papa francesco: corruzione in Vaticano, rapporti con benedetto xvi e sfide tra pandemia e chiesa nel 2020

papa francesco: corruzione in Vaticano, rapporti con benedetto xvi e sfide tra pandemia e chiesa nel 2020

Pope Francesco affronta corruzione, pandemia e critiche interne al Vaticano, sottolineando il dialogo con Benedetto XVI, la lotta agli sprechi e la necessità di una fede autentica in tempi difficili.
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L’intervista di Papa Francesco del 30 ottobre 2020 offre un ritratto sincero della sua visione sulla corruzione vaticana, la pandemia e le sfide interne alla Chiesa, evidenziando il suo impegno per la trasparenza, la fede autentica e la continuità con Benedetto XVI. - Gaeta.it

L’intervista concessa da Papa Francesco il 30 ottobre 2020 all’allora direttore dell’Adnkronos, Gian Marco Chiocci, rappresenta un momento significativo per comprendere come il pontefice vede i problemi interni del Vaticano, la pandemia e le critiche rivolte al suo operato. È la prima volta che Bergoglio rilasciava un’intervista a un’agenzia di stampa italiana, e i temi trattati hanno fatto il giro del mondo. Ecco un resoconto dettagliato di quel colloquio, dalle questioni morali alle relazioni con Benedetto XVI, passando per la lotta al malaffare e la gestione del Covid-19.

l’incontro in vaticano e il contesto della pandemia

Il clima nel quale si svolse l’intervista è segnato dall’emergenza sanitaria globale, che scuoteva non solo la società civile ma anche le più alte gerarchie ecclesiastiche. Papa Francesco accoglie l’intervistatore con cordialità, mettendo da subito in chiaro un’intenzione di dialogo paritetico, anche se l’intervistato è il Vicario di Cristo. La stanza è semplice, spoglia, priva di orpelli se non un crocifisso, simboleggiando un ritorno all’essenziale in tempi di crisi. Questo scenario rinforza la sensazione di una Chiesa fragile di fronte all’ignoto, condizionata dagli scandali e dalle divisioni interne che minano la fede di molti fedeli.

L’intervista rappresenta uno sguardo diretto sulla Chiesa di quel periodo, con Francesco pronto a toccare temi delicati come la corruzione, i problemi economico-finanziari vaticani e gli effetti della pandemia. Si coglie, da subito, la volontà di Papa Bergoglio di riaffermare la speranza cristiana pur riconoscendo la pressione costante delle difficoltà esterne e interne.

la corruzione come “male antico” e la battaglia contro gli sprechi

Papa Francesco definisce la corruzione all’interno della Chiesa come “un male antico”, una realtà che si ripete nei secoli e che nessun pontefice ha potuto eradicare completamente. Ricorda di aver ricevuto da Benedetto XVI un “testimone” simbolico – una scatola contenente atti e dossier su casi delicati – e di aver proseguito la sua opera di pulizia. Il Papa sottolinea la sua determinazione a rimuovere chi ha usato la Chiesa per arricchirsi, in contrasto con l’idea di una Chiesa per i poveri e per i semplici.

Bergoglio cita come esempio i “padri primi” che chiamavano il denaro “lo sterco del diavolo”. Il suo discorso richiama una Chiesa trasparente e missionaria, distante da affarismi e sistemi clientelari. Questo passaggio mostra uno scontro netto con una “curia romana” che resiste al cambiamento. Il Pontefice ammette di aver dovuto affrontare resistenze importanti, ma sottolinea come non ci siano scorciatoie: occorrono azioni concrete, passo dopo passo.

Nel raccontare questo percorso, si legge una consapevolezza profonda dei meccanismi interni alle istituzioni ecclesiastiche, che talvolta finiscono per tradire il mandato spirituale. La sua scelta è chiara: mantenere la Chiesa lontana dalla logica del profitto e dell’arricchimento personale, per alimentare invece i valori evangelici.

il rapporto personale e istituzionale con benedetto xvi

Contrariamente alla narrazione che descrive un rapporto teso e conflittuale tra Papa Francesco e Benedetto XVI, il pontefice parla di un legame affettuoso e rispettoso. Ricorda di andare spesso a trovare il Papa emerito nel monastero Mater Ecclesiae, e di scambiarsi lettere con un tono “filiale e fraterno”. Le voci su discordie, e perfino su questioni insignificanti come “le tombe da occupare”, vengono liquidate con una battuta e un sorriso.

Questa testimonianza smentisce alcune dicerie diffuse, offrendo un’immagine di collaborazione e condivisione tra i due pontefici nel portare avanti responsabilità complesse. La consegna della scatola con documenti da parte di Benedetto XVI rappresenta la continuità degli sforzi per affrontare le questioni più difficili dentro la Chiesa. Bergoglio evidenzia l’importanza di questa successione, in particolare sulla lotta alla corruzione e alla cattiva gestione.

