Padre guido e la mensa del povero: oltre 80 anni di impegno sociale ad ancona tra fede e assistenza

Padre guido e la mensa del povero: oltre 80 anni di impegno sociale ad ancona tra fede e assistenza

Padre Guido Costantini ha trasformato Ancona con opere caritative come l’Opera delle Missionarie della Carità e la Mensa del Povero, unendo impegno sociale, educativo e religioso durante crisi e ricostruzione.
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Padre Guido Costantini ha profondamente influenzato Ancona con il suo impegno sociale e religioso, fondando opere caritative come la Mensa del Povero e le Missionarie della Carità, e promuovendo assistenza, educazione e solidarietà soprattutto durante la guerra. - Gaeta.it

Padre Guido, al secolo Guido Costantini, ha segnato profondamente la storia sociale e religiosa di Ancona con la fondazione dell’Opera delle Missionarie della Carità e della Mensa del Povero. La sua vita, partita da Controguerra nel 1893 e conclusasi ad Ancona nel 1967, continua a essere ricordata per il suo impegno contro la povertà e per l’attenzione ai più fragili. Oggi un volume pubblicato dal Consiglio regionale delle Marche ricostruisce la sua opera, basandosi su documenti d’archivio che rivelano una figura molto più complessa di quella nota ai cittadini, mettendo in luce anche il suo ruolo nel movimento cattolico italiano del secolo scorso.

La figura poliedrica di padre guido: frate, educatore e operatore sociale

Guido Costantini, entrato nell’Ordine dei frati minori, ha avuto un percorso segnato da molte responsabilità e incarichi. Non fu solo il fondatore di opere caritative, ma assunse ruoli importanti come vicario provinciale, commissario in Terra Santa e commissario prefettizio dell’Ospedale Civile di Ancona. In parallelo, svolse attività di predicatore e giornalista, mantenendo contatti con esponenti eminenti del mondo cattolico, come padre Agostino Gemelli. La sua esperienza abbracciò sia l’aspetto spirituale che quello concreto, dedicandosi a migliorare le condizioni di vita della popolazione.

Il suo impegno non si limitò alla sola assistenza materiale, ma toccò anche la promozione culturale e la formazione sociale. La sua azione resta quindi un esempio complesso di presenza religiosa attiva nel contesto urbano e sociale di Ancona, con effetti duraturi fino ai nostri giorni.

La mensa del povero e le iniziative sociali a capodimonte

L’arrivo di padre guido alla parrocchia di Capodimonte ad Ancona nel 1936 rappresentò una svolta per il quartiere. Prese iniziative dirette per aiutare i residenti in difficoltà, inaugurando un laboratorio di riuso abiti chiamato Sant’Elisabetta. Questa struttura era rivolta a dare nuova vita ai vestiti usati, offrendo un servizio concreto e facilmente accessibile ai più bisognosi.

Sempre con uno sguardo rivolto al lavoro, fondò la prima mensa destinata ai lavoratori del porto, un settore fondamentale per l’economia della città. L’attenzione non si fermava agli adulti: padre guido predispose anche servizi di custodia per i figli dei lavoratori, aprendo un asilo e istituendo un doposcuola. La scuola elementare era completata da un apprendistato femminile in taglio e cucito, per garantire alle ragazze un futuro lavorativo migliore. Queste scelte mostrano un approccio molto pratico e concreto, calibrato sulle esigenze di una popolazione spesso in difficoltà economica.

L’impegno durante la seconda guerra mondiale: solidarietà e aiuti in tempi di crisi

Durante il conflitto mondiale, padre guido si spese in modo ancora più intenso, intervenendo per alleviare le sofferenze di profughi, sfollati, perseguitati politici e reduci. Aiutò a recuperare e distribuire mobili e masserizie, organizzò raccolte di beni usati e ne curò la consegna a chi aveva perso tutto. Il suo operato lo mise spesso a rischio, ma non si tirò indietro.

Riuscì a mantenere saldi legami con realtà politiche e militari, tra cui il generale Andersen, figura chiave nella liberazione. Questi rapporti gli permisero non solo di far arrivare aiuti ma anche di creare nuove opportunità per le persone più fragili. Come parte del suo lascito, restano le case per giovani donne in difficoltà e una scuola parificata nel quartiere di Posatora, segno di una dedizione che andava oltre l’assistenza immediata verso una visione educativa e formativa.

Il ruolo degli ordini religiosi e delle donne nel movimento cattolico ad ancona

Con padre guido il coinvolgimento degli ordini religiosi nel sociale acquista nuovo rilievo. Le Missionarie della Carità, da lui fondate, si affermano come una realtà indispensabile nella città, offrendo non solo assistenza ma anche un esempio di impegno e testimonianza. Nel contempo, si rafforza la partecipazione delle donne nelle iniziative sociali, riempiendo quel vuoto lasciato dalla fine del fascismo in materia di educazione e cura dei giovani.

Padre guido mise al centro la persona e la comunità, fondando strutture dove la fede umana si traduceva in sostegno e tutela. La sua azione si inserisce in un movimento cattolico che risponde alle grandi emergenze sociali del momento con concretezza, creando legami fra la chiesa, le istituzioni politiche e il territorio.

La memoria di padre guido a ancona oggi: il libro e l’anniversario della mensa del povero

Per ricordare questo lungo cammino, il Consiglio regionale delle Marche ha pubblicato un libro intitolato “tra gli archivi dell’opera padre guido”, che raccoglie numerosi documenti e testimonianze. Presentato ad Ancona alla presenza di storici, giornalisti e figure istituzionali, il volume racconta dettagliatamente la storia delle opere fondate da padre guido e del suo impatto sulla città.

L’evento coincide con l’ottantesimo anniversario della Mensa del Povero, simbolo dell’attenzione per chi è in difficoltà e del lavoro svolto in decenni da chi, come padre guido, ha messo in pratica il senso profondo del dono e dell’aiuto reciproco. Mon. Angelo Spina, arcivescovo di Ancona e Osimo, ha ribadito il valore di padre guido come figura che ha portato il vangelo nella vita quotidiana, un messaggio attuale per una società che cerca risposte nell’aiuto concreto ai più deboli.

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