Lungo le coste italiane è stato recentemente avvistato e temporaneamente catturato un esemplare di squalo bianco.
Subito dopo la cattura, lo squalo è stato rilasciato in mare aperto, secondo le normative vigenti e per tutelare la specie, che è protetta a livello internazionale.
L’episodio si è verificato nelle acque dell’Adriatico settentrionale, dove la presenza di questo predatore marino è relativamente rara rispetto ad altre aree del Mediterraneo. La cattura è avvenuta durante una battuta di pesca sportiva, quando l’equipaggio ha notato la presenza dello squalo bianco agganciato accidentalmente ad una lenza.
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Immediatamente, sono scattate le procedure di sicurezza e tutela previste per questi casi. Lo squalo è stato liberato dopo poche ore, senza subire danni, e monitorato tramite un dispositivo di tracciamento satellitare che permetterà agli studiosi di seguire i suoi spostamenti nel mare Adriatico. Questo tipo di intervento è fondamentale per la conservazione della specie e per garantire un equilibrio ecosistemico nel bacino.
Perché è importante proteggere lo squalo bianco
Lo squalo bianco è una specie chiave nei mari mondiali, inclusi quelli italiani, perché svolge un ruolo cruciale nel mantenimento della salute degli ecosistemi marini. La sua presenza indica un ambiente marino sano e ben equilibrato. Questa specie è da tempo minacciata dalla pesca eccessiva, dall’inquinamento e dalla perdita di habitat.
In Italia, la normativa attuale è molto chiara: la cattura dello squalo bianco è vietata e ogni avvistamento deve essere segnalato agli enti marittimi e ambientali competenti. Il rilascio immediato, come avvenuto in questo caso, è la prassi standard per garantire la sopravvivenza dell’animale e contribuire alla ricerca scientifica.
Ultime ricerche condotte da istituti marini europei hanno evidenziato che gli squali bianchi presenti nel Mediterraneo tendono a spostarsi stagionalmente verso aree più ricche di prede, come le coste della Sardegna e della Sicilia, ma la loro presenza nell’Adriatico suggerisce un’espansione dell’areale o un cambiamento nell’ecosistema locale.

L’episodio della cattura e rilascio ha riacceso il dibattito sull’importanza di una gestione sostenibile delle risorse marine e sull’adozione di misure di tutela più efficaci. Gli squali bianchi non rappresentano un pericolo significativo per l’uomo se non provocati o disturbati, ma la loro presenza può influenzare le attività di pesca tradizionale.
Per questo motivo, le autorità locali stanno rafforzando la collaborazione tra pescatori, scienziati e organismi di controllo per favorire una convivenza più consapevole. Sono in corso programmi di formazione per i pescatori, finalizzati a riconoscere e gestire gli incontri con queste specie in modo da ridurre al minimo lo stress per gli animali e il rischio di incidenti.
Inoltre, grazie alle tecnologie di monitoraggio satellitare e ai tag elettronici, è possibile raccogliere dati preziosi sul comportamento migratorio e sulle abitudini alimentari degli squali bianchi, contribuendo così a piani di gestione più mirati e basati su evidenze scientifiche.
La salvaguardia dello squalo bianco nell’Adriatico rappresenta quindi un passo importante non solo per tutelare una specie affascinante e minacciata, ma anche per garantire la salute complessiva del nostro ambiente marino e la sostenibilità delle attività umane che da esso dipendono.