Un recente studio condotto dall’Asl3 sulle abitudini di vita degli adolescenti in Liguria ha messo a fuoco dati preoccupanti su fumo, alcol, social media e attività sportiva. Più della metà dei giovani sopra i 14 anni fumano, con un consumo distribuito tra sigarette tradizionali, sigarette elettroniche e cannabis. Parallelamente si registrano fenomeni di binge drinking e dipendenze digitali importanti, mentre un terzo dei ragazzi non pratica sport. Questi numeri emergono da un questionario anonimo somministrato a oltre 3.200 studenti liguri e sono stati presentati durante un incontro conclusivo con le scuole promosso dal Dipartimento educazione a corretti stili di vita dell’Asl3.
Il consumo di tabacco e cannabis tra gli adolescenti liguri
Il censimento sui giovani liguri ha rilevato che oltre il 50% dei ragazzi con più di 14 anni fuma abitualmente. In dettaglio il 19% consuma sigarette normali, mentre il 28% si affida alle sigarette elettroniche. Questi dati mostrano come la pratica del fumo tradizionale si stia affiancando o sostituendo a forme alternative di utilizzo di nicotina. Un segmento non trascurabile, pari al 6%, usa abitualmente cannabis. Questo intreccio di varie sostanze fumate evidenzia un consumo consolidato nel tempo, che coinvolge una buona fetta della popolazione giovanile.
Rischi associati al consumo precoce
È significativo anche notare che diverse forme di consumo coesistono, e che il fumo, in qualsiasi forma, può rappresentare un fattore di rischio per la salute a lungo termine. L’inizio precoce dell’uso di tabacco e cannabis produce effetti negativi non solo sullo sviluppo organico fisico ma anche sul rendimento scolastico e sulla socialità. Questi dati stimolano interventi mirati per la prevenzione e informazione, elaborati per coinvolgere direttamente i giovani e farli riflettere sulle conseguenze immediate e a lungo termine.
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La situazione del consumo di alcol tra i giovani liguri
Il consumo di alcol tra i ragazzi in Liguria si attesta attorno alla media nazionale. Circa il 18% riferisce di praticare il binge drinking, ovvero l’assunzione di molte unità di alcol in un breve arco di tempo, con l’intento esplicito di “sballare” o mandare “in tilt il cervello”. Tra questi circa il 3,5% mostra già segni di dipendenza, sintomo di un problema che si svilupperà in forme più gravi di alcolismo se lasciato senza interventi.
Rischi e necessità educative
Questi numeri fotografano un fenomeno diffuso, che trascende il semplice consumo occasionale e introduce rischi seri per la salute mentale e fisica. L’assunzione di alcol in questa modalità può compromettere la capacità di giudizio, provocare incidenti, infortuni o situazioni di abuso. Lo sviluppo precoce di dipendenza sottolinea l’urgenza di programmi educativi e di supervisione che aiutino i ragazzi a individuare rischi e a scegliere stili di vita meno pericolosi.
L’uso dei social media e l’incidenza sulle ore di sonno dei giovani
L’indagine Asl3 mette in luce anche come i comportamenti digitali stiano modificando profondamente le abitudini quotidiane dei ragazzi. Il 38% dichiara di passare oltre 6 ore al giorno sui social media, con punte che arrivano a 11-12 ore per alcuni, oppure un uso notturno che interferisce con il riposo. Questo consumo prolungato influenza la qualità del sonno: il 15% degli adolescenti dorme meno di 6 ore per notte, spesso proprio a causa di un’abitudine consolidata di navigazione online.
Effetti di un eccesso di utilizzo
Le ore di sonno ridotte impattano negativamente sulle capacità cognitive, sulla memoria e sull’umore. Inoltre, la continua esposizione ai social può generare dipendenze comportamentali e difficoltà di concentrazione. Oltre all’uso dei social, il 10% dei giovani pratica il gioco online soprattutto sulle scommesse sportive, esperienza che presenta rischi concreti di dipendenza e perdita economica anche in giovane età. Questi aspetti indicano l’esigenza di un’educazione digitale più consapevole e di controlli sui comportamenti a rischio.
L’attività sportiva e le difficoltà economiche tra i ragazzi liguri
Il 30% dei giovani liguri non svolge alcuna attività sportiva regolare. Una parte di questi, circa il 10%, denuncia come motivo principale l’impossibilità economica di partecipare a corsi o palestre. Questo dato evidenzia una distanza tra le possibilità materiali e l’accesso agli spazi dedicati allo sport, fondamentale per uno sviluppo sano fisico e mentale nell’adolescenza.
Implicazioni della sedentarietà
La mancanza di movimento si associa spesso agli altri fattori segnalati come fumo, abuso di alcol e uso smodato dei social media. Le istituzioni sanitarie sottolineano come l’attività fisica rappresenti una componente chiave per migliorare la salute globale e contenere problemi emotivi e psichici. La realizzazione di progetti di inclusione sportiva e l’abbattimento delle barriere economiche risultano quindi elementi cruciali, su cui si sta lavorando anche attraverso iniziative nelle scuole e programmi promossi da Asl3.
Le strategie di prevenzione e l’impegno delle istituzioni locali
Davanti a questi dati il direttore generale Luigi Carlo Bottaro evidenzia la necessità di programmi strutturati e continui rivolti ai ragazzi per migliorare gli stili di vita. Un intervento innovativo riguarda l’educazione tra pari: giovani opportunamente formati parlano ai coetanei, creando un dialogo diretto e più efficace sul tema delle scelte salutari. Questo approccio, chiamato peer education, mira a ridurre disturbi fisici e psicologici tipici dell’adolescenza.
Contributo delle istituzioni e delle scuole
Il direttore del dipartimento educazione, Gianni Testino, sottolinea come negli ultimi anni l’insieme di fattori legati a salute, comportamento e ambiente – dall’alimentazione all’uso di sostanze, all’attività fisica, al sonno – abbia mostrato un peggioramento per gli studenti. Tutti questi elementi concorrono a generare disagio psicologico, poco rendimento scolastico e atteggiamenti devianti. L’Asl3 lavora a stretto contatto con le scuole e altre realtà sociali per agire sui punti critici emersi e provare a invertire questa tendenza.
Questi risultati aprono uno scenario complesso sulla salute e le abitudini dei giovani in Liguria nel 2025. Le istituzioni chiedono una partecipazione attiva delle famiglie, degli educatori e della comunità per creare un ambiente che sostenga scelte più consapevoli e stili di vita meno rischiosi.