Per il fondatore di Eurasia Group il presidente Usa non si è mai normalizzato politicamente

Per il fondatore di Eurasia Group il presidente Usa non si è mai normalizzato politicamente

Ian Bremmer di Eurasia Group analizza l’approccio non convenzionale del presidente degli Stati Uniti, evidenziando errori strategici e le conseguenze sulle relazioni internazionali e la leadership americana.
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Ian Bremmer analizza come l'approccio non convenzionale del presidente USA, caratterizzato dalla sottovalutazione degli avversari e dal confronto su più fronti, abbia destabilizzato la politica estera americana e i rapporti internazionali. - Gaeta.it

La figura del presidente degli Stati Uniti resta sotto esame, soprattutto dopo i primi mesi di mandato. Ian Bremmer, fondatore e presidente di Eurasia Group, ha offerto un punto di vista che rompe con l’idea di un progressivo ritorno alla normalità. In un’intervista recente ha spiegato perché, secondo lui, il capo della Casa Bianca non ha mai davvero smesso di adottare un approccio fuori dal comune e quali risultati ha prodotto questa strategia.

La percezione iniziale di sottovalutazione degli avversari

Ian Bremmer ricorda che durante la fase iniziale del mandato il presidente statunitense aveva una visione molto chiara e insieme errata: credeva che gli altri leader e attori politici internazionali fossero più deboli. Quella convinzione derivava, secondo il presidente di Eurasia Group, da uno scenario in cui molti singoli soggetti politici mostravano effettivamente segni di fragilità o indecisione. Questo quadro ha orientato le strategie del presidente fin dall’inizio.

Il problema nasce dall’avere considerato la debolezza degli altri come un vantaggio facile da sfruttare. L’approccio ha avuto ripercussioni nella definizione delle relazioni diplomatiche e nel modo di gestire gli attori internazionali. La convinzione che gli altri potessero risultare vulnerabili singolarmente ha spinto a un’aggressività politica che ha finito per produrre contraccolpi, perché ha considerato poco la reazione collettiva di queste forze.

L’errore strategico di ingaggiare molteplici avversari insieme

Bremmer sottolinea come l’errore più grave compiuto dal presidente sia stato quello di impegnarsi contemporaneamente contro molteplici fronti politici e diplomatici. Perché la sottovalutazione degli avversari non si è tradotta in successo è legato al fatto che tali avversari, seppur singolarmente meno forti, hanno trovato modi per cooperare o resistere attraverso alleanze o coordinazione.

Attaccare diversi attori nello stesso tempo ha indebolito la capacità americana di mantenere una leadership stabile. Questa scelta ha creato un effetto opposto a quello desiderato, rallentando gli obiettivi politici e causando tensioni ancora non risolte sul piano internazionale. Tale comportamento ha portato a scenari di confronto multipli, difficili da gestire in parallelo, compromettendo la coesione delle politiche estere americane.

Il presidente americano e la sua permanenza fuori dagli schemi tradizionali

Secondo il parere di Bremmer, nonostante i tentativi di ritornare a un profilo più istituzionale, il presidente Usa non si è integrato nelle normali dinamiche politiche consuete. L’atteggiamento è rimasto spesso fuori dal coro, orientato a metodologie poco convenzionali. Questo ha causato periodi di forte instabilità e ha modificato i rapporti di potere internazionali.

La difficoltà nel trovare un terreno di dialogo con le altre potenze deriva anche dal fatto che la presidenza ha mantenuto una linea dura e frammentata. L’assenza di una visione concertata e la scelta di affrontare molteplici crisi allo stesso tempo ha complicato i negoziati diplomatici. In tal senso, il rapporto tra Washington e gli altri governi è diventato più teso, lontano da una partecipazione regolare ai consueti meccanismi di cooperazione.

Riflessioni sugli impatti a lungo termine

Il giudizio di Bremmer invita a riflettere su quanto la politica americana continui ad avere un impatto decisivo, ma anche quanto sia cambiata rispetto al passato recente. L’approccio del presidente stato un segnale distintivo, lontano dalla normalità, che ha avuto e continua ad avere ripercussioni sul comportamento degli attori internazionali.

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