Nel cuore di roma, poco prima dell’udienza generale, papa leone XIV ha incontrato i seminaristi in pellegrinaggio giubilare provenienti dalla diocesi del triveneto. Il pontefice ha rivolto parole rivolte a rafforzare il loro cammino verso il sacerdozio, sottolineando l’importanza di mantenere lo sguardo fisso su gesù, di attingere forza dai sacramenti e dalla parola di dio. Ha ribadito il ruolo essenziale dei formatori come guide accompagnatrici nel percorso di fede e ha toccato il tema delicato del celibato, definito un dono da custodire ed educare con attenzione.
Il cuore inquieto di sant’agostino come guida spirituale per i seminaristi
papa leone XIV ha preso spunto dal celebre “cuore inquieto” di sant’agostino per descrivere il cammino interiore di chi si prepara al sacerdozio. Ha ricordato che il turbamento e i momenti di dubbio non sono segni di debolezza ma occasioni preziose di discernimento. È proprio in questi passaggi che nasce la fiducia in dio, una fede profonda che deve essere alimentata continuamente tramite la preghiera, la partecipazione ai sacramenti e la meditazione sulla parola di dio. Il pontefice ha esortato i seminaristi a non sentirsi mai soli nemmeno nei momenti difficili, riaffermando la responsabilità personale ma senza dimenticare che la formazione non è mai un percorso solitario. La vita spirituale richiede un cammino condiviso, fatto di relazioni con i compagni, i formatori e la comunità ecclesiale.
Affrontare il cammino con costanza e ispirarsi a papa luciani e alla chiesa di aquileia
Nel suo discorso papa leone XIV ha chiesto ai giovani seminaristi di guardare a papa luciani come esempio di sacerdote e pastore, riconoscendo la sua esperienza come modello per vivere con fedeltà il ministero. Ha ricordato la storia della chiesa di aquileia, ricca di martiri e missionari, come una testimonianza di dedizione e di grazia. Questo passato va custodito ma anche rinnovato, con una sequela concreta del signore che richiede impegno costante. Il pontefice ha sottolineato la necessità di allenare la disciplina, anche quando il cammino appare faticoso e pieno di ostacoli. La sua citazione alle parole di giovanni paolo I ha invitato i seminaristi a mantenere uno sforzo continuo, riconoscendo che la strada del sacerdozio non è facile, ma va affrontata con perseveranza.
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Il celibato come carisma da vivere con fiducia e responsabilità
Punto centrale dell’incontro è stato il tema del celibato, presentato come un dono spirituale da accogliere senza paura. leone XIV ha riportato un passaggio tratto dalle confessioni di sant’agostino, che incoraggia a “gettarsi in dio senza timore” confidando nella sua accoglienza e guarigione. Questo invito non si limita al celibato ma si estende a tutto il percorso vocazionale e formativo. Riconoscere il celibato come carisma significa impegnarsi a custodirlo e a coltivarlo con attenzione. La fiducia totale nel signore impone la rinuncia alla pretesa di agire da soli, invitando i seminaristi e futuri sacerdoti a vivere nella fedeltà anche durante le prove, le desolazioni o i momenti di debolezza. Le parole del salmista diventano così un sostegno continuo: “mi abbandono alla fedeltà di dio ora e per sempre”.
La forza dei sacramenti, il ruolo dei formatori e il sostegno della chiesa
leone XIV ha insistito sulle fonti che sostengono la vita spirituale: la parola di dio e i sacramenti. Questi non offrono solo nutrimento momentaneo ma una linfa rinnovabile che sostiene il ministero e l’impegno pastorale. Il papa ha poi rivolto l’attenzione ai formatori, fondamentali per la crescita dei seminaristi. Li ha invitati a essere “buoni compagni di strada”, offrendo una testimonianza sincera e vicinanza affettuosa. Quella degli educatori non può essere una presenza superficiale ma richiede fedeltà e trasparenza. Solo così la comunità ecclesiale può accompagnare i giovani chiamati al sacerdozio. Il sostegno più solido resta quello della chiesa in persona del vescovo, garante della crescita umana e spirituale dei candidati al ministero ordinato.
L’amicizia con gesù come chiave di gioia e forza per il ministero
Il pontefice ha concluso il suo intervento richiamando di tenere sempre lo sguardo su gesù, non solo come figura spirituale ma come amico che desidera camminare accanto e sostenerci. Lo ha definito “il segreto dei santi”, un legame che dona forza, coraggio e gioia autentica. Ha ricordato papa francesco e la sua esortazione a non nascondere mai la gioia di quell’incontro, anzi a raccontarla agli altri. L’incontro con gesù, ha ribadito, salva la vita e rinnova il cuore, spingendo a portare il vangelo con slancio e sincerità in ogni contesto. Questa amicizia rappresenta la linfa che ogni sacerdote deve cercare e custodire nella propria esistenza e ministero.