Oltre 13 milioni di cittadini in Corea del Sud hanno espresso il proprio voto in anticipo nelle presidenziali programmate per il 3 giugno 2025. L’alta partecipazione riflette un momento politico cruciale per il paese, segnato da eventi e tensioni che hanno agitato la scena politica negli ultimi mesi.
Affluenza record e importanza del voto anticipato
Nel secondo e ultimo giorno di voto anticipato, la partecipazione degli elettori ha sfiorato il 30%, con 29,97% di affluenza alle ore 15:00 locali, poco sotto il primato storico toccato nel 2022, pari al 30,74%. La Commissione elettorale nazionale ha confermato che, su un totale di 44,3 milioni di aventi diritto, più di 13 milioni hanno già votato in anticipo. Il voto anticipato in Corea del Sud rappresenta una modalità importante che consente a chiunque, per motivi di lavoro o personali, di esercitare il diritto prima della data ufficiale.
Questa tornata elettorale vede una mobilitazione superiore alla media, probabilmente anche per il contesto politico instabile che ha caratterizzato l’ultimo anno, spingendo gli elettori a recarsi alle urne con largo anticipo.
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Contesto politico segnato da impeachment e instabilità
La competizione elettorale arriva dopo mesi turbolenti che hanno coinvolto direttamente l’ex presidente conservatore Yoon Suk-yeol. Nel dicembre scorso, la sua breve dichiarazione di legge marziale ha aggravato la crisi politica, culminata pochi mesi dopo con la conferma da parte della Corte Costituzionale del suo impeachment nel mese di aprile. Questo evento ha spinto il paese a indire elezioni anticipate, nella speranza di uscire dallo stallo e ritrovare un equilibrio istituzionale.
Il clima politico si è fatto acceso e incerto. L’impeachment di Yoon ha diviso l’opinione pubblica e alimentato un dibattito acceso tra partiti. I cittadini attendono queste elezioni con particolare attenzione, vedendole come un possibile punto di svolta per il futuro della Corea del Sud.
Candidati principali e dinamiche della campagna elettorale
Le presidenziali sono caratterizzate da una sfida a tre. Il candidato del Partito Democratico, Lee Jae-myung, guida le intenzioni di voto secondo i sondaggi più recenti, con una percentuale vicina al 50%. Il suo avversario più diretto è Kim Moon-soo, sostenuto dal Partito del Potere Popolare, erede di Yoon Suk-yeol e principale forza conservatrice. A completare il quadro c’è Lee Jun-seok, esponente del New Reform Party, formazione più piccola ma presente nel consenso elettorale.
Entrambi i principali candidati hanno sottolineato l’importanza di coinvolgere il maggior numero possibile di elettori. L’affluenza alta nella fase anticipata viene percepita come un elemento che potrebbe influenzare l’esito finale. La competizione si gioca anche su questo fronte, perché un voto anticipato consistente può dare indicazioni su come si muoverà il consenso nei prossimi giorni.
Sondaggi e aspettative per la giornata del voto
I dati pubblicati prima del blocco dei sondaggi, imposto per una settimana prima dell’elezione, indicano Lee Jae-myung in vantaggio netto con il 49,2%. Kim Moon-soo segue con il 36,8%, mentre Lee Jun-seok raccoglie il 10,3%. Questi numeri mostrano un quadro competitivo ma con un candidato relativamente sicuro nella testa.
La giornata del 3 giugno sarà decisiva per capire se la corsa confermerà questi trend o se si assisterà a sorprese dell’ultimo minuto. Ogni città e distretto saranno scrutinate con attenzione, in un paese che segue il voto con estremo interesse, vista la posta in gioco istituzionale e politica.
La mobilitazione generale, combinata con il precedente difficile, ha caratterizzato questa elezione come un appuntamento fondamentale per la direzione che prenderà la Corea del Sud nei prossimi anni. Già nel pomeriggio del 3 giugno si potranno infatti valutare i primi risultati e orientamenti.