Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha espresso forte preoccupazione per la crisi che si aggrava nel darfur settentrionale, dove la città di al-fashir è sotto pressione per nuovi scontri che si trascinano da due anni. Gli attacchi paramilitari e le tensioni tra fazioni armate minacciano la stabilità di questa regione del sudan occidentale, causando pesanti ripercussioni sulla popolazione civile.
Molestie, detenzioni e attacchi ai civili: le denunce dell’onu
Il portavoce dell’Onu, Farhan Haq, ha riferito parole dure del segretario generale Antonio Guterres sulle recenti notizie riguardo ad “molestie, intimidazioni e detenzioni arbitrarie” ai danni degli sfollati nei checkpoint militari. Questi episodi, avvenuti durante gli scontri attorno ad al-fashir e nelle aree limitrofe, aggravano ulteriormente le condizioni di chi ha già perso tutto a causa dei combattimenti.
I checkpoint controllati dai diversi gruppi armati bloccano le strade e impediscono il passaggio regolare. Gli sfollati spesso vengono trattenuti senza motivazioni chiare, subiscono violenze psicologiche o fisiche, e temono ritorsioni per tentativi di attraversare queste zone. Questo quadro inquietante viene registrato da diverse organizzazioni umanitarie sul campo, che segnalano come i diritti di chi fugge da guerra e fame vengano calpestati in modo sistematico.
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La rete di controllo e pressione delle milizie si intreccia con la difficoltà delle istituzioni internazionali a intervenire efficacemente sul territorio. Le denunce dell’Onu sottolineano la necessità di vigilare e incrementare la protezione dei più vulnerabili in una situazione ormai fuori controllo.
La situazione di al-fashir e il ruolo delle forze di supporto rapido
Al-fashir, capitale del darfur nord, è diventata un epicentro di violenze incessanti. Le Forze di Supporto Rapido , milizie paramilitari guidate dal generale Mohamed Hamdan Daglo, mantengono da tempo un controllo armato sulla zona. Queste milizie si contrappongono alle truppe dell’esercito sudanese comandato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, protagonista di un conflitto interno che dura ormai da due anni. La situazione si fa sempre più pericolosa, con raid e incursioni che hanno colpito la città in modo diretto. La popolazione civile è intrappolata in questo fuoco incrociato, con accesso limitato a servizi essenziali e difficoltà crescenti a mobilitarsi o fuggire dalle zone interessate.
La presenza delle FSR ha cambiato in modo profondo l’equilibrio sociale e politico nell’area. L’uso di mezzi militari pesanti e la tensione costante tra le fazioni contribuiscono a rendere al-fashir una città sotto assedio che vive nella paura continua. Molti abitanti sono sfollati, molti altri vivono sotto minaccia quotidiana. Le autorità Onu hanno più volte segnalato la necessità di una tregua o di interventi per proteggere i civili, ma le condizioni sul terreno rimangono critiche.
Massacri e crisi umanitaria nello stato di khartoum
Oltre a darfur nord, la crisi esplode anche in altre zone del sudan, come ha ricordato Farhan Haq parlando dei recenti massacri avvenuti a omdurman, nello stato di khartoum. Qui si sono verificate violenze di massa che hanno fatto numerose vittime e hanno creato una nuova emergenza umanitaria.
La situazione in khartoum rispecchia la frammentazione delle forze in lotta nel paese. Omdurman, città strategica e parte dell’area metropolitana di khartoum, è teatro di scontri che mettono a rischio civili e infrastrutture. Questi eventi hanno peggiorato la già difficile condizione della popolazione, costringendo migliaia di persone a cercare rifugio lontano da casa.
Le testimonianze parlano di attacchi indiscriminati che colpiscono quartieri popolari e causano ingenti danni materiali e umani. Le organizzazioni internazionali insistono per un accesso immediato e libero nell’area, per permettere soccorsi e verifiche indipendenti. La mancanza di stabilità alimenta un clima di paura che si espande ben oltre i confini del sudan occidentale.
La risposta internazionale e le preoccupazioni dell’onu
Il segretario generale dell’Onu ha lanciato l’allarme nei confronti della situazione crescente nel darfur e nelle zone limitrofe, sottolineando il peso delle necessità in termini di aiuti umanitari, sicurezza e protezione dei diritti umani. Guterres ha ribadito la richiesta di cessate il fuoco e misure per garantire un accesso sicuro degli operatori internazionali.
La comunità internazionale segue con attenzione le evoluzioni sul campo, ma deve fare i conti con una realtà complessa, fatta di rivalità interne e condizioni difficili. L’Onu, pur presente con alcune missioni di pace, rischia di trovarsi limitata nell’azione anche a causa della dispersione delle forze e del controllo esercitato dalle milizie.
La situazione resta quindi grave, con l’impellente bisogno di stabilità. La popolazione civile è la più colpita da questo conflitto, sempre più sanguinoso e lontano da una soluzione. La pressione cresce sulle istituzioni mondiali affinché trovino un punto di svolta capace di portare sollievo e salvaguardare vite.