Paragon interrompe rapporti con l’Italia dopo accuse sull’uso dello spyware contro il giornalista Cancellato

Paragon interrompe rapporti con l’Italia dopo accuse sull’uso dello spyware contro il giornalista Cancellato

Paragon chiude le attività in Italia dopo accuse di uso illecito dello spyware Graphite per intercettare Francesco Cancellato, offrendo collaborazione alle autorità e sottolineando il rigore nelle licenze di sorveglianza.
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Paragon chiude le attività in Italia dopo accuse di uso illecito del suo spyware Graphite per intercettare il giornalista Francesco Cancellato, offrendo collaborazione alle autorità per chiarire la vicenda. - Gaeta.it

Paragon, l’azienda responsabile dello spyware Graphite, ha deciso di chiudere le attività in Italia in seguito alle accuse riguardo all’uso del suo software per intercettare Francesco Cancellato, direttore di Fanpage. La vicenda si inserisce in un contesto di forte attenzione sulle pratiche di sorveglianza e la tutela della privacy nel nostro paese.

Il caso dello spyware graphite e le accuse al governo italiano

Lo spyware Graphite, prodotto da Paragon, è finito sotto la lente delle indagini a causa di presunti utilizzi illeciti in Italia. Secondo le informazioni raccolte da Meta, piattaforma a cui fanno capo diverse app di comunicazione popolari, lo strumento sarebbe stato impiegato per spiare il giornalista Francesco Cancellato. La gravità dell’accusa è legata al fatto che tale azione violerebbe sia la legge italiana sia i termini contrattuali previsti dall’azienda. Paragon ha quindi offerto alle autorità italiane la possibilità di verificare in modo trasparente se e come il sistema fosse stato usato impropriamente. La risposta del governo e del Parlamento, tuttavia, non ha fatto seguito a questa proposta. Per questo motivo, la società ha deciso di interrompere i rapporti commerciali con clienti italiani, portando alla risoluzione dei contratti attivi nel paese.

Il rigore nella vendita delle tecnologie di sorveglianza

Paragon ha sottolineato più volte, nelle comunicazioni ufficiali, che le sue tecnologie sono destinati esclusivamente a forze dell’ordine e agenzie di intelligence di nazioni democratiche. Prima di concedere licenze o avviare collaborazioni, l’azienda effettua un articolato processo di controllo e verifica sulle controparti. Questo passaggio serve a garantire che l’impiego del software rientri nei limiti della legge e dei diritti civili. Nel caso italiano, la scoperta dell’eventuale uso illecito ha spinto Paragon a interrompere immediatamente la connessione dei propri sistemi con i clienti locali. La scelta appare come una presa di posizione sui rischi legati a un uso improprio delle tecnologie di sorveglianza e riflette una linea di condotta ferma nella tutela delle regole stabilite dall’azienda.

La disponibilità di paragon a collaborare con le autorità italiane

Le indagini e le audizioni sul caso sono state seguite dal Coapsir, la commissione parlamentare che si occupa di controllare le attività dei servizi segreti in Italia. Durante queste audizioni, rappresentanti di Paragon hanno ribadito la loro disponibilità a supportare ogni tipo di approfondimento richiesto dalle autorità. La società ha espresso apertura a collaborare a qualsiasi procedimento ufficiale che possa chiarire la vicenda e stabilire eventuali responsabilità. Questa posizione si presenta come un atto di trasparenza e volontà di chiarire i fatti, qualora le istituzioni italiane decidano di attivare un’indagine più ampia. La situazione continuerà a essere monitorata da vicino, mentre il dibattito su limiti e controlli degli strumenti di sorveglianza resta al centro dell’interesse pubblico e politico in Italia.

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