proprio spettacolo mediatico. Nicotri evidenzia errori di informazioni, accuse infondate e valutazioni sbagliate riguardo le indagini e le riflessioni legate a questa vicenda.
La lettera di pino nicotri e la correzione a gianni cuperlo
Il 15 aprile scorso il generale dei carabinieri mario obinu è stato audito dalla commissione parlamentare in cui fa parte gianni cuperlo. Nicotri ha letto la trascrizione di quell’audizione solo di recente e ha voluto replicare ad alcuni passaggi, partendo da una correzione riguardo all’editore del suo libro “emanuela orlandi – il rapimento che non c’è”. Cuperlo aveva indicato bollati-boringhieri come editore, ma in realtà il libro è pubblicato da baldini + castoldi.
Nel suo scritto, nicotri sottolinea anche come cuperlo abbia mostrato stupore per la citazione proprio del suo libro da parte del generale obinu durante l’audizione, piuttosto che di altri volumi sul tema. Il giornalista ricorda che anche lui è stato ascoltato dalla commissione, e richiamare il suo nome, senza il dovuto titolo, denota mancata considerazione. Nicotri si rivolge quindi all’onorevole con la stessa cortesia che spetterebbe a un parlamentare, sottolineando che lui è un giornalista mentre cuperlo è deputato, e che si dovrebbe usare il rispetto dovuto.
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Critiche alle rappresentazioni mediatiche del caso orlandi
Gran parte della lettera evidenzia come nicotri, pur apprezzando il collega ora scomparso andrea purgatori, ritenga che quest’ultimo abbia avuto una parte significativa nella deriva spettacolare che il caso orlandi ha preso. Nicotri parla di una “trasformazione in show” che offusca la tragica realtà della sparizione di emanuela.
Nicotri ricorda le parole di severino santiapichi, ex presidente della corte d’assise nel processo sull’assassinio di aldo moro, che definì il caso come “rapimento mediatico”, frutto più delle speculazioni dei mass media che di prove concrete. Viene così messa in luce l’esposizione spesso sensazionalistica, basata su teorie infondate e credenze più che su elementi giudiziari accertati.
Esempi di informazioni inesatte diffuse da andrea purgatori
Il giornalista porta a sostegno delle sue critiche diversi episodi in cui le informazioni diffuse da purgatori si sono rivelate errate o mai confermate. Nel primo caso, nel racconto di purgatori renato de pedis, storico esponente della banda della magliana, viene presentato come “l’uomo più potente della criminalità a roma”, un’accusa mai supportata da sentenze e anzi con diverse assoluzioni. Purgatori aveva anche sostenuto che de pedis si fosse recato a recuperare gli effetti personali di emanuela, ma non ci sono prove a supporto.
Un secondo episodio riguarda un articolo del 1994 dove purgatori parlava di un dispositivo sofisticato che avrebbe permesso ai rapitori di emanuela di mascherare le telefonate, simulando numeri diversi. Quel congegno non è mai stato riscontrato negli atti giudiziari e non si è mai verificato.
Infine, in una puntata di “di martedì di più” su la7, purgatori annunciava che pippo calà, ergastolano e cassiere di cosa nostra, avrebbe deciso di parlare per la prima volta dopo 35 anni. La notizia si rivelò falsa perché calà non fornì alcuna informazione sul caso emanuela. La tomba di de pedis, menzionata da purgatori come scoperta recente, era già stata indagata a metà anni ’90, con archiviazione per mancanza di prove di reato.
La genesi della commissione parlamentare e la miniserie vatican girl
Nicotri solleva dubbi importanti sull’origine e il motivo della commissione parlamentare che si occupa di emanuela orlandi. Racconta che la spinta principale non è stata costituita da nuove prove, ma dalla suggestione suscitata dalla miniserie tv “vatican girl”. La serie, andata in onda poco prima della nascita della commissione, ha acceso l’interesse pubblico ricollegandolo a teorie mai confermate a fondo.
Il giornalista cita queste situazioni con riferimenti alle dichiarazioni di carlo calenda, che ad inizio novembre 2022, aveva preteso una presa di posizione dello stato italiano contro il vaticano, accusandolo di occultare la verità. Parole forti basate però su fatti non verificati.
Nicotri fa notare che si tratta di una montagna di parole, opinioni e supposizioni, accumulate da decine di persone diverse nell’arco di 42 anni, senza mai produrre risultati concreti.
Responsabilità di purgatori e calenda nell’inasprire il dibattito
La lettera mette in chiaro come purgatori e calenda, pur mossi da buone intenzioni, abbiano in realtà contribuito a complicare la vicenda e a trasformare un’angosciante sparizione in un caso mediatico sillogismo senza fondamenti. Nicotri richiama proprio il noto detto che “di buone intenzioni è lastricata la strada per l’inferno”, applicandolo alla gestione dell’informazione sulle vicende legate a emanuela.
Al termine della lettera, pino nicotri si limita a fornire alcuni esempi concreti per argomentare la sua critica, evitando ulteriori polemiche o inviti personali. L’appello rimane rivolto a una gestione più sobria e attenta della vicenda, orientata alle prove reali più che ai riflettori.