Oltre 46 tonnellate di pellet legnoso sequestrate a valichi di confine per mancanza di certificazione ENplus

Oltre 46 tonnellate di pellet legnoso sequestrate a valichi di confine per mancanza di certificazione ENplus

La guardia di finanza di Muggia sequestra oltre 46 tonnellate di pellet legnoso non certificato ENplus, contrastando l’importazione di materiali non conformi alle normative ambientali italiane per ridurre l’inquinamento.
Oltre 46 Tonnellate Di Pellet Oltre 46 Tonnellate Di Pellet
La Guardia di Finanza a Muggia ha sequestrato oltre 46 tonnellate di pellet legnoso non certificato ENplus, non conforme alle normative ambientali italiane, per contrastare l’inquinamento da polveri sottili. - Gaeta.it

Durante controlli ai valichi terrestri di confine vicino a Muggia, in provincia di Trieste, la compagnia della guardia di finanza ha fermato due spedizioni contenenti pellet legnoso. Questi materiali erano destinati al mercato italiano ma sono stati ritenuti non conformi alle normative imposte da alcune regioni, che puntano a limitare l’inquinamento atmosferico attenendosi a standard precisi riconosciuti a livello internazionale.

I controlli ai valichi di confine e la scoperta del pellet non conforme

Nei giorni scorsi i finanzieri della compagnia di Muggia hanno svolto ispezioni mirate sulle merci in transito dai paesi dell’est Europa verso l’Italia. Tra i vari carichi, sono stati individuati due tir che trasportavano pellet legnoso per un totale di oltre 46 tonnellate. Alla verifica è stato subito evidente che il materiale non riportava il marchio di certificazione ENplus, fondamentale per garantire un certo livello di qualità e un basso impatto ambientale.

La certificazione ENplus certifica che il pellet rispetta parametri precisi, tra cui contenuti limite di polveri e ceneri, oltre al controllo sulle materie prime. Questi criteri sono importanti per regioni italiane che adottano misure severe contro l’inquinamento da polveri sottili. Il pellet senza questa certificazione non può essere immesso in commercio in quelle aree, pena il sequestro.

Le irregolarità riscontrate e la provenienza del carico

I sacchi contenenti il pellet, complessivamente 3.085, riportavano solo il nome del produttore estero. L’azienda, pur segnalata tramite codice identificativo ENplus, non aveva certificato il singolo lotto come richiesto dalla normativa italiana. Questa mancanza ha fatto scattare il sequestro di tutta la merce perché la semplice indicazione del produttore non è sufficiente a dimostrare l’adeguamento agli standard europei.

Il pellet proveniva da una società extracomunitaria che, secondo i documenti, si presenta come certificata ma in realtà non rispetta i fal criteri necessari per la commercializzazione in Italia. Questo tipo di irregolarità è comune nel traffico internazionale di pellet, dove i controlli si concentrano sui confini per intercettare prodotti a rischio.

Le conseguenze per il mercato italiano e gli standard di qualità

L’importazione di pellet privo di certificazione ENplus può compromettere le iniziative di molte regioni italiane che hanno introdotto limiti severi per abbassare l’inquinamento atmosferico. Il pellet non conforme infatti produce un maggiore rilascio di particolato e sostanze dannose. Per questo motivo le autorità continuano a puntare ai controlli sui confini e a sequestrare quantitativi rilevanti di prodotto non idoneo.

Il ruolo delle autorità e le prossime operazioni di controllo

Questo intervento della guardia di finanza sottolinea la crescente attenzione verso la qualità dei combustibili vegetali immessi sul nostro mercato. Il sequestro di oltre 46 tonnellate di pellet è un segnale importante che mostra quanto rigore sia richiesto nel rispetto delle norme ambientali, soprattutto nelle zone sensibili dal punto di vista dell’inquinamento.

Le forze dell’ordine, in particolare la guardia di finanza, intensificano l’attività di monitoraggio sulle merci in generale e sul pellet in particolare, vista la diffusione di prodotti non certificati. Questi controlli diventano un passaggio essenziale per tutelare consumatori e ambiente. I sequestri recenti indicano come il fenomeno del commercio irregolare sia una sfida costante per chi lavora nei controlli di frontiera.

Sarà fondamentale nei prossimi mesi mantenere alta la vigilanza su questi materiali, considerando anche la pressione ambientale sulle città e i territori. Le autorità promettono ulteriori verifiche rigorose e sanzioni per chi cerca di aggirare le regole con prodotti non a norma. Già nelle prossime settimane potrebbero esserci altri interventi sugli stessi valichi o su quelli limitrofi.

Change privacy settings
×