Negli ultimi giorni il Mediterraneo si è trovato al centro di un fenomeno climatico preoccupante. Le temperature superficiali dell’acqua sono salite ben oltre i valori normali di inizio giugno. Questa situazione, confermata dalle analisi del servizio Copernicus dell’Unione Europea, conferma come i mari italiani e i bacini circostanti risentano direttamente dell’ondata di calore che investe l’intero territorio. Le anomalie termiche sull’acqua infatti sono riuscite a superare la soglia di 5°C sopra la media del periodo, segnalando un nuovo episodio di Marine Heatwave, il caldo estremo marino, strettamente legato al riscaldamento globale.
Come copernicus ha rilevato le anomalie termiche del mediterraneo
Il servizio Copernicus Marine Environment Monitoring Service ha elaborato una mappa precisa e dettagliata con i dati rilevati il 22 giugno 2025. Il documento mostra in maniera chiara dove si sono verificate le maggiori deviazioni dalla temperatura media stagionale. Le tonalità rosso scuro sull’immagine spaziano su una temperatura superiore di oltre 5 gradi rispetto ai valori abituali. Gli elementi più caldi si individuano nel Mediterraneo occidentale, in particolare nel Mar delle Baleari e nel Mar Tirreno. Queste zone si trovano quindi a fronteggiare una situazione più critica rispetto al resto del bacino.
Mediterraneo centro-occidentale, la zona più surriscaldata
Il Mediterraneo centro-occidentale si distingue come l’area più surriscaldata, con valori fuori dalla norma principalmente nello specchio d’acqua tra Sardegna e isole Baleari. Qui la temperatura ha raggiunto livelli tali da rafforzare ulteriormente la bolla di aria calda africana che risale sull’Europa meridionale. Ciò ha prodotto un’ondata di caldo intenso sull’Italia e sulle regioni circostanti, con picchi che procedono a salire di circa un grado centigrado ogni giorno. In alcune zone della penisola, le temperature raggiungono facilmente i 40 gradi.
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Effetti sull’ecosistema marino e i rischi legati alla mucillagine
Le temperature marine elevate non influiscono solo sulle condizioni atmosferiche, ma hanno anche un impatto diretto sull’ecosistema locale. L’estate scorsa, in occasione di una simile ondata di calore, si era già verificato un aumento marcato della mucillagine nel Mar Adriatico. Si tratta di una sostanza gelatinosa, formata soprattutto da agglomerati di alghe e batteri, che si accumula lungo le coste e rende l’acqua torbida. Il fenomeno di mucillagine tende a verificarsi proprio quando l’acqua si riscalda rapidamente e per periodi prolungati, alterando il bilancio naturale dei microrganismi marini.
Rischi per l’ambiente e le attività umane
Quest’anno, viste le caratteristiche della temperatura superficiale registrata, il rischio è che la mucillagine torni a manifestarsi in quantità rilevante, soprattutto nei tratti di mare più vulnerabili. Questo comporta crescenti problemi ambientali e di qualità delle acque, che si ripercuotono anche sulle attività umane legate al mare, come la pesca, il turismo e, più in generale, le economie costiere. Le condizioni estreme del 2025 si inseriscono in una sequenza che evidenzia come gli eventi di calore anomalo sull’acqua stiano diventando una realtà sempre più frequente e preoccupante per i mari italiani e mediterranei.
L’approfondimento di Copernicus sui dati termici mostra dunque un fenomeno che non può essere ignorato, perché coinvolge non solo la salute degli oceani e dei mari ma anche i fenomeni meteorologici che influenzano largamente la vita quotidiana nei territori circostanti, soprattutto nel periodo estivo. Restano al centro dell’attenzione i grandi punti critici del Mediterraneo occidentale, dove le anomalie termiche hanno superato ogni previsione, con effetti sempre più palpabili sulle temperature di terraferma e la vita marina.