Il 14 giugno 2025, l’arcidiocesi di Chicago ha organizzato una celebrazione al Guaranteed Rate Field, lo stadio dei Chicago White Sox, per onorare papa leone XIV, originario della città. Nel videomessaggio rivolto ai partecipanti, il pontefice ha offerto parole di conforto e speranza soprattutto per i giovani, affrontando temi come ansia, solitudine e il bisogno di comunità. Il messaggio si basa sulla figura della Santissima Trinità e sull’amore di dio come forza capace di guarire le ferite interiori.
Un videomessaggio nel cuore di chicago: l’appello di papa leone XIV ai giovani
La scelta dello stadio dei Chicago White Sox non è stata casuale. Leone XIV, tifoso della squadra, ha voluto coinvolgere i giovani nella sua città natale in una festa che unisce fede e cultura popolare. Nel videomessaggio, trasmesso il 14 giugno 2025, il pontefice ha rivolto parole a chi si sente spaesato in un mondo segnato da incertezze e difficoltà, specie dopo la pandemia. Ha definito i giovani come frammenti di luce, stelle che ricordano la speranza già realizzata per il futuro.
Il papa ha scelto di parlare in inglese, strettamente legandosi al contesto locale, per raggiungere direttamente i giovani di Chicago e del mondo intero. Tra gli elementi simbolici del messaggio anche il cappellino della squadra portato da Leone XIV durante l’udienza generale dell’11 giugno, a testimonianza del legame personale e della vicinanza ai fedeli. Il videomessaggio è un invito a guardarsi dentro, a scoprire l’amore di dio come sostegno nei momenti di smarrimento e a riflettere su come questa luce interiore possa irradiarsi nella vita comunitaria.
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La trinità come modello di amore e comunione nella vita quotidiana
Il papa ha scelto la solennità della Santissima Trinità, appena celebrata in quella domenica, come punto di partenza per il proprio messaggio. Ha definito la Trinità “modello dell’amore di dio per noi”. Tre persone distinte che vivono in un unico dio, uniti da un amore profondo e da una comunione che si estende anche a ciascuno di noi.
Leone XIV ha suggerito di prendere spunto da questo modello per ogni momento della vita, invitando a riflettere su come l’amore che unisce padre, figlio e spirito santo possa essere emulato nelle relazioni quotidiane. Questa comunione, ha detto, rappresenta un esempio concreto di unione e condivisione che può sostenere soprattutto i giovani nel loro cammino personale e spirituale.
Affrontare isolamento e ansia: la presenza di dio nei momenti complicati
Le ferite portate dai giovani oggi non sono state trascurate. Il pontefice ha citato ansia, solitudine, depressione e persistenti difficoltà animate dall’eredità della pandemia e dalle tensioni attuali, come problemi reali che allontanano le persone dalla fede. Ha però sottolineato che queste difficoltà non significano assenza di dio.
“dio vi sta cercando in molti modi diversi”, ha spiegato. Dai testi sacri al contributo di amici, familiari o comunità, tutti strumenti per “scoprire quanto è importante prestare attenzione a dio”. Il papa ha insistito sul valore di ascoltare questo richiamo e di lasciarsi trovare da Gesù Cristo, per trasformare l’esperienza personale, servire chi ci sta vicino e aprirsi a relazioni più profonde.
Amicizia e servizio: il valore della comunità come antidoto alla solitudine
Nel messaggio è emersa l’idea che convivere con ansia e tristezza non significa arrendersi. Leone XIV ha indicato la strada di aprirsi all’altro, impegnarsi nel servizio e ritrovare senso e forza nell’amicizia. L’amore di dio, ha ricordato, ha il potere di “guarire” e di offrire speranza proprio quando si vive un’esperienza comunitaria di fede condivisa.
Il ruolo della parrocchia, delle esperienze di gruppo e del sostegno reciproco ha ricevuto particolare attenzione. In questo ambito, ha detto, si può scoprire la grazia del signore e la capacità di affrontare la vita con una nuova energia. Condividere questa speranza aiuta a costruire non solo legami personali, ma anche un segnale positivo verso tutto il mondo.
Un invito ai giovani per essere protagonisti di speranza e pace oltre la chiesa
Leone XIV ha raccolto lo sguardo di molti giovani che cercano il loro posto e la loro voce nella società. Ha rivolto loro un appello diretto: “abbiamo bisogno di voi, vi vogliamo con noi”. Il papa ha parlato di una missione più ampia, che va oltre i confini ecclesiastici, per diffondere un messaggio autentico di speranza e promuovere la pace.
Ha ricordato come la presenza dei giovani rappresenti una promessa per molti, una testimonianza viva di speranza e unità. Questi “fari di speranza”, come li ha definiti, devono partire da un cambiamento interiore che produce un effetto positivo su tutto il mondo. Il richiamo si basa anche su un passaggio di sant’agostino, ribadendo l’importanza di iniziare da sé stessi per incidere nella realtà esterna.
Le inquietudini come spinta e non come ostacolo alla fede
Il papa non ha censurato le inquietudini e le tensioni presenti in ogni cuore, ma ha consigliato di considerarli non come un male da eliminare. Ha detto che il “fuoco” che brucia dentro ognuno non va spento o anestetizzato con distrazioni o indifferenza.
Secondo leone XIV, è necessario entrarvi in contatto, scoprire il modo in cui dio può agire attraverso queste difficoltà e trasformare la propria vita. Queste inquietudini diventano il terreno in cui la fede si rinnova e si fa incontro per aiutare altre persone. La sfida è quella di riconoscere in questi momenti la presenza divina e lasciarla operare.
Un anno giubilare per rinnovare la speranza nella comunità mondiale
Nel contesto dell’anno giubilare dedicato alla speranza, il papa ha richiamato la necessità di riunirsi, di essere esperienze vive di questa luce in un mondo che spesso corre senza tregua. Ha citato san paolo ricordando che la speranza “non delude” e ha invitato a fermarsi, anche solo per un momento, per aprirsi al dono di dio.
Le parole di leone XIV riflettono una proposta di pace e serenità da accogliere come forza per vivere. Ha sottolineato la gratuità dell’amore di dio e ha chiesto ai credenti generosità nel condividere questo dono con gli altri. Lo sguardo verso il futuro passa così attraverso un ritorno all’essenziale, all’amore, a una presenza che può toccare cuori e costruire ponti in ogni comunità.