Negli ultimi giorni è stato pubblicato l’avviso per il programma “Pescara Solidale 2025”, che prevede l’erogazione di voucher destinati ad attività socio-educative rivolte ai minori. L’obiettivo è fornire un sostegno concreto alle famiglie di pescara, con scadenza per presentare le domande fissata al 27 maggio 2025. Le discussioni tenutesi in Commissione Politiche Sociali evidenziano però alcune difficoltà nel funzionamento del programma, soprattutto alla luce dei risultati del 2024. Nel 2025 si cerca così un rilancio dell’iniziativa, ma con una revisione critica del modello applicato.
Le critiche di marco presutti e le proposte per un modello più efficace
Il consigliere comunale marco presutti, del partito democratico, ha messo in luce come la mancata spesa dei fondi non debba passare per un semplice dato contabile ma rappresenti un segnale di inefficienza del sistema. A suo avviso il programma non riesce a garantire un accesso pieno ai servizi e non risponde alle esigenze reali delle famiglie che dovrebbero beneficiarne, soprattutto di quelle con maggiori difficoltà.
Presutti suggerisce soluzioni già adottate con successo in altre città italiane, citando anche analisi dell’anci e altri esperti. In primo luogo, propone una vera co-progettazione con il terzo settore, le scuole e le comunità locali: questi soggetti devono essere coinvolti come partner strategici e non solo come fornitori di servizi a catalogo. Suggerisce inoltre di incrementare la gestione diretta da parte del comune per servizi chiave o per raggiungere gruppi specifici. Altro punto fondamentale riguarda interventi più mirati per le fasce più deboli della popolazione. Infine, propone un monitoraggio costante delle risorse nel corso dell’anno e la flessibilità necessaria per riassegnare fondi inutilizzati a interventi diversi o più urgenti.
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Il ruolo della fondazione pescarabruzzo e le aspettative per un impegno maggiore
Nel dibattito emerge una forte interrogazione sul ruolo svolto dalla fondazione pescarabruzzo, principale ente locale di natura privata coinvolto nel sostegno socio-educativo. Secondo il consigliere presutti, questa fondazione non sembra impegnarsi a sufficienza nel costruire reti territoriali integrate come avviene in altri contesti, come nel caso della fondazione cariplo a milano con il suo programma “qubì”.
In molte realtà italiane, le fondazioni di origine bancaria svolgono un ruolo attivo nella co-progettazione e nel coordinamento di interventi contro la povertà educativa minorile, andando oltre la semplice erogazione di fondi. A pescara invece manca una collaborazione visibile e strutturata che contribuisca a ottimizzare le risorse e a rafforzare programmi come “pescara solidale”. Il contributo della fondazione pescarabruzzo, sia in termini economici sia progettuali, potrebbe risultare decisivo per evitare sprechi e aiutare più bambini e ragazzi.
La situazione attuale rischia di negare opportunità a centinaia di minori pescaresi proprio in un momento di difficoltà per molte famiglie. La richiesta è chiara: serve un cambio di passo urgente dell’amministrazione comunale e una partecipazione più attiva di tutti gli attori del territorio. Solo così si può garantire che i fondi vengano spesi completamente e possano davvero sostenere i minori in modo concreto nelle loro esigenze formative e sociali.
I dati del programma pescara solidale 2024 e il mancato utilizzo delle risorse
L’esame dei numeri relativi al programma “Pescara Solidale 2024” mostra un problema significativo. Circa il 30% dei fondi stanziati, vale a dire 35.352 euro su 118.750 euro, non sono stati spesi. Le somme residue avrebbero dovuto servire ad ampliare le opportunità socio-educative per i minori e offrire sostegno concreto alle famiglie. Questo spreco di risorse ha sollevato preoccupazioni tra gli amministratori e gli operatori sociali.
Il modello adottato si basa principalmente sull’erogazione di voucher e su un catalogo di servizi approvati. Tuttavia, si è rivelato incapace di intercettare pienamente i bisogni delle famiglie, specialmente quelle in condizioni più fragili. La difficoltà di accesso o la scarsa attrattività dell’offerta ha portato una parte cospicua di beneficiari a non utilizzare le risorse assegnate. In risposta a ciò, nel bando 2025 sono state introdotte clausole per penalizzare chi non ha usato il voucher nel 2024, con l’intento di evitare blocchi e favorire una migliore rotazione dei fondi.