Operazione antidroga sulla litoranea viterbese: sette arresti e sequestri ingenti di stupefacenti

Operazione antidroga sulla litoranea viterbese: sette arresti e sequestri ingenti di stupefacenti

un’operazione dei carabinieri sulla litoranea viterbese ha portato all’arresto di sette persone e al sequestro di hashish, marijuana, cocaina, eroina e contanti in un giro di spaccio tra tuscania e montalto di castro.
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I carabinieri hanno smantellato un’organizzazione di spaccio tra Tuscania e Montalto di Castro, arrestando sette persone e sequestrando hashish, marijuana, cocaina, eroina e contanti. - Gaeta.it

Un’operazione antidroga condotta dai carabinieri sulla litoranea viterbese ha portato all’arresto di sette persone e al sequestro di notevoli quantità di sostanze stupefacenti. Hashish, marijuana, cocaina, eroina e una somma in contanti sono stati rinvenuti durante l’intervento. L’indagine, iniziata a febbraio 2024, ha smantellato un giro di spaccio radicato in alcune aree boschive tra Tuscania e Montalto di Castro, coinvolgendo anche una struttura di supporto per i pusher e una centrale operativa telefonica.

L’avvio delle indagini e il contesto territoriale

L’indagine è partita all’inizio del 2024, con i carabinieri di Tuscania che avevano raccolto segnali concreti di un giro di spaccio gestito da cittadini di origine maghrebina nella zona boschiva di Montalto di Castro. La località, caratterizzata da aree verdi isolate, era diventata teatro di un commercio illecito di droga. La scelta di questo territorio non è casuale: la presenza di boschi offre copertura e riduce le possibilità di controllo da parte delle forze dell’ordine.

Il tessuto sociale e la conformazione geografica hanno contribuito a creare un ambiente adatto all’attività illecita. Gli investigatori hanno dunque iniziato a monitorare i movimenti sospetti, raccogliendo dati precisi attraverso pedinamenti con sistemi di localizzazione GPS e intercettazioni telefoniche. Questi strumenti hanno permesso di costruire un quadro completo delle operazioni legate allo spaccio e di individuare i protagonisti coinvolti.

La rete di spaccio e le modalità organizzative emerse

Le indagini hanno rivelato una rete complessa e ben organizzata. I pusher non operavano in isolamento ma ricevevano sostegno dai propri clienti, che trovavano loro alloggi, provvedevano al cibo e fornivano mezzi per gli spostamenti. Questo sistema di supporto ha favorito una stabilizzazione del gruppo, permettendo di mantenere attiva l’attività criminale per diversi mesi.

Una delle scoperte più significative è stata la presenza di un “call center” messo in piedi con base in Toscana. Da lì venivano ricevute le ordinazioni telefoniche per la droga, che poteva essere richiesta in diverse tipologie e quantità. Questa organizzazione telefonica rappresentava il cuore pulsante del traffico e consentiva di gestire in modo rapido e sicuro le consegne, limitando esposti e rischi diretti ai pusher sul territorio.

Il coordinamento tra le diverse sedi, le comunicazioni protette e il sistema di supporto logistico hanno caratterizzato un modello di spaccio più strutturato rispetto a reti improvvisate, complicando l’azione dei carabinieri.

Risultati operativi e misure restrittive adottate

L’operazione conclusa ha portato a un consistente numero di arresti e provvedimenti amministrativi. Nel dettaglio sono state arrestate sette persone direttamente coinvolte nel traffico, mentre altre 17 avevano già ricevuto misura restrittiva in fase d’indagine. Complessivamente, sono state 26 le persone deferite a piede libero e 75 quelle segnalate alle Prefetture territoriali per uso personale.

Il sequestro ha riguardato più di un chilo e mezzo di hashish, 400 grammi di marijuana, 450 grammi di cocaina, e 70 grammi di eroina, oltre a quasi 25mila euro in contanti, presumibilmente frutto della vendita delle sostanze. A questi risultati si aggiungono sei fogli di via con divieto di ritorno nella regione, misura che limita lo spostamento degli indagati sul territorio locale.

Gli interventi congiunti tra carabinieri e la Procura di Civitavecchia hanno assicurato un’azione coordinata per far emergere e neutralizzare questa rete criminale. Le prove raccolte sono state fondamentali per supportare le accuse e garantire il rispetto della legalità nella zona interessata.

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