Pena ridotta in appello per uno dei due imputati di violenza sessuale di gruppo a genova nel 2023

Pena ridotta in appello per uno dei due imputati di violenza sessuale di gruppo a genova nel 2023

Due uomini condannati per violenza sessuale di gruppo a Genova vedono ridotte le pene in appello; uno ha risarcito la barista 25enne vittima, che ora affronta gravi conseguenze mediche.
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A Genova un uomo condannato per violenza sessuale di gruppo su una barista 25enne ha ottenuto uno sconto di pena dopo aver versato un risarcimento; la vittima ha subito gravi danni permanenti. - Gaeta.it

Un caso di violenza sessuale di gruppo e lesioni gravissime ha avuto un nuovo sviluppo a Genova nel 2025. Uno dei due uomini condannati per l’aggressione a una barista 25enne ha ottenuto un significativo sconto in appello, dopo aver versato una somma di denaro alla vittima. Il processo, che segue i fatti avvenuti nel settembre del 2023, resta al centro dell’attenzione per l’evoluzione giudiziaria e per le conseguenze che la vicenda ha lasciato alla donna coinvolta.

Riduzione della pena dopo il risarcimento alla vittima

Il 47enne sudamericano, più anziano tra i due imputati, era stato condannato in primo grado a 7 anni e 4 mesi di reclusione in abbreviato. Con la sentenza di appello, la sua pena è scesa di un anno, attestandosi a 6 anni e 4 mesi. Questo sconto è arrivato dopo che l’uomo ha risarcito la 25enne con 20mila euro, gesto che ha convinto i giudici a concedergli le attenuanti generiche. Il processo ha infatti riconosciuto questo risarcimento come elemento per una riduzione della condanna.

Anche il 29enne sudamericano, imputato più giovane, ha visto ridurre la sua condanna. La pena, inizialmente fissata a 6 anni e 8 mesi, è scesa a 6 anni e 4 mesi. La decisione non è stata accompagnata da una cifra risarcitoria come nel caso del collega. Entrambi gli imputati restano in carcere, dopo che il tribunale del riesame ha revocato gli arresti domiciliari stabiliti inizialmente dal gip.

La dinamica dell’aggressione e la ricostruzione dei fatti

La notte della violenza risale a settembre 2023. La vittima, una giovane barista 25enne, aveva litigato con il fidanzato venuto apposta a Genova. Dopo il diverbio, lui era tornato a casa e lei aveva deciso di uscire per dimenticare la serata. Al locale aveva incontrato i due uomini che poco dopo le avrebbero causato un trauma difficile da superare.

Inizialmente la relazione con i due aggressori sembrava tranquilla: avevano parlato e bevuto insieme. Quella stessa notte, però, la donna ha perso i sensi. Si è risvegliata in una casa a Sampierdarena senza ricordi chiari, con la sensazione che fosse successo qualcosa di grave. A distanza di quattro giorni il dolore forte l’ha portata a recarsi in ospedale, dove i medici hanno attivato il protocollo per casi di abuso sessuale.

Le indagini dei carabinieri hanno battuto diverse piste, partendo dalle immagini delle telecamere di sicurezza e dalla testimonianza della barista. Questi elementi hanno portato alla denuncia e, successivamente, all’arresto degli imputati.

Il percorso giudiziario e la condizione attuale della vittima

Le forze dell’ordine hanno proceduto con l’arresto dei due subito dopo il decreto del tribunale del riesame. In primo momento erano stati concessi gli arresti domiciliari, poi però sono stati portati in carcere, dove restano tuttora. Il pubblico ministero aveva chiesto l’arresto fin dall’inizio del procedimento, vista la gravità delle accuse.

La giudice per l’udienza preliminare, Carla Pastorini, aveva disposto una provvisionale di 50mila euro a favore della vittima, poi ridotta a 30mila durante il processo d’appello. Questa somma è stata riconosciuta solo a uno degli imputati, quello che ha corrisposto i 20mila euro come parziale risarcimento.

I danni riportati dalla giovane barista non si fermano alle lesioni subite la notte dell’aggressione. Gli esami medici hanno evidenziato danni permanenti provocati da quell’episodio. Al momento, la 25enne è in lista d’attesa per un intervento chirurgico delicato, che potrebbe incidere sulla sua qualità di vita futura.

Questa vicenda resta un caso delicato nel panorama giudiziario di Genova, dove crisi personali e tragedie come questa hanno lasciato un segno profondo sulla comunità e sulle persone coinvolte.

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