Questa mattina, Vicenza è stata teatro di un’imponente mobilitazione da parte degli attivisti del centro sociale “Bocciodromo”, che hanno rioccupato un edificio recentemente sgomberato. Questo immobile, situato nel quartiere dei Ferrovieri, era stato ceduto dal Comune alla società Iricav Due, coinvolta nei lavori della Tav, che ha in programma la demolizione dello stabile. Questa azione rappresenta un chiaro segnale della crescente tensione tra le autorità locali e i movimenti che si oppongono ai progetti di grande impatto urbanistico.
Dettagli dell’occupazione e del corteo
Gli attivisti hanno dato il via alla loro azione con un corteo notturno, accompagnato da fumogeni e slogan che evidenziavano le loro motivazioni. Nonostante il corretto passaggio di proprietà dello stabile, i manifestanti hanno deciso di esprimere il loro disappunto di fronte a quello che considerano un attacco alla storia e all’identità del quartiere. Il corteo si è snodato tra le vie della città , con i partecipanti che hanno fatto sentire la loro voce a sostegno della preservazione di spazi sociali alternativi, sempre più minacciati da progetti infrastrutturali.
Al mattino successivo, la Digos ha effettuato un’ispezione nell’area occupata, documentando la situazione. Questo controllo è stato interpretato dagli attivisti come una mossa intimidatoria da parte delle forze di sicurezza, che ha solo rafforzato la loro determinazione a rimanere nel Bocciodromo. L’occupazione si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso le questioni legate alla sostenibilità urbana e alla preservazione degli spazi sociali.
Le dichiarazioni degli attivisti
In una nota ufficiale, i manifestanti hanno dichiarato che la loro lotta è destinata a proseguire. Hanno sottolineato: “Nei prossimi mesi ci sarà da resistere molto al Bocciodromo e nei boschi, ognuno potrà contribuire a modo suo, l’importante è esserci.” Questa affermazione rimarca il forte senso di comunità tra gli attivisti e l’intenzione di mobilitarsi non solo per il Bocciodromo ma anche per la salvaguardia di altri spazi verdi e sociali della zona.
Per i sostenitori della causa, l’occupazione è anche un modo per richiamare l’attenzione su questioni più ampie, che coinvolgono il diritto alla città e il confronto tra sviluppo infrastrutturale e rispetto per la vita comunitaria. La tensione tra le diverse visioni di sviluppo urbano è palpabile, e le azioni del Bocciodromo rappresentano una risposta a tali dinamiche.
L’occupazione ha attirato l’attenzione sia dei media che dell’opinione pubblica, alimentando un dibattito su come le città debbano affrontare le sfide della modernizzazione senza sacrificare il patrimonio sociale e storico. Resta ora da vedere quali saranno le evoluzioni di questa situazione e come le autorità locali reagiranno alle richieste degli attivisti.