Ordine degli ingegneri di milano: dalla tecnica alla leadership sociale nel 2025

Ordine degli ingegneri di milano: dalla tecnica alla leadership sociale nel 2025

L’Ordine degli ingegneri di Milano promuove formazione continua, dialogo istituzionale e leadership sociale per affrontare le sfide dell’intelligenza artificiale e trasformare il ruolo professionale nel 2025.
Ordine Degli Ingegneri Di Mila Ordine Degli Ingegneri Di Mila
L’Ordine degli ingegneri di Milano ha discusso a Palazzo Montedoria l’evoluzione del ruolo professionale, puntando su formazione, dialogo istituzionale e innovazione, con particolare attenzione all’impatto dell’intelligenza artificiale e alla leadership sociale. - Gaeta.it

L’Ordine degli ingegneri della provincia di Milano ha riunito i suoi iscritti a palazzo Montedoria per affrontare i cambiamenti che travolgono la professione. Il ruolo dell’ingegnere non è più limitato alla progettazione tecnica, ma si estende alla guida di società e istituzioni. In questo scenario il consiglio dell’Ordine ha messo al centro la formazione, il dialogo con le istituzioni e un nuovo modo di intendere la professione, insieme al bilancio economico che riflette queste scelte strategiche.

L’assemblea ordinaria e la trasformazione del ruolo dell’ingegnere

Lo scorso aprile 2025 a Milano si è tenuta l’assemblea ordinaria degli iscritti all’Ordine degli ingegneri, nella sede di palazzo Montedoria. La giornata ha rappresentato un momento cruciale per discutere i cambiamenti che interessano la professione. Carmelo Iannicelli, consigliere tesoriere, ha chiarito che oggi gli ingegneri devono superare il tradizionale ruolo di tecnici e progettisti. Iannicelli ha detto che è necessario diventare figure di riferimento nel dibattito pubblico, interpreti dei nuovi bisogni sociali ed economici.

L’assemblea ha voluto riaffermare la responsabilità dell’Ordine nel sostenere gli iscritti verso questa evoluzione. Questo significa promuovere competenze diverse dall’aspetto tecnico ma altrettanto necessarie, come la capacità di dialogare con enti pubblici e privati. Inoltre, il percorso formativo dovrà preparare gli ingegneri a questo salto di qualità, supportandoli con strumenti e risorse adeguate per affermarsi anche nei momenti istituzionali decisionali.

Iannicelli ha evidenziato che per accompagnare questo processo è indispensabile sfruttare pienamente le risorse a disposizione dell’Ordine, anche riorientandone l’uso rispetto al passato. Si punta così a sviluppare un nuovo modo di concepire la professione, che guardi al futuro con meno tecnicismi e più attitudine alla leadership sociale.

Il bilancio consuntivo 2024 e le scelte che contano

Uno degli elementi chiave dell’incontro è stato il bilancio consuntivo relativo all’anno 2024, che ha fatto da base per stabilire gli orientamenti del 2025. Iannicelli ha spiegato che dietro ai numeri non ci sono solo dati tecnici, ma indicazioni politiche precise. Secondo lui bisogna presentare con chiarezza ai professionisti quali sono state le azioni realizzate e quali direzioni l’Ordine è pronto a seguire partendo da questi risultati.

Nel dettaglio, il bilancio ha evidenziato investimenti in iniziative legate alla formazione continua e al rafforzamento dei rapporti istituzionali. Tali risorse finanziano attività che vogliono aiutare gli ingegneri a uscire dagli schemi tradizionali, per rispondere alle sfide contemporanee della tecnologia e dell’innovazione. Non a caso, il documento economico preventivo per il 2025 conferma questa linea tracciata, orientata soprattutto al potenziamento delle competenze digitali e all’inclusione in processi decisionali pubblici.

Questo approccio è stato giudicato necessario per non perdere terreno rispetto ai rapidi cambiamenti, in particolare per assorbire le novità che portano l’intelligenza artificiale nelle pratiche professionali. Il bilancio diventa quindi strumento di monitoraggio e programmazione per accompagnare una trasformazione di ruolo e mentalità.

La sfida dell’intelligenza artificiale e il nuovo passo degli ingegneri

Tra le trasformazioni più evidenti nell’attività dell’ingegnere c’è l’impatto delle nuove tecnologie, con l’intelligenza artificiale in primo piano. Iannicelli ha sottolineato che questa novità non lascia scampo a un approccio statico o conservatore. La professione deve cambiare ritmo, adottando nuovi metodi e linguaggi per garantirsi un posto attivo nel dibattito tecnico e politico.

La presenza crescente delle macchine intelligenti richiede agli ingegneri non solo di aggiornare le proprie competenze tecniche, ma di diventare mediatori tra tecnologia e società. Il loro ruolo va oltre la progettazione, fino alla definizione delle politiche e degli standard su cui si basa il futuro urbano, industriale e sociale. Questo comporta un lavoro continuo di confronto con altri attori istituzionali e sociali.

L’Ordine intende quindi coinvolgere le istituzioni per costruire una rete di dialogo che permetta agli iscritti di affrontare queste novità in modo sistematico. A quel punto, il bilancio economico e le attività connesse non sono più un semplice rendiconto ma un motore per il cambiamento, utile a orientare l’intera categoria verso una nuova identità professionale.

Formazione, dialogo e collegialità come pilastri del futuro professionale

Durante l’assemblea si è tornati più volte sull’importanza della formazione continua come strumento per garantire aggiornamenti costanti. Le competenze da acquisire oggi si devono estendere a capire le implicazioni sociali e culturali della tecnologia, non solo gli aspetti pratici. L’Ordine vuole offrire strumenti perché gli ingegneri possano assumere un ruolo più consapevole nelle decisioni pubbliche di vario livello.

Anche la collaborazione tra colleghi diventa fondamentale, nel mettere in comune esperienze e soluzioni a problemi complessi. La collegialità consente inoltre di presentare una voce unita con maggiore peso nei rapporti con istituzioni e altri enti. Solo rafforzando questi legami si può sperare in una crescita reale e concreta per l’intera categoria.

Il dialogo invece va inteso come apertura al confronto con realtà diverse: università, enti pubblici, private e associazioni, aspettandosi scambi che aiutano a modificare la percezione attuale della figura dell’ingegnere. L’Ordine guidato da questi principi punta a fare da raccordo effettivo e lavoro di sintesi fra esigenze diverse, per progetti e politiche più efficaci.

Questo scenario segna quindi una svolta per la professione milanese, scaldata dalla volontà di interpretare il nuovo clima tecnologico senza perdere autorevolezza né interesse sociale. L’assemblea chiama gli iscritti a un cambiamento concreto, che deve tradursi in azioni precise sostenute da risorse e impegno.

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