Abruzzo al verde, chiudono le prime riserve naturali e cresce l’allarme per la tutela ambientale

Abruzzo al verde, chiudono le prime riserve naturali e cresce l’allarme per la tutela ambientale

in Abruzzo la chiusura della riserva del lago di Serranella e i tagli ai fondi per 25 aree protette mettono a rischio biodiversità, ricerca scientifica e turismo ecosostenibile nella regione
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L’Abruzzo rischia la chiusura di importanti riserve naturali, come il lago di Serranella, a causa di tagli ai fondi per la conservazione, mettendo a rischio biodiversità e progetti scientifici. - Gaeta.it

L’Abruzzo, noto per essere una regione verde d’Europa grazie alle sue vaste aree naturalistiche, sta vivendo una stagione difficile per le sue riserve ambientali. Negli ultimi mesi si è registrata la chiusura della riserva del lago di Serranella, uno dei siti protetti di maggior pregio della regione, mentre si accumulano segnali preoccupanti legati ai tagli sui fondi destinati alla conservazione. La riduzione delle risorse mette a rischio decine di riserve e aree protette che rappresentano un patrimonio naturale per la biodiversità, le attività scientifiche e il turismo legato all’ecosostenibilità.

Il rischio chiusura per la riserva del lago di serranella e le altre aree protette

La chiusura della riserva del lago di Serranella, situata in Abruzzo e tutelata come area naturale protetta di circa 302 ettari, appare come una spia rossa per l’intero sistema di conservazione regionale. Questo luogo ospita specie vegetali e animali particolarmente importanti e costituisce uno dei principali punti di sosta per gli uccelli migratori nell’Italia centrale. Il vicepresidente del consiglio regionale, Antonio Blasioli, insieme al consigliere Dino Pepe , ha diffuso questo allarme denunciando che la gestione attuale non solo non ha risolto le difficoltà previste, ma ha peggiorato la situazione tagliando ulteriormente i fondi sulle stesse riserve.

Questi due esponenti politici puntano l’attenzione su circa 25 riserve a rischio, che non sono soltanto “aree di pregio” dal punto di vista ambientale, ma veri e propri presidii fondamentali per la tutela della biodiversità. Il personale incaricato risulta ridotto all’osso e spesso le risorse economiche disponibili non bastano a mantenere quelle standard minime di operatività. La situazione incide negativamente anche sui progetti di ricerca scientifica che potrebbero portare a nuove scoperte o a una migliore gestione dell’ambiente.

I fondi europei per la biodiversità e la gestione delle aree protette

Nonostante la disponibilità di una somma superiore a 8,5 milioni di euro per la tutela della biodiversità e il miglioramento degli ecosistemi naturali, la regione Abruzzo ha scelto di destinare risorse soprattutto ai parchi principali, lasciando in ombra le riserve e molte aree protette regionali. Gli esperti evidenziano che questi fondi avrebbero potuto servire a creare collegamenti ecologici tra le zone naturali, migliorare la qualità degli habitat forestali e diminuire il rischio di incidenti causati dalla fauna selvatica.

I tagli ai finanziamenti, uniti alla mancanza di investimenti mirati, stanno riducendo le possibilità di una gestione più sostenibile e rischiano di compromettere le condizioni di aree già fragili. L’assenza di attenzione nella programmazione europea mina gli sforzi di salvaguardia e rende ancora più complicato mantenere i livelli di protezione ambientale richiesti dalle direttive nazionali e comunitarie.

L’ultima legge regionale aggrava la situazione: tagli ulteriori per rifornire l’aeroporto

La situazione si aggrava ulteriormente dopo l’approvazione di una recente legge regionale con cui si è deciso di ridurre di 183.000 euro il fondo destinato alle riserve naturali, per utilizzare quella somma a favore del capitolo relativo all’aeroporto. Questa scelta complessivamente deprime le possibilità di investimento e manutenzione delle aree protette, che rischiano così di perdere pezzi importanti del patrimonio gestito.

Blasioli e Pepe hanno chiesto il ripristino immediato del fondo nella sua interezza, segnalando che “non è accettabile che le difficoltà della sanità pubblica si traducano in danni per gli spazi naturali e per i cittadini abruzzesi.” Per loro questi tagli rappresentano una gestione irresponsabile e sono pronti a mettere in atto forme di contrasto parlamentare, volte a costringere la giunta regionale e la maggioranza a riflettere e rivedere la loro posizione.

La tutela delle aree naturali in Abruzzo appare dunque un tema all’ordine del giorno, con segnali che indicano un punto di svolta. Intanto, le riserve che chiudono e i fondi che si riducono raccontano una fase complessa, che coinvolge la politica e la società regionale nel delicato equilibrio tra sviluppo e conservazione.

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