La figura di Oscar Arnulfo Romero, Arcivescovo di San Salvador, è emersa come simbolo di una Chiesa che si batte per i diritti umani e la giustizia sociale in un contesto di intensa oppressione e violenza. Attraverso la sua vita e il suo ministero, sia come sacerdote che come leader religioso, Romero ha incarnato la lotta del suo popolo, diventando un faro di speranza e una voce contro le ingiustizie. Questo articolo esplora il contesto storico, la sua conversione e l’eredità che ha lasciato.
Il contesto storico di El Salvador
Negli anni ’70, El Salvador era un paese caratterizzato da una grave disuguaglianza sociale ed economica, in cui il potere era concentrato in poche mani e i diritti dei contadini e dei lavoratori venivano sistematicamente violati. Circa trenta famiglie possedevano la maggior parte delle terre migliori, mentre la maggioranza della popolazione viveva in condizioni di estrema povertà , maltrattata e sfruttata da un regime autoritario. La Chiesa Cattolica, al suo interno, si trovava a dover affrontare le contraddizioni di un sistema politico corrotto e violento.
Molti sacerdoti, influenzati dalla “Teologia della Liberazione”, cominciarono a impegnarsi attivamente nel sostenere le cause sociali e politiche del loro popolo, predicando un Vangelo che non si limitava alla spiritualità ma che abbracciava anche la giustizia sociale. Tuttavia, il Vaticano e i Vescovi conservatori temevano che questa fosse una forma di sovversione. In tal senso, nome su tutti, Monsignor Emanuele Serada, Nunzio Apostolico, rappresentava la fazione che cercava di mantenere la Chiesa in una posizione di relativa neutralità , evitando di mettere in discussione il potere politico esistente.
La “conversione” di Romero
Oscar Arnulfo Romero, nominato Arcivescovo di San Salvador nel 1977, era inizialmente percepito come un conservatore. La sua accettazione da parte dell’establishment militare e politico sembrava promettere una continuità di quel modello di Chiesa conservatrice. Tuttavia, la sua esperienza personale e l’impatto delle ingiustizie che osservava sul campo lo portarono a una profonda trasformazione.
La sua vera “conversione” avvenne dopo l’assassinio del Padre Rutilio Grande, un prete gesuita e importante esponente della Teologia della Liberazione. La brutalità con cui il sacerdote e i suoi accompagnatori furono uccisi diventò un catalizzatore per Romero. Da quel momento, iniziò a opporsi pubblicamente al regime, utilizzando la sua posizione per denunciare le atrocità e per fare appello alla popolazione affinché lottasse per i propri diritti. Romero iniziò a considerare i campesinos come il suo popolo e si fece portavoce delle loro sofferenze. Questo cambiamento non fu privo di rischi; Romero sapeva che la sua vita era in pericolo a causa delle sue denunce contro il governo oppressivo.
La lotta per la giustizia sociale e la sua ereditÃ
La predicazione di Romero si trasformò in una denuncia continua delle violazioni dei diritti umani, culminando nei suoi appelli alla fine della violenza e della repressione. La sua voce si levava contro gli “Squadroni della Morte”, gruppi paramilitari responsabili di numerosi omicidi, e denunciava pubblicamente i crimini commessi dai militari. In una delle sue ultime omelie, Romero esortò le autorità , chiedendo loro di cessare la repressione: una frase che segnò il suo impegno incrollabile nella lotta contro l’ingiustizia.
Il 24 marzo 1980, il giorno del suo assassinio, Romero celebrava una Messa quando fu colpito a morte. La sua morte suscitò un’ondata di indignazione non solo in El Salvador, ma in tutto il mondo, diventando un simbolo della lotta per la giustizia in America Latina. Oggi, Romero è venerato come santo dalla Chiesa Cattolica, non solo come un martire, ma come un esempio di come la fede possa ispirare un cambiamento sociale e politico.
Oscar Arnulfo Romero rappresenta un capitolo importante nella storia della lotta per i diritti umani e la giustizia sociale. La sua volontà di schierarsi al fianco degli oppressi e di usare la sua posizione per dare voce a chi non ne aveva testimonia il potere trasformativo della fede attiva. La sua vita e operato continueranno a ispirare future generazioni impegnate nella lotta contro le ingiustizie e per i diritti fondamentali di tutte le persone.