Pensione in Italia e riscatto della laurea: costi, opportunità e rischi nel 2025

Pensione in Italia e riscatto della laurea: costi, opportunità e rischi nel 2025

La pensione in Italia preoccupa l’81% dei lavoratori, ma solo il 21% si tutela; l’Inps offre il riscatto della laurea per valorizzare gli anni di studio, con costi e benefici da valutare attentamente.
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L'articolo analizza il riscatto degli anni di laurea per la pensione in Italia nel 2025, evidenziando costi, benefici e rischi, e sottolinea l'importanza di una valutazione personalizzata e di consulenze esperte. - Gaeta.it

La pensione resta uno dei temi più urgenti per milioni di lavoratori italiani, tra preoccupazioni per il futuro e scarsa conoscenza degli strumenti disponibili. Molti non sanno come muoversi o se conviene riscattare gli anni di studio universitario per ottenere benefici nel calcolo dell’assegno previdenziale. Analizziamo le opportunità offerte dall’Inps nel 2025 e gli aspetti fondamentali da considerare prima di decidere.

Il quadro della preoccupazione pensionistica in Italia

Secondo una recente ricerca compiuta da Anima Sgr, oltre quattro italiani su cinque mostrano ansia sul proprio futuro previdenziale. Su un campione di mille adulti, ben l’81% ha manifestato timori sul valore e sulla sicurezza della pensione a venire. Nonostante questo, la maggioranza non ha ancora preso provvedimenti per tutelarsi adeguatamente. Solo il 21% ha scelto un metodo di integrazione del reddito pensionistico, come fondi complementari o piani previdenziali privati. Molti restano fermi o provano solo a informarsi, senza mai passare all’azione reale.

La questione è che la pensione non si ottiene automaticamente come una data d’arrivo, ma serve pianificare il proprio percorso lavorativo e contributivo. Un esperto di MiaPensione, società di consulenza previdenziale, ha ricordato che la diagnosi precoce e la scelta di soluzioni personalizzate aiutano a prevenire periodi difficili dopo la fine dell’attività lavorativa. Le decisioni prese nei primi anni di carriera possono influire in modo significativo sulla serenità economica del futuro.

Il riscatto della laurea: cos’è e chi può richiederlo

L’Inps mette a disposizione uno strumento chiamato “riscatto della laurea”. Questo permette di convertire gli anni passati all’università in contributi effettivi utili al conteggio pensionistico. Il requisito fondamentale è aver conseguito un titolo universitario riconosciuto, come diploma di laurea, specializzazione o dottorato di ricerca.

Possono richiederlo sia chi è già entrato nel mondo del lavoro e versa contributi obbligatori, sia chi non ha ancora iniziato a lavorare. Non è possibile ottenere il riscatto qualora durante il periodo di studi si sia percepita una contribuzione registrata in un’altra gestione previdenziale. Il meccanismo serve soprattutto per chi vuole valorizzare quei anni dedicati all’istruzione, spesso esclusi dal calcolo pensionistico.

Richiedere il riscatto significa presentare una domanda formale all’Inps, valutando però i costi e benefici attentamente. Gli obblighi economici variano molto a seconda delle condizioni personali e degli anni da riscattare. La procedura può risultare complessa senza una guida esperta.

I costi e le modalità di riscatto spiegate nel dettaglio

Il valore economico del riscatto dipende dal tipo di calcolo adottato: ordinario o agevolato. Nel riscatto ordinario il costo segue due modalità, legate alla data degli anni da convertire. Se gli anni di studio risalgono al periodo precedente il 1996, il calcolo è detto “retributivo”. Qui si moltiplica il beneficio economico, ovvero la differenza tra la pensione con e senza riscatto, per un coefficiente che tiene conto dell’età e dell’anzianità contributiva di chi richiede.

Se invece gli anni da riscattare sono successivi al 1996, si usa il metodo “contributivo”. L’importo si calcola applicando un’aliquota al reddito imponibile dell’anno in cui si fa la domanda. Per i lavoratori dipendenti l’aliquota è del 33%, per commercianti scende al 24%. Questa distinzione incide notevolmente sulla spesa finale.

Il riscatto agevolato

Il riscatto agevolato offre invece una tariffa fissa, calcolata sul minimale previsto per artigiani e commercianti riferito all’anno di domanda. Per esempio, nel 2025 il minimale per commercianti è 18.555 euro. Applicando il 33%, un anno da riscattare costa 6.123,15 euro, da moltiplicare per il numero totale degli anni universitari da valorizzare.

Questi importi possono apparire elevati e vanno quindi valutati in relazione al vantaggio pensionistico che si otterrebbe. Spesso, chi analizza questa opzione, si trova davanti a cifre che impattano pesantemente sul budget familiare.

Conviene riscattare la laurea? vantaggi e limiti

Rischio e vantaggi si pesano con attenzione quando si tratta di riscatto della laurea. Secondo l’esperto di MiaPensione, conviene poco pensare al riscatto come modo per aumentare l’assegno pensionistico definitivo. Il guadagno economico si rivela quasi sempre insufficiente rispetto al costo sostenuto, e il cosiddetto “break even” arriva troppo tardi nel corso della vita pensionistica.

Diverso è il discorso per chi cerca di anticipare l’uscita dal lavoro. In questo caso, il riscatto può servire a raggiungere prima i requisiti necessari ad andare in pensione. Ma si tratta di una valutazione individuale, spesso legata a scelte personali o necessità di salute, anche perché l’onere economico resta elevato.

Il problema principale rimane la complessità di prevedere con precisione quale sarà l’impatto sul calcolo definitivo della pensione e se l’investimento fatto oggi porterà risultati soddisfacenti tra anni.

Errori comuni e precauzioni da adottare

Il principale errore nell’utilizzo del riscatto della laurea nasce da una valutazione affrettata e schematica. Alcuni pensano che riscattare automaticamente anticipi la pensione o aumenti sempre l’importo ricevuto. Non è così. Se l’anzianità contributiva è già alta, aggiungere anni di studio non serve a ridurre l’età per uscire, ad esempio se il limite minimo anagrafico è fissato per legge.

Occorre evitare di basare questa scelta su consigli generici o esperienze personali altrui. Ognuno deve valutare la propria situazione in modo distinto e dettagliato. Calcolare costi, tempi, e profitto pensionistico è fondamentale prima di impegnarsi in questa spesa.

Affidarsi a consulenti previdenziali specializzati aiuta a comprendere l’effettiva convenienza e le implicazioni. Senza un’analisi scrupolosa, rischiare di sostenere un onere eccessivo è facile, soprattutto quando si tratta di uno strumento non sempre immediato da interpretare.

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