Il cinema italiano affronta un momento di difficoltà legato a incertezze normative e ritardi nel riconoscimento del tax credit, fondamentale per la produzione. A chiedere un confronto diretto con il governo e il ministero della cultura è un gruppo di oltre cento professionisti del settore, tra cui Pierfrancesco Favino. L’attore, presente a Cannes per la presentazione di Enzo di Robin Campillo, invita ad abbandonare le polemiche e a mettere in campo un progetto condiviso per il futuro del cinema.
L’appello di pierfrancesco favino e altre personalità cinematografiche ai vertici del governo
Pierfrancesco Favino è tra i firmatari di una lettera che sollecita un incontro urgente con il governo e il ministero della cultura. L’obiettivo è far ascoltare le richieste delle associazioni di categoria che rappresentano migliaia di persone coinvolte nella produzione cinematografica italiana. La lettera sottolinea l’urgenza di superare le incertezze normative che stanno bloccando il settore, soprattutto sul fronte del tax credit.
Attacchi e divisioni politiche
Il documento denuncia anche le polemiche che hanno preso di mira alcune voci critiche del settore come Elio Germano e Geppi Cucciari. Favino definisce questi attacchi «inaccettabili» e rivendica il diritto di confronto democratico sulle politiche culturali. Il richiamo è a superare divisioni politiche per concentrarsi sulle soluzioni concrete, ricordando come anche registi come Pupi Avati abbiano espresso preoccupazione davanti alla crisi.
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La situazione del tax credit e le conseguenze sul cinema italiano
Il meccanismo del tax credit rappresenta da anni un supporto economico indispensabile per la realizzazione di film e serie in Italia. Negli ultimi tempi, però, una serie di ritardi amministrativi e modifiche normative hanno fermato molte produzioni. Senza queste garanzie economiche diventa difficile programmare e avviare nuovi progetti.
Impatti sul settore e sulle maestranze
Favino mette in evidenza che, pur condividendo la necessità di rivedere il sistema, il blocco totale delle risorse sta causando gravi danni all’intero comparto. Il settore non necessita di conflitti ideologici, ma di una strategia industriale condivisa che valorizzi la centralità del cinema. L’impatto diretto del lavoro creativo si riflette su molte attività collegate, come le maestranze e i servizi tecnici, come si nota anche dal fermento al festival di Cannes.
Un invito a costruire un progetto chiaro e condiviso per il futuro del cinema
Pierfrancesco Favino sottolinea che il mestiere del cinema coinvolge migliaia di professionisti e che il suo peso economico e culturale non può essere sottovalutato. L’attore invita il governo a considerare il cinema come un «soft power» da rafforzare, anche a livello internazionale.
Favino esprime un desiderio di collaborazione e ottimismo, invitando a mettere da parte tensioni e polemiche per lavorare a un progetto solido. Il settore necessita di chiarezza e di strumenti certi per continuare a produrre storie e contenuti di qualità . L’appello si chiude con la speranza che le istituzioni diano segnali rapidi di disponibilità al confronto. La crisi del cinema italiano passa anche dalla capacità di aprire un dialogo concreto e duraturo.