Un’inchiesta dei Nas dei Carabinieri ha portato all’arresto di quattro medici e un imprenditore per prescrizioni mediche contraffatte. L’operazione, denominata “Invalidus 2”, ha smascherato un sistema complesso di frode ai danni dell’INPS, volto a garantire ai pazienti falsi riconoscimenti di invalidità per un compenso monetario. Le misure preventive sono state disposte dal Gip a seguito di un’indagine meticolosa coordinata dalla Procura di Velletri.
La scoperta della frode medica
L’operazione “Invalidus 2” ha rivelato un’operazione di falsificazione dei certificati medici per la richiesta di indennità di invalidità. I medici coinvolti, tutti operativi in ospedali pubblici di Roma e dei suoi dintorni, erano accusati di aver firmato documenti falsi in cambio di compensi che variavano tra 150 e 200 euro per ogni paziente. Persone senza alcuna patologia venivano abilitate a ricevere indennità dall’INPS, creando così una rete di frodi da centinaia di migliaia di euro. Le accuse mosse nei confronti degli arrestati si riferiscono ad associazione a delinquere, corruzione e falsità ideologica in atti pubblici.
L’indagine effettuata dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità ha rivelato come i medici facessero parte di un sistema illegale ben strutturato. Le pratiche fraudulentemente completate hanno consentito a diversi clienti di ottenere benefici economici indebiti, privando così l’INPS di risorse destinate a chi realmente ne aveva diritto. Le autorità incaricate hanno lavorato a lungo per raccogliere prove e testimonianze, monitorando minuziosamente i movimenti e le transazioni dei coinvolti.
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Il ruolo del centro di servizi di Albano Laziale
In questo intricato schema, si inserisce anche un centro di servizi situato ad Albano Laziale. Detta struttura era gestita da un imprenditore che, insieme ai medici, facilitava la connessione tra domande e offerte per i falsi certificati. I pazienti, spesso ignari dell’illegalità delle operazioni, venivano condotti a firmare documenti che attestavano invalidità non veritiere. Tutta la documentazione presentata all’INPS recava intestazioni e timbri fake, rendendo difficile l’individuazione delle irregolarità.
Le modalità operative del centro di servizi erano analoghe a quanto era emerso durante un precedente arresto di un ortopedico nel 2023. Anche allora, le forze dell’ordine avevano riscontrato la presenza di un infermiere pensionato che collaborava attivamente nel laboratori analisi di una struttura ospedaliera di Roma. L’inchiesta “Invalidus 2” ha quindi messo in luce un sistema consolidato e ripetuto di illegalità che minaccia l’integrità delle istituzioni sanitarie e previdenziali.
La struttura dell’indagine e le conseguenze legali
L’operazione coordinata dalla Procura di Velletri ha avuto il merito di affrontare un problema rilevante nel settore sanitario e previdenziale, dove i falsi certificati non solo danneggiano le casse pubbliche, ma creano anche ingiustizie per le persone realmente bisognose di assistenza. Gli arresti effettuati non sono stati un episodio isolato, ma fanno parte di un più ampio piano di controlli e verifiche sui documenti medici e sulle indennità concesse dall’INPS.
Accusa di associazione a delinquere, corruzione e falsità ideologica hanno portato alla restrizione della libertà per i professionisti coinvolti. Le autorità hanno mostrato la determinazione a contrastare fenomeni del genere e a ripristinare la legalità nel settore sanitario. Con una rete di indagini in corso, è probabile che altre irregolarità simili vengano portate alla luce, evidenziando la serietà della situazione e la necessità di vigilanza costante per proteggere i diritti dei cittadini.