Operazione contro l'evasione fiscale: sequestrati beni per oltre 70 milioni di euro

Operazione contro l’evasione fiscale: sequestrati beni per oltre 70 milioni di euro

Sequestro di beni per oltre 70 milioni di euro in un’inchiesta su frodi fiscali nel mercato delle auto d’epoca, coinvolgendo avvocati e commercialisti in un sistema di falsificazioni.
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Operazione contro l'evasione fiscale: sequestrati beni per oltre 70 milioni di euro - Gaeta.it

Un’importante operazione condotta dalle autorità giudiziarie ha portato al sequestro preventivo di beni per un valore superiore ai 70 milioni di euro. Questo intervento ha coinvolto tre indagati, tra cui un avvocato e un commercialista, accusati di avere partecipato a un complesso piano di frode fiscale legato al mercato delle automobili d’epoca. L’inchiesta ha messo in luce un sistema di falsificazioni che mirava a eludere le imposte e le tasse doganali, con un raggio d’azione esteso anche a entità straniere.

I dettagli del sequestro e dei beni coinvolti

L’operazione ha portato al sequestro di beni molto pregiati, tra cui una storica Ferrari 375 Mm, acquistata nel 1956 dal celebre regista Roberto Rossellini. Questa vettura, il cui valore è stato stimato in 30 milioni di euro, rappresenta solo una delle tante auto d’epoca coinvolte nella frode. Inoltre, è stata sequestrata un’Alfa Lungo Berlinetta 8C 2900B, del valore di oltre 26 milioni di euro, riconosciuta per i suoi successi in numerosi concorsi e attualmente soggetta alla normativa sui beni culturali. A completare il quadro, anche saldi bancari custoditi in conti intestati a una società delle Cayman nel Principato di Monaco.

Le autorità hanno svelato come il modus operandi del gruppo indagato prevedesse la falsificazione dei registri dell’Automobile Club d’Italia e del Pubblico Registro Automobilistico , alterando i dati di proprietà delle auto storiche. Queste operazioni illecite hanno facilitato l’evasione fiscale, inducendo in errore le autorità competenti riguardo ai reali possessori e ai valori delle vetture.

Un’associazione per delinquere ben organizzata

L’inchiesta ha rivelato l’esistenza di un’associazione per delinquere che operava sul territorio milanese con l’obiettivo di realizzare atti di corruzione, falsificazioni di documenti pubblici e accesso abusivo a sistemi informatici. Il sistema messo in piedi ha consentito il funzionamento della società con sede nelle Cayman, riconducibile a un noto collezionista di auto d’epoca, il quale ha utilizzato mezzi illeciti per evadere le proprie responsabilità fiscali.

Le modalità operative non riguardavano soltanto la falsificazione dei documenti, ma includevano anche un’articolata rete di complicità che implicava professionisti del settore legale e contabile. Questi attori hanno giocato un ruolo cruciale nella creazione di un apparente supporto legale per giustificare le operazioni di compravendita delle auto, camuffando il carattere illegittimo delle transazioni.

Il futuro delle indagini e delle operazioni sul mercato delle auto d’epoca

Le autorità si preparano a intraprendere ulteriori passi per approfondire l’indagine e smantellare completamente la rete di frodi. Si prevede che il caso avrà ripercussioni significative sia per gli indagati che per il mercato delle auto d’epoca, già di per sé caratterizzato da valori elevati e da un’ampia scelta di veicoli rari.

Questo intervento dei magistrati rappresenta un chiaro segnale della volontà di contrastare l’evasione fiscale e le operazioni fraudolente. La lotta contro la criminalità economica rimane una priorità per le autorità competenti, che continueranno a monitorare il settore per prevenire ulteriori illeciti. Questi sviluppi, oltre a ripristinare la legalità, hanno anche l’obiettivo di tutelare i veri appassionati e collezionisti di auto storiche, che operano nel rispetto delle normative fiscali e contribuiscono al patrimonio culturale nazionale.

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