Oltre 200mila firme raccolte da Emergency per chiedere al governo italiano di agire su Gaza

Oltre 200mila firme raccolte da Emergency per chiedere al governo italiano di agire su Gaza

Emergency ha raccolto oltre 200mila firme per chiedere al governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, di non rinnovare il memorandum militare con Israele e di aumentare gli aiuti umanitari a Gaza.
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Emergency ha raccolto oltre 200mila firme per chiedere al governo italiano di non rinnovare il memorandum militare con Israele e di intervenire per sostenere la pace e i diritti umani nella crisi di Gaza. - Gaeta.it

Emergency ha raccolto più di 200mila firme con l’appello chiamato “Ora!”, rivolto al governo italiano affinché intervenga sulla crisi a Gaza. L’iniziativa è stata indirizzata direttamente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto, con la richiesta esplicita di non rinnovare il memorandum d’intesa sulla collaborazione militare con Israele, previsto per il prossimo 8 giugno. Il tema è diventato centrale nel dibattito politico nazionale a causa dell’escalation del conflitto nella regione.

Il punto centrale della richiesta di emergency

Emergency ha deciso di portare una voce autorevole direttamente all’attenzione dei vertici del governo italiano. Questo appello “Ora!” arriva con l’obiettivo di fermare il rinnovo automatico del memorandum d’intesa per una collaborazione militare con Israele, che sarebbe previsto l’8 giugno prossimo. L’organizzazione sottolinea l’importanza di questa decisione in un momento in cui la violenza nella regione di Gaza continua ad aggravarsi. Il memorandum è un accordo che dal 2016 consente scambi e cooperazioni in ambito militare tra Italia e Israele. L’appello invita il governo a una presa di posizione al riguardo, in linea con la pressione internazionale su questo conflitto.

Emergenza sulla collaborazione militare italo-israeliana

Emergency insiste su questo punto proprio perché la collaborazione militare potrebbe alimentare indirettamente la situazione di conflitto, e giudica necessario un cambio di rotta. Questo documento di intesa, infatti, non prevede al momento una clausola che permetta di fermarne il rinnovo automatico se non su richiesta esplicita delle parti. Per questo motivo è stata avanzata la proposta di fermarne la proroga, con l’intento di sostenere una politica di pace e diritti umani.

Le richieste urgenti per la popolazione di gaza

Non si limita solo alla questione del memorandum. L’appello di Emergency presenta altre quattro istanze concrete che puntano ad alleviare la condizione della popolazione di Gaza.

Prima di tutto, si chiede al governo italiano di aumentare la pressione sul governo israeliano per autorizzare l’ingresso degli aiuti umanitari, assicurando che tali aiuti arrivino realmente ai civili bisognosi. La distribuzione efficace degli aiuti è un nodo cruciale in condizioni di guerra, dove spesso la popolazione comune resta senza risorse essenziali.

Secondo punto, viene richiesto all’Italia di attivarsi diplomaticamente per favorire un cessate il fuoco duraturo, rispettando in particolare il diritto internazionale umanitario. Si tratta di una richiesta che coinvolge azioni multilaterali e negoziati, per mettere fine alle violenze che hanno causato migliaia di vittime civili. Emergency sottolinea l’importanza di un intervento che riporti il dialogo come unica via per risolvere il conflitto.

Al terzo posto, si domanda allo Stato italiano di sospendere le attività commerciali legate alle armi con Israele, bloccando la compravendita che continua a venire denunciata da molte ONG e organizzazioni internazionali. Il commercio di armamenti è considerato da Emergency uno dei fattori che alimenta il conflitto e la sofferenza delle popolazioni.

Infine, l’appello chiede che l’Italia sostenga la sospensione del trattato di associazione tra Unione europea e Israele, una misura già adottata da alcuni Paesi europei per manifestare contrarietà alle politiche israeliane nei territori palestinesi. Questa azione sarebbe un segnale politico forte a livello comunitario.

Emergency, presenza diretta a gaza dal 2024

Emergency opera direttamente sul territorio, in particolare nella Striscia di Gaza, con la presenza costante di suoi medici e infermieri sin dallo scorso agosto 2024. Questo impegno sul campo dà all’organizzazione una conoscenza diretta delle condizioni in cui vivono i civili, tra realtà drammatiche di guerra e mancanza di servizi sanitari adeguati. La presenza medica di Emergency è dedicata a prestare cure immediate, assistenza sanitaria di base e supporto psicologico alle vittime del conflitto.

Avere testimonianze sul campo permette a Emergency di analizzare le conseguenze reali della guerra e di chiedere azioni politiche concrete ai governi, giustificando meglio la necessità delle richieste contenute nell’appello “Ora!”. Per chi segue la cronaca internazionale, la loro voce aggiunge un livello di credibilità importante al dibattito.

L’appello durante la festa della repubblica e il richiamo alla costituzione italiana

L’appello “Ora!” è stato presentato durante la Festa della Repubblica, il 2 giugno 2025. Questa scelta ha un significato simbolico forte: Emergency richiama l’articolo 11 della Costituzione italiana, che impegna l’Italia a ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Secondo l’organizzazione, questa norma è un richiamo preciso affinché il governo agisca per fermare la violenza, unica strada per garantire libertà e democrazia.

In questo contesto, l’appello invita l’Italia a fare una scelta netta di politica estera e a dimostrare coerenza con i principi costituzionali. Questo riguarda sia l’azione diplomatica sia il sostegno alle iniziative umanitarie e ai diritti delle vittime del conflitto.

Emergency spera così di contribuire a un dibattito pubblico più attento e a una presa di posizione chiara del governo italiano su una crisi che resta aperta e complessa. Il numero delle firme raccolte conferma un’attenzione diffusa sull’argomento, e la richiesta di intervento diretto sulle politiche di cooperazione militare assume maggiore urgenza.

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