Il tribunale di Crotone ha emesso una sentenza in relazione al violento episodio che ha coinvolto il vice ispettore della polizia Giuseppe Sortino, aggredito il 7 ottobre 2024. Il caso si lega alla tragica morte di Francesco Chimirri, pizzaiolo di Isola Capo Rizzuto, rimasto ucciso da un colpo esploso dalla pistola di ordinanza dell’agente durante uno scontro. In questo contesto, quattro imputati hanno scelto di patteggiare la pena, chiudendo così una fase importante del procedimento penale.
Dettagli della sentenza e pena patteggiata
Il gup Assunta Palumbo ha accolto la richiesta di patteggiamento presentata dai quattro imputati coinvolti nel pestaggio del vice ispettore Sortino. La sentenza è stata pronunciata nel tardo pomeriggio del 2025 e prevede condanne diverse in termini di durata e modalità di esecuzione. Domenico Chimirri, 21 anni, ha ottenuto una pena di quattro anni da scontare al domicilio. Suo padre, omonimo ma di 68 anni, ha patteggiato due anni di reclusione con sospensione condizionale.
Pena per gli altri imputati
Gli altri due imputati, Antonio Chimirri e Mario Chimirri, sono stati condannati rispettivamente a tre anni, due mesi e venti giorni, e a un anno e quattro mesi con pena sospesa. Il giudice ha inoltre revocato gli arresti domiciliari per Domenico Chimirri senior e Mario Chimirri, disponendo la loro immediata liberazione. I quattro imputati erano difesi dagli avvocati Andrea Filici e Tiziano Saporito.
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Accertamenti e contestazioni contro gli imputati
Il processo ha riguardato episodi gravissimi che vanno dal tentato omicidio aggravato alle lesioni personali plurime, passando per resistenza e violenza a pubblico ufficiale in concorso. Gli imputati sono stati anche accusati di porto abusivo di armi o oggetti atti a offendere e di comportamenti violenti contro forze dell’ordine. L’aggressione si è svolta in due fasi distinte, una prima e una dopo la morte di Francesco Chimirri, innescata da una lite degenerata in tragedia.
Raccolta delle prove
Le accuse si fondano su prove raccolte da diverse fonti: immagini di videosorveglianza private, video amatoriali postati sui social e testimonianze dirette. Le intercettazioni telefoniche hanno completato il quadro indiziario. Questi elementi hanno permesso di ricostruire con precisione la dinamica degli eventi e l’identità degli aggressori.
Rivendicazioni di parte civile e impatto locale
Il giudice ha ammesso le richieste di costituzione di parte civile del vice ispettore Giuseppe Sortino, insieme al Comune di Crotone e al ministero dell’Interno. Tutti e quattro gli imputati sono stati condannati al pagamento delle spese processuali. La presenza delle parti civili sottolinea il rilievo pubblico dell’episodio e l’attenzione al sostegno delle vittime, sia personali che istituzionali.
Il caso ha suscitato forte impressione nella comunità di crotone e nei dintorni, soprattutto per la morte del pizzaiolo e l’aggressione a un rappresentante delle forze di polizia. Le tensioni locali sono esplose in modo evidente, soprattutto dopo la diffusione sui social di video che hanno amplificato la recrudescenza del conflitto.
Ricostruzione dei fatti e indagini successive
Le forze dell’ordine, in particolare i carabinieri, hanno condotto una indagine dettagliata per chiarire come si siano svolti i fatti. Le immagini raccolte hanno mostrato le fasi dell’aggressione in modo chiaro, documentando anche la reazione di Sortino e degli altri agenti presenti. La complessità della vicenda ha richiesto un’attenta analisi degli spostamenti e dei comportamenti degli imputati.
Contributo delle testimonianze
Le testimonianze di cittadini presenti hanno contribuito a ricostruire un quadro più ampio degli eventi. Non a caso, gran parte del materiale video era già diventato pubblico attraverso social network, permettendo di correggere o integrare le versioni raccolte. Le indagini telefoniche hanno rilevato conversazioni che confermavano la premeditazione di alcune azioni violente contro gli agenti.
Nei mesi successivi all’aggressione, gli sviluppi giudiziari hanno coinvolto più soggetti, ma il procedimento e i patteggiamenti di ottobre rappresentano una tappa decisiva nella definizione delle responsabilità legate a quel giorno fatale.