Il territorio delle Marche si prepara ad ospitare le riprese del lungometraggio “la bambina di Chernobyl“, opera prima del regista Massimo Nardin. Il film si concentra sull’intreccio tra memoria storica e vite segnate dal passato, raccontando una storia ambientata tra le strade di Ancona. Il progetto coinvolge una troupe locale e gode del sostegno di enti regionali per promuovere e valorizzare la produzione cinematografica nella regione.
Le riprese in diverse città delle marche con una troupe locale
Le riprese sono partite ufficialmente nelle Marche, tra le città di Ancona e Ascoli Piceno. La produzione ha scelto di lavorare con un gruppo tecnico interamente composto da professionisti del territorio, sottolineando la volontà di valorizzare le competenze locali. Le scene girate in questi giorni sono fondamentali per raccontare la trama che si svolge in un contesto urbano tipico marchigiano. La collaborazione tra la produzione e le istituzioni locali è evidente nella presenza di sostegni economici e logistici offerti da Regione Marche, Fondazione Marche Cultura e Marche Film Commission. Questi enti hanno incluso il film nell’ambito del programma Pr-Fesr 2021-2027, pensato per promuovere la cultura e le arti visive nella regione.
Nei prossimi giorni, la troupe attraverserà varie location per completare le riprese, raccontando storie legate al territorio con un’attenzione particolare ai dettagli ambientali e culturali.
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Trama e ambientazione di una storia che unisce passato e presente
Il film ambienta la vicenda ad Ancona durante la notte di Halloween. Il protagonista è Christian, interpretato da Vincenzo Pirrotta, un pasticciere di cinquant’anni che lotta con il diabete e la solitudine. Sta preparando una torta nuziale quando una giovane ucraina di vent’anni, Nina , si presenta alla sua porta in evidente stato confusionale.
Nina è la figlia della “bambina di Chernobyl” che Christian aveva accolto molti anni prima. Il loro incontro non è casuale e avviene proprio mentre un temporale violento provoca un blackout. Questa situazione costringe i due a scoprire e affrontare un segreto che Christian aveva nascosto per anni.
La narrazione si concentra su questo confronto, un momento carico di tensione e emozioni forti che porterà i protagonisti a un percorso comune di riconciliazione e liberazione emotiva. La notte di Halloween, con la sua atmosfera di mistero e ospiti inattesi, diventa così uno sfondo simbolico per una storia di riflessione sulla memoria e il perdono.
Temi centrali e significato culturale dell’opera
“La bambina di Chernobyl” non è solo un racconto drammatico ambientato nelle Marche, ma affronta temi universali come il senso di colpa, la memoria storica e la necessità umana di redenzione. Attraverso la trama intima dei due personaggi principali, il film propone uno sguardo su come eventi traumatici del passato, come la tragedia di Chernobyl, abbiano effetti duraturi sulle vite personali.
La produzione punta a mantenere un legame forte con il paesaggio marchigiano, rendendo la regione parte integrante della storia. Le immagini raccontano uno spazio fisico reale che dialoga con i sentimenti dei protagonisti e con i ricordi che li legano.
Questo approccio mira a suscitare riflessioni nel pubblico sia sui legami familiari sia sul peso dei segreti non detti. L’opera si colloca così nel panorama culturale regionale come testimonianza di un cinema che guarda alla storia recente e alle sue ripercussioni nella dimensione privata.