Ogni anno in Italia si registrano oltre 330 morti per annegamento, con una quota significativa di queste vittime sotto i 18 anni. Il tema della sicurezza in acqua rimane cruciale per famiglie, scuole e istituzioni, soprattutto durante la stagione estiva. L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato recentemente il secondo rapporto dell’‘osservatorio per la prevenzione degli annegamenti’, che mette in luce dati importanti sui bambini e adolescenti coinvolti in questi incidenti fatali. Vediamo nel dettaglio le cifre e le cause principali.
Dati e distribuzione degli annegamenti tra minori in italia
Secondo il rapporto dell’Istituto, ogni anno muoiono circa 330 persone per annegamento in Italia. Di queste, il 12% ha meno di 18 anni, un dato che equivale a quasi 40 bambini e adolescenti all’anno. La maggioranza dei casi riguarda i maschi, che rappresentano l’81% di tutte le vittime pediatriche per annegamento. Il fenomeno è particolarmente preoccupante per i bambini più piccoli: oltre la metà degli annegamenti nelle piscine, il 53%, riguarda bambini sotto i 12 anni.
I luoghi dove avvengono più frequentemente questi incidenti sono quelli con acque poco controllate o accessibili senza adeguata sorveglianza, come piscine private o zone di balneazione non presidiate. Il dato racconta un quadro in cui l’attenzione degli adulti e la preparazione dei piccoli giocano un ruolo decisivo nel prevenire queste tragedie.
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I dati sugli incidenti
Gli annegamenti sono prevalenti soprattutto laddove manca una sorveglianza costante e adeguata, indicazione che suggerisce la necessità di misure preventive più efficaci.
Cause più comuni degli annegamenti nei bambini
La quasi totalità degli annegamenti infantili deriva da incidenti improvvisi in cui il bambino, spesso incapace di nuotare, sfugge al controllo dei genitori. Di frequente si tratta di cadute accidentali in piscina o in acque profonde dove il bambino, magari mentre gioca, finisce in zone difficili da gestire. L’acqua esercita un’attrazione irresistibile sui più piccoli, anche quando si tratta di pozze o stagni d’acqua, che per un adulto sembrano insignificanti.
Il coordinatore del rapporto, Vincenzo Ferrara, sottolinea l’elevato rischio rappresentato da piscinette gonfiabili, dove un bambino piccolo, appena capace di camminare, può facilmente rovesciarsi dentro. Un dettaglio fondamentale è la rapidità con cui una caduta in acqua può causare un incidente grave: “un bambino completamente scomparirà dalla vista in meno di 20 secondi”. Questo dato mette in evidenza quanto sia critica la sorveglianza fissa e continua.
Le raccomandazioni per prevenire gli incidenti in acqua
Per limitare i rischi di annegamento, l’Istituto suggerisce una serie di precauzioni pratiche dirette alle famiglie e alle comunità. Innanzitutto, è importante preferire balneazioni o bagni in zone sorvegliate da personale qualificato. È consigliabile evitare il mare agitato o le zone con correnti di ritorno. I bambini devono essere educati all’acquaticità fin da piccoli, per acquisire confidenza e consapevolezza dell’acqua.
Altri accorgimenti prevedono il rispetto dei tempi necessari dopo i pasti prima di tuffarsi, evitare l’esposizione prolungata al sole senza pause, e non tuffarsi da scogliere se non in acque con profondità adeguata. Il rischio si riduce sicuramente con un controllo costante e con l’apprendimento delle regole di sicurezza in acqua.
Iniziative regionali e strumenti di sensibilizzazione
Un aspetto concreto della prevenzione passa dalla diffusione di materiali informativi. In collaborazione con nove regioni italiane , l’Istituto ha realizzato un video dedicato ai genitori. Protagonista è il pesciolino Salvo, che spiega in modo semplice ed efficace le regole base per evitare incidenti in acqua.
Il video è disponibile sui canali social delle regioni coinvolte e dell’Istituto, aperto alla condivisione di tutti. Questa iniziativa fa parte di una campagna più ampia, che punta a mantenere alta l’attenzione sull’importanza della sorveglianza e dell’educazione acquatica fin dall’infanzia.
Il valore della campagna
Il video con Salvo rappresenta un metodo di comunicazione efficace per raggiungere i genitori e sensibilizzare sull’importanza della prevenzione.
Il ruolo dell’educazione nella sicurezza dei bambini in acqua
Secondo Andrea Piccioli, direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanità, un rapporto sano con l’acqua è essenziale per la crescita dei bambini. “Educare i piccoli a conoscere l’acqua senza paure ma con il rispetto delle regole aiuta a contenere i rischi legati all’elemento liquido.” Con un approccio attento e misure preventive mirate si può diminuire il numero di incidenti.
La prevenzione di queste tragedie passa anche attraverso la consapevolezza delle famiglie e la responsabilità degli adulti. Sapersi muovere con attenzione e conoscenza è importante, e l’Istituto rinnova l’invito ad investire ogni sforzo per salvaguardare la vita di tanti giovani.