Il richiamo a Benedetto XVI serve anche a sottolineare un punto di vista più ampio sulla storia recente della Chiesa, fatta di sfide che trascendono una singola gestone pontificia.

la rilettura critica delle difficoltà e delle resistenze interne

Nel corso dell’intervista, Francesco non nasconde alcune delle sue scoperte più amare, soprattutto sul funzionamento opaco di certi settori economici vaticani. Ricorda investimenti sbagliati e personaggi trasformati in “lupi di rendite”, figure che si discostano dal vero spirito pastorale. La sua ispirazione si rifà a Sant’Ambrogio, che aveva definito la Chiesa una “casta meretrix”, ossia una parte corrotta dentro una realtà complessivamente più limpida.

Il Papa non nega che il danno sia stato causato anche da finti amici laici e da ecclesiastici interessati a guadagni personali, oltre a ribadire il Vangelo che obbliga a scegliere tra Dio e il denaro. Anche il monito ricevuto dalla nonna, che “il diavolo entra dalle tasche”, riecheggia questa attenzione alla radice materiale del male.

La testimonianza di una povera donna incontrata durante un viaggio a Buenos Aires rappresenta un simbolo: il popolo attende una guida che sia attenta alla sofferenza concreta, e che sappia alimentare una fede autentica e non superficiale. Papa Francesco riconosce questa attesa, mettendo in guardia contro un’abitudine al culto svuotata di senso.

la solitudine del pontefice tra critiche e resistenza, la fede come guida

L’intervistato fa un punto franco sulla sua posizione attuale: la lotta contro corruzione e malaffare è un cammino in salita che lo espone a nemici interni e a tentativi di isolamento. Tuttavia, Bergoglio distingue tra una “solitudine funzionale”, dovuta alla mancanza di collaborazione, e una “solitudine sostanziale” che non prova, perché è sostenuto da molte persone disposte a rischiare per la causa.

Ammette di non sapere se riuscirà a vincere questa battaglia, ma afferma la consapevolezza di doverla compiere. Ricorda come anche i suoi predecessori non siano stati estranei a difficoltà di vario tipo. Di fronte alle critiche, risponde senza chiudersi, anzi invitando a prenderle come occasione di riflessione e miglioramento, se mosse con onestà.

Il discernimento, parola chiave del suo pontificato, serve a separare ciò che è utile e costruttivo da ciò che è pregiudizio o malafede. Si afferma l’esigenza di una comunicazione vera sui fatti che si svolgono dentro la Chiesa, evitando condizionamenti e false narrazioni.

le sfide della pandemia e l’impatto sulla vita religiosa

Il tema Covid-19 assume una dimensione personale nel discorso del pontefice. Francesco offre vicinanza a chi soffre, a chi lavora negli ospedali, e a tutte le persone colpite dalle restrizioni. Non accetta che in tempi difficili si dica che i fedeli si siano “disabituati” a pregare o a frequentare le chiese, poiché, per lui, la fede non può diventare una semplice abitudine.

Ricorda l’importanza dello Spirito Santo come chiamata autentica, che porta i fedeli ad essere “più veri” e “più autentici” dopo questa prova. La sua ottica va oltre l’immediato, guardando con speranza a una rinascita spirituale che superi la superficialità.

Questi passaggi mostrano un pontefice attento alle trasformazioni sociali indotte dalla pandemia e determinato a mantenere saldo il legame tra Chiesa e popolo, anche se cambia la forma delle pratiche religiose.

dubbi personali, ironia e l’attesa del futuro pontificato

Papa Francesco manifesta ironia riguardo alle discussioni che già circolano su un ipotetico successore o su cosa accadrà dopo il suo pontificato. Racconta aneddoti sui suoi esami medici, malcelando una certa curiosità ma anche saggezza di chi sa che il futuro non è nelle sue mani.

Aprendo anche alle critiche più dure, come quelle provenienti dal cardinale Ruini, il Papa resta lucido nell’analisi e nel modo di gestire il dialogo con chi non è d’accordo con lui. Spiega che i rimproveri possono ferire, soprattutto se detti con malignità, ma possono anche stimolarlo a confrontarsi con se stesso.

Il tono finale lascia intuire un pontefice consapevole delle difficoltà e delle opposizioni, ma pronto a proseguire il cammino intrapreso, mosso dalla fede più che dalla ricerca di consenso.


L’intervista del 30 ottobre 2020 ha offerto uno sguardo senza filtri all’interno di una Chiesa appesantita da lotte interne, scandali e una crisi sanitaria mondiale. Papa Francesco si mostra una figura decisa, capace di gesti concreti e di riflessioni profonde, immerso in un delicato equilibrio tra potere, fede e responsabilità. Le sue parole rimangono un documento fondamentale per leggere le tensioni di quegli anni e anticipare scenari futuri.

  • Elisabetta Cina

    Elisabetta è una talentuosa blogger specializzata in attualità, con un occhio critico sui temi caldi del momento. Laureata in comunicazione, ha trasformato la sua passione per il giornalismo in una carriera online, creando un blog di successo che esplora e discute le ultime tendenze in politica, società e cultura. Conosciuta per il suo approccio analitico e la capacità di sintesi, Elisabetta attira lettori che cercano una prospettiva affilata e ben informata sugli eventi mondiali. Attraverso il suo blog, offre non solo notizie, ma anche approfondimenti e riflessioni che stimolano il dialogo e la comprensione.

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