La tensione tra la Cina e i Paesi del G7 torna a farsi sentire a pochi giorni dall’incontro dei leader in programma in Canada. Pechino ha diffuso una nota in cui invita i membri del G7 a riconoscere le diverse tendenze globali e a evitare comportamenti che mettono a rischio le relazioni internazionali. La posizione della Cina riflette un disappunto riguardo a atteggiamenti percepiti come interventisti e faziosi.
Le critiche di pechino in vista del summit del g7 in canada
Il ministero degli Esteri cinese ha anticipato le discussioni che si terranno dal 15 al 17 giugno tra i Paesi più sviluppati al mondo. Lin Jian, portavoce del ministero, ha espresso chiaramente la richiesta che il G7 riconosca “la tendenza globale”, cioè i cambiamenti nei rapporti internazionali e nella geopolitica attuale. La Cina sostiene che i membri del G7 continuano a seguire una “mentalità da Guerra Fredda”, con riferimenti a vecchi schemi di opposizione ideologica che oggi, secondo Pechino, risultano obsoleti e controproducenti.
Questa posizione arriva in un momento in cui la Cina si sente particolarmente sotto pressione, soprattutto per quanto riguarda questioni legate alla sua sovranità e al suo ruolo internazionale in rapida crescita. Lin Jian ha inoltre sollecitato il G7 a evitare “interferenze negli affari interni” degli altri Paesi, richiamando l’importanza del rispetto reciproco e della non ingerenza politica. La Cina considera queste interferenze come azioni che “minano lo sviluppo” delle nazioni coinvolte e instillano sfiducia nel dialogo multilaterale.
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L’appello cinese per un mondo più cooperativo e unitario
Sempre nelle dichiarazioni del portavoce Lin Jian emerge un invito ai Paesi del G7 ad assumere un atteggiamento più costruttivo nel contesto internazionale. Pechino auspica che questi paesi “si impegnino di più per promuovere l’unità e la cooperazione nella comunità internazionale”. L’obiettivo è un ordine globale che rispetti le differenze politiche, culturali ed economiche, senza divisioni artificiali basate su ideologie superate.
Questa richiesta si inserisce in un momento particolare per gli equilibri globali, dove i rapporti fra Occidente e Asia sono spesso tesi. La Cina sottolinea la necessità di dialogo e di collaborazione per affrontare questioni come il commercio, il clima e la sicurezza globale. Secondo Pechino, mantenere una posizione rigida o porsi con sospetto verso le potenze emergenti compromette la stabilità. Il richiamo all’unità vuole quindi richiamare i leader del G7 a una maggiore apertura verso la diversità strategica e la mediazione internazionale.
Il contesto geopolitico che accompagna le dichiarazioni di pechino
Le tensioni tra Cina e Paesi occidentali si sono intensificate negli ultimi anni soprattutto a causa di dispute commerciali, tecnologiche e territoriali. Il dialogo con il G7 arriva in un periodo in cui la competizione geopolitica si fa più evidente su diversi fronti, compresi il Mar Cinese Meridionale, Taiwan e la supremazia tecnologica. La Cina considera alcune delle azioni occidentali, come sanzioni e alleanze militari, come forme di pressione che mettono a rischio la sua crescita e influenza.
Questo contesto spiega perché Pechino voglia anticipare la manifestazione degli Stati del G7 con un richiamo all’equilibrio e al rispetto reciproco. Le parole di Lin Jian esprimono anche un tentativo di limitare il rischio di ulteriori tensioni diplomatiche proprio prima dell’incontro in Canada. Il messaggio cinese è chiaro: non tollerare interferenze che aggravano i problemi e rallentano la cooperazione internazionale.
Il summit del G7 si prospetta quindi come un momento delicato, con una Cina che vuole difendere la propria posizione di attore centrale nel gioco mondiale e un Occidente pronto a riaffermare i propri principi. In questo scenario, ogni parola e azione potrebbero avere ripercussioni significative sul futuro delle relazioni internazionali.