Ottant’anni dall’onu tra guerre in corso e il declino del multilateralismo nel mondo

Ottant’anni dall’onu tra guerre in corso e il declino del multilateralismo nel mondo

La Carta delle Nazioni Unite compie ottant’anni nel 2025, ma il sistema multilaterale è in crisi tra conflitti aperti e pressioni geopolitiche, mentre papi e leader invitano a rilanciare dialogo e diplomazia.
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L'articolo riflette sull’ottantesimo anniversario della Carta delle Nazioni Unite, evidenziando le sfide attuali del sistema multilaterale, il declino dell’influenza dell’ONU e l’importanza del dialogo e della diplomazia, richiamati anche dai papi, come unica via per prevenire conflitti e promuovere la pace globale. - Gaeta.it

La Carta delle Nazioni Unite festeggia ottant’anni nel 2025, un traguardo segnato da conflitti ancora aperti e da un sistema di relazioni internazionali in crisi. Quel patto siglato a San Francisco nel 1945 con l’obiettivo di impedire nuove guerre ha mostrato limiti evidenti, tra aggressioni militari che infrangono i principi di sovranità e pacificazione. Il multilaterale, che dovrebbe essere al centro dell’organizzazione, vive una fase di difficoltà profonda. Al centro del dibattito anche le parole dei papi che invitano a tornare al dialogo e alla diplomazia come unica strada per togliere il mondo dal bordo del precipizio.

La nascita dell’onu: un miracolo fragile contro il flagello della guerra

La Carta dell’onu venne firmata il 26 giugno 1945 da cinquanta paesi reduci dalla Seconda guerra mondiale, il più devastante scontro globale della storia. Il testo si proponeva di difendere le nuove generazioni dal «flagello della guerra» e di stimolare progresso sociale e diritti. Quel contesto pesava come un macigno: oltre 50 milioni di morti, principalmente civili, avevano sconvolto nazioni intere.

Il palazzo di vetro come simbolo di fragile speranza

L’istituzione dell’onu rappresentò un impresa straordinaria, quasi un miracolo politico e diplomatico, avvenuto nella città di San Francisco, famosa anche per il legame con santo Francesco d’Assisi. Non a caso, il centro nevralgico del Palazzo di vetro simboleggia questa fragilità e delicatezza che ha contraddistinto il cammino dell’organizzazione. Nonostante tutto, ha codificato il diritto internazionale, promosso i diritti umani, perfezionato le norme di diritto umanitario, e contribuito a risolvere conflitti e a guidare operazioni di pace.

Questi risultati sono stati possibili anche grazie alla tenacia di chi ha sempre creduto nelle istituzioni multilaterali, per evitare la spirale della violenza. Sono stati anni di tentativi di conciliazione, di negoziati e di applicazione di strumenti legali che però, oggi, sembrano indeboliti sotto la pressione di dinamiche di potere globali.

Il declino della multilateralità e le parole del ministro crosetto

Il sistema multilaterale istituito dall’onu, così come l’Unione europea, perde peso e influenza di fronte a un ordine internazionale dettato dalla forza e dai rapporti di potere. Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha espresso questo dato con un realismo crudo durante un convegno all’Università di Padova. Ha sottolineato come il diritto internazionale spesso entri in contrasto con un ordine imposto dai più forti, che reckoneranno il diritto solo dove conviene.

Un sistema multilaterale paralizzato

Crosetto ha evidenziato che in questo momento la multilateralità sembra morta o quanto meno paralizzata. L’Onu fatica a contare nulla su scala mondiale, proprio come accade oggi con l’Europa. La sua influenza si è ridotta di fronte a eventi che mettono in discussione l’intero impianto normativo fondato su dialogo e negoziazione, a favore di interessi strategici di potenze e coalizioni militari.

Le parole del ministro rispecchiano quel vissuto degli ultimi tre anni, segnati dall’aggressione russa all’Ucraina, dagli attacchi di Hamas a Israele e dalle devastazioni di Gaza che lasciano una striscia di macerie e vittime civili. Anche i rapporti tra Israele, Iran e l’intervento degli Stati uniti complicano l’orizzonte internazionale. Il risultato è una sovrascrittura delle regole che l’onu cercava di garantire.

La voce profetica della Chiesa e l’appello al dialogo come unica via possibile

Nel cuore di questa crisi globale, la voce dei papi ha spesso indicato la pista della pace, invitando a respingere prepotenza e vendetta. Come ricordato dalle parole di Papa Francesco riprese dal profeta Isaia, «una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione». Questi messaggi hanno un valore particolare soprattutto alla luce delle ferite aperte dai conflitti recenti.

I pontefici hanno visitato più volte il Palazzo di vetro, riconoscendo nell’onu l’unico strumento ancora capace di fornire risposte giuridiche e politiche che corrispondano a questo tempo segnato dalle nuove tecnologie e dalle loro capacità distruttive, se finissero nelle mani sbagliate.

L’appello è rivolto a tutte le nazioni e ai loro governi per curare le ferite provocate dagli ultimi scontri, per evitare di lasciarsi guidare da logiche di forza che hanno già causato troppe vittime. La diplomazia, il negoziato e il multilateralismo restano le strade possibili per sperare di uscire dall’incubo di guerre che spingono il mondo verso il baratro. Restituire forza e credibilità a queste vie resta la sfida più urgente.

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