Pierluigi Diaco è stato ospite al festival della tv di Dogliani, dove ha raccontato la sua esperienza professionale e personali, affrontando un tema delicato e poco discusso dai protagonisti del piccolo schermo: la gestione dell’ego e le difficoltà psicologiche legate alla notorietà. Durante l’incontro con la giornalista Chiara Maffioletti, il conduttore ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera, confessando battaglie interiori e spiegando come oggi intende portare avanti un nuovo progetto tv dedicato a un pubblico poco rappresentato.
La gestione dell’ego e il lavoro su se stessi nel mondo della televisione
Diaco ha sottolineato il peso che l’ego ha avuto nella sua vita professionale e quanto sia stato complicato imparare a controllarlo. Ha ammesso di aver affrontato un percorso personale intenso, fatto anche di terapia e psicofarmaci. Il conduttore ha volontariamente chiesto aiuto quando si è reso conto che gli schemi emotivi tradizionali del mestiere non erano sufficienti a gestire le sue difficoltà interiori.
Il ruolo di maurizio costanzo nella crescita professionale di diaco
Ha raccontato che la sua maturazione è stata favorita da una lunga carriera iniziata proprio vicino a Maurizio Costanzo, un maestro del giornalismo e della conduzione che lo ha accompagnato per trenta anni. Quel percorso gli ha mostrato un modello di vita professionale da evitare: quello di chi si concentra esclusivamente su ascolti e successo senza considerare il proprio equilibrio personale. Diaco ha ammesso di non voler diventare uno di quei personaggi troppo assorbiti dall’immagine pubblica da dimenticare la propria realtà.
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Il peso della depressione e il confronto con la malattia mentale nel mondo dello spettacolo
Negli anni iniziali della sua carriera, Diaco ha riconosciuto un errore importante: la presunzione di poter sostituire i propri dolori emotivi con il successo facile, con l’apparenza di una vita perfetta. Quel periodo è stato segnato da un episodio di depressione che ha combattuto anche con il sostegno di terapie individuali e di gruppo.
Ha descritto con semplicità il senso di isolamento provato, aggravato dalle aspettative sociali che vedono il lavoro in tv come un segno di benessere automatico. Per Diaco, la depressione non fa differenze e può colpire chiunque, indipendentemente dal contesto. Nel panorama televisivo, dove conta l’immagine e spesso l’ego prevale, ha invitato a prestare attenzione al proprio mondo interiore e al benessere psicologico.
Esperienza personale e richiesta di aiuto
“Ho chiesto aiuto quando ho capito che le regole del mestiere non bastavano a tutelarmi.” Con questa frase, Diaco ha sottolineato come la salute mentale sia spesso trascurata anche in ambienti professionali di alto profilo.
Il desiderio di un nuovo programma tv con protagoniste donne anziane
L’incontro ha riservato anche momenti leggeri, con Diaco che ha annunciato un’idea originale per i palinsesti Rai del 2025. Il conduttore ha spiegato di aver depositato presso la Siae il format di un programma chiamato “Signora Mia”, con il sottotitolo “L’età lo consente”. L’intento è portare in tv una versione di “Non è La Rai” ma con protagoniste donne dai 70 anni in su.
Il progetto vuole valorizzare la bellezza e l’energia di un’età spesso dimenticata dai media, mostrando donne anziane capaci di esprimersi e divertirsi in modo spontaneo. Diaco ha espresso con entusiasmo il desiderio di trovare un’Ambra di ottantasette anni, nome simbolico per incarnare lo spirito della trasmissione. Questo programma segna una sfida alle rappresentazioni tradizionali che danno importanza solo alla gioventù.
Un racconto che sfida cliché televisivi e apre a nuove prospettive sull’età
La proposta di Diaco riflette un cambiamento nel modo di raccontare la società attraverso la tv. Affronta lo stereotipo per cui solo i giovani sono degni di attenzione, sottolineando come l’invecchiamento rappresenti un valore che merita spazio e visibilità. La sua carriera, fatta di momenti di difficoltà e di crescita, si collega a questa nuova sfida che porta in primo piano persone spesso trascurate.
Impostazione innovativa nel panorama televisivo
La scelta di puntare su una fascia d’età sopra i settanta anni in un contesto di varietà televisiva rappresenta un tentativo concreto di allargare il pubblico e arricchire la programmazione con contenuti che parlano a generazioni diverse. In un mondo dove il tempo scorre rapido e la tv è sempre alla ricerca di novità, “Signora Mia” si propone di restituire dignità e spazio a storie rimaste troppo a lungo in ombra.