Per l’80% dei sindaci troppe norme rallentano i comuni più della scarsità di risorse umane e finanziarie

Per l’80% dei sindaci troppe norme rallentano i comuni più della scarsità di risorse umane e finanziarie

La burocrazia complessa ostacola i comuni italiani, causando ritardi negli appalti e pagamenti, perdita di talenti e scarsa trasparenza; sindaci e Sabino Cassese chiedono una riforma normativa ispirata al modello francese.
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La burocrazia complessa rappresenta il principale ostacolo per i comuni italiani, rallentando amministrazione, appalti e pagamenti, e richiedendo una riforma normativa più adatta alle realtà locali. - Gaeta.it

La complessità della burocrazia si conferma come il principale ostacolo al funzionamento dei comuni italiani, ben prima della mancanza di personale o fondi. Un recente sondaggio su 800 sindaci ha messo in luce come la mole di norme, spesso pensate per realtà più grandi, non si adatti alle esigenze dei comuni medi e piccoli. Il problema non riguarda solo la difficoltà a gestire le procedure, ma anche gli effetti negativi sulla trasparenza, i ritardi nei pagamenti e la perdita di talenti a causa della farraginosità amministrativa.

Le difficoltà dei sindaci tra regole e realtà locali

L’indagine realizzata da Noto Sondaggi, presentata durante il forum Asmel tenutosi a Napoli, offre un quadro chiaro: per l’80% dei sindaci, la complicazione delle norme è il principale freno che limita l’efficacia degli enti comunali. Questo pesa più della cronica carenza di personale o di risorse economiche. Spesso le leggi e i regolamenti sono formulati pensando ai grandi comuni, ignorando le differenze che caratterizzano i centri di dimensioni più ridotte. Per l’87% dei primi cittadini, il gap tra quella che sarebbe la normativa “ideale” e la realtà locale è evidente, con procedure non adatte a comuni più piccoli, creando un divario difficile da colmare.

Effetti sul funzionamento degli enti comunali

Questo sbilanciamento ha conseguenze dirette sull’amministrazione comunale, rendendo meno fluida l’azione quotidiana e aumentando la distanza tra cittadini e istituzioni. Dalla difficoltà a portare avanti progetti fino alla gestione degli appalti, i sindaci segnalano una burocrazia che non riflette la loro condizione specifica né le necessità concrete dei loro territori.

Come la burocrazia rallenta gli appalti e i pagamenti

L’indagine evidenzia un ulteriore aspetto critico legato alla gestione degli appalti e ai pagamenti. Per l’86% dei sindaci, le procedure imposte dagli enti finanziatori appesantiscono ancora di più attività già complesse. Questo comporta lunghi tempi da rispettare, che provocano ritardi inevitabili nella conclusione degli appalti e nelle remunerazioni a chi ha vinto le gare. La ripercussione si fa sentire anche sui servizi offerti alla comunità, che restano sospesi o rallentati per mancanza di fondi erogati in tempo.

Esigenza di un cambio nell’approccio burocratico

I sindaci chiedono un cambio netto nell’approccio burocratico, per dare ossigeno alle amministrazioni e rispondere con rapidità ai bisogni della popolazione. Non si tratta solo di un tema tecnico, ma di un elemento che tocca la qualità della governance locale e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La trasparenza stessa è minata da norme che spesso appesantiscono le procedure senza garantire risultati migliori, spingendo i migliori professionisti a cercare altre opportunità lontano dagli enti pubblici.

L’allarme di sabino cassese: troppe leggi ostacolano economia e governance

Al forum Asmel è intervenuto anche Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, che ha sottolineato i riflessi negativi dell’eccesso normativo sull’economia e sulla gestione pubblica. Cassese ha evidenziato come la quantità di leggi spesso si traduca in confusione, sovrapposizioni e interpretazioni contrastanti. Questo rende la macchina amministrativa più pesante, con effetti negativi per cittadini, imprese e amministratori a tutti i livelli.

Il modello francese come esempio

Cassese ha suggerito di guardare al modello francese, dove è previsto di abbandonare i precedenti normativi meno efficaci, rompendo l’idea del rapporto immutabile tra territorio e istituzioni. In pratica, propone di ripensare la geografia delle istituzioni in base alle trasformazioni sociali reali, aggiornando così anche la struttura amministrativa. Solo così, secondo lui, si potranno superare le difficoltà create da leggi obsolete o mal scritte, facilitando la gestione delle comunità locali e stimolando un miglior funzionamento delle amministrazioni.

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