L’arrivo di papa Prevost al Campidoglio ha riportato in vita una tradizione che mancava da quasi mezzo secolo. Il saluto simbolico del pontefice al sindaco di roma, questa volta Roberto Gualtieri, ha riacceso una ritualità legata al forte legame tra la città e il Vaticano. Un gesto carico di storia e di significati che racconta l’incontro tra potere spirituale e civile nella capitale italiana.
La ripresa del gesto simbolico al campidoglio: il saluto del papa al sindaco
Mercoledì pomeriggio l’annuncio ufficiale ha subito fatto scattare la domanda: “cosa indossare per l’occasione al Campidoglio?” Questo primo dato, apparentemente semplice, mostra quanto il ritorno del saluto papale sia percepito come evento importante nella vita cittadina. L’incontro tra papa Prevost e sindaco Gualtieri, durata circa 15 minuti, non è una visita ufficiale, ma un gesto simbolico. Espressione di rispetto e deferenza della città verso il suo vescovo e sommo pontefice, rappresenta un momento carico di storia e tradizione.
La tradizione ripescata dal pontificato di Leone XIV ha richiamato l’attenzione su una cerimonia che aveva perso visibilità negli ultimi decenni. Il tappeto rosso disteso ai piedi della Cordonata di Michelangelo simboleggia quel ponte tra la Roma papale e la Roma civile. La scena ricorda le occasioni passate, in particolare quella del 23 settembre 1978 quando l’allora sindaco Giulio Carlo Argan ricevette Giovanni Paolo I con le stesse formalità e lo stesso tappeto. Quel giorno, il pontificato brevissimo di Luciani non permise a papa Giovanni Paolo I di visitare il Campidoglio, ma gettò le basi per questa consuetudine.
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Una tradizione antica e quasi dimenticata prima del ritorno nel 2025
Il rituale del “pit-stop” papale in Campidoglio, cioè la sosta per rendere omaggio al sindaco di roma, ha radici antiche. Nel corso degli anni si è un po’ perso, dal momento che alcuni pontefici non l’hanno praticato regolarmente. Paolo VI, nel 1966, tenne un discorso davanti all’allora sindaco Amerigo Petrucci. Giovanni Paolo II fu invece il più presente, frequentando otto sindaci diversi. Benedetto XVI e papa Francesco hanno mantenuto questa tradizione in forma variabile, ognuno con il proprio stile.
Negli anni recenti, papa Ratzinger, nel 2016, fece una tappa simile in occasione della sua prima visita al Quirinale, passando per piazza Venezia dove incontrò il sindaco Walter Veltroni. In effetti, il saluto tra il capo della Chiesa cattolica e le autorità civili di roma ha sempre avuto un’impronta simbolica. Quella di quest’anno, tuttavia, è speciale perché segna la ripresa ufficiale di una tradizione assente da 47 anni, quando Giovanni Paolo I, appena eletto, fu l’ultimo papa a ricevere il saluto in Campidoglio.
Simboli leonini e riferimenti storici incorniciano l’incontro
L’incontro di papa Prevost con il sindaco si svolge in un contesto ricco di riferimenti storici e simboli ecclesiastici e civili legati a roma. Nelle vicinanze del Campidoglio, nella chiesa di Santa Maria in Ara Coeli, si trovano opere importanti dedicate a papa Leone X e Leone XIII. Quest’ultimo è ricordato per la venerazione del “Pupo de Roma”, il Santo Bambino, custodito in una piccola cappella della chiesa.
Tra i dettagli più curiosi c’è la presenza dei due grandi leoni in basalto ai piedi della scalinata capitolina. Queste statue provengono dall’Iseo Campense di Campo Marzio, voluto dall’imperatore Domiziano ed erano state donate al popolo romano da papa Pio IV Medici nel 1562. La memoria popolare narra che, dopo il saluto papale, si festeggiava e che dalle bocche marmoree di questi leoni usciva vino, trasformando di fatto le statue in fontane molto particolari.
Il significato della cerimonia tra storia e attualità
Il gesto di papa Prevost rappresenta un ritorno a quei riti che uniscono la città di roma e la Chiesa con un atto di rispetto reciproco. L’incontro con il sindaco Gualtieri si inserisce anche nel contesto del Giubileo, in cui la capitale si prepara ad accogliere milioni di pellegrini e visitatori. La ripresa di questa tradizione indica come a roma la storia continui a essere un elemento vivo, ripreso e reinterpretato in ogni momento storico.
Il saluto del pontefice davanti alla Cordonata, sul tappeto rosso, non è solo un momento simbolico ma un’occasione per rinnovare i legami tra due poteri che storicamente s’incrociano nella città eterna. Questa cerimonia dimostra il valore che hanno ancora oggi quei gesti, apparentemente semplici, ma capaci di richiamare una continuità antica e un’identità condivisa. Sullo sfondo, la figura del sindaco che fa da tramite tra la civiltà urbana e l’eredità spirituale di roma.