Paolo Cognetti pronto a girare un nuovo documentario nel Nepal dopo il successo di Fiore mio

Paolo Cognetti pronto a girare un nuovo documentario nel Nepal dopo il successo di Fiore mio

Paolo Cognetti torna al cinema con un documentario nel Mustang, Nepal, sostenuto dalla Film Commission Valle d’Aosta, chiudendo una trilogia dedicata a paesaggi naturali e culture isolate.
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Paolo Cognetti, dopo il successo nel cinema documentaristico con "Fiore mio", torna con un nuovo film ambientato nella remota regione del Mustang in Nepal, sostenuto dalla Film Commission Valle d’Aosta, chiudendo una trilogia dedicata a paesaggi naturali e culture isolate. - Gaeta.it

Lo scrittore milanese Paolo Cognetti, noto per il Premio Strega ricevuto nel 2017 con Le otto montagne, si prepara a tornare dietro la cinepresa per realizzare un film-documentario in Nepal. Dopo il riscontro positivo ottenuto con Fiore mio nel 2024, il progetto segna un nuovo passo nella sua esperienza nel cinema, questa volta con un’attenzione rivolta alle aree più isolate del Mustang, regione nepalese. Il documentario sarà prodotto con il supporto della Film Commission Valle d’Aosta, territorio in cui lo scrittore vive attualmente.

Dal romanzo al documentario: il percorso di paolo cognetti

Paolo Cognetti ha consolidato la propria carriera come scrittore grazie a opere che raccontano il legame profondo con la montagna e la natura, temi centrali anche nel suo lavoro cinematografico. Dopo il successo editoriale di Le otto montagne, che gli è valso il Premio Strega nel 2017, ha intrapreso la strada del documentario iniziando nel 2021 con Sogni di Grande Nord.

Un racconto visivo dei paesaggi naturali

Questo primo film ha posto le basi di un racconto visivo legato ai paesaggi naturali e agli ambienti poco accessibili, continuando il discorso tra montagne e solitudini. Nel 2024, Cognetti ha presentato Fiore mio, che ha avuto un acceso interesse da parte del pubblico, rafforzando la sua capacità di narrare storie non solo sulla carta ma anche attraverso immagini e suoni. “Ora il nuovo documentario si pone come la terza tappa di questa trilogia”, confermando l’impegno nel cinema documentaristico con caratteristiche molto personali.

Il nuovo progetto ambientato nella valle del mustang in nepal

La prossima pellicola di Cognetti sarà girata nella regione del Mustang, una zona remota e poco esplorata del Nepal, famosa per i suoi paesaggi aspri e le tradizioni ancora radicate in un contesto naturale quasi incontaminato. La decisione di ambientare il documentario in questo territorio risponde a un interesse profondo verso luoghi che raccontano storie intense di isolamento, cultura e natura.

Sul posto, insieme a Cognetti, ci sarà un gruppo di collaboratori, fra cui Stefano Torrione, fotografo valdostano esperto di montagna e paesaggi. La presenza del fotografo contribuirà a cogliere attraverso un punto di vista visivo molto attento le peculiarità del Mustang. Al momento, il titolo e i dettagli sul contenuto del film rimangono riservati, ma si sa che il lavoro rappresenterà un ulteriore capitolo nella narrazione di luoghi e persone unite da elementi naturali e culturali forti.

Il sostegno della film commission valle d’aosta e l’impatto nel territorio

Il progetto sarà realizzato con il contributo della Film Commission Valle d’Aosta, che sostiene iniziative che uniscono la regione ai temi dell’ambiente e della cultura montana. Questa collaborazione rafforza il legame di Cognetti con il territorio valdostano, dove lo scrittore ha scelto di vivere, e che spesso ispira la sua scrittura e le sue opere cinematografiche.

Il documentario nel Mustang è destinato a chiudere la trilogia iniziata nel 2021, offrendo uno sguardo approfondito su aree geografiche lontane ma simili per atmosfera alle montagne alpine più vicine. La scelta di selezionare ambienti poco noti aiuta anche a portare attenzione verso culture e contesti marginali, valorizzando l’esperienza visiva e narrativa del pubblico. La pellicola sarà uno strumento per conoscere e raccontare storie legate a spazi che spesso restano fuori dai grandi circuiti di distribuzione e dibattito culturale.

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