L’inchiesta sulla morte di chiara poggi, avvenuta nel 2007 a garlasco, vede un nuovo capitolo con gli accertamenti svolti nei giorni scorsi. La procura di pavia ha focalizzato l’attenzione su andra sempio, ma durante l’incidente probatorio a milano è emerso che il tentativo di ottenere il dna dall’intonaco grattato vicino alla scena del crimine ha fallito. L’impronta 33, che inizialmente sembrava collegare quell’area a sempio, non ha prodotto elementi utili per le indagini.
Le indagini sul dna nell’intonaco vicino alle scale
Il corpo senza vita di chiara poggi fu ritrovato il 13 agosto 2007 nei pressi di una scala interna, dove, anni dopo, i carabinieri hanno raccolto diversi reperti. Tra questi c’era una porzione di intonaco scrostato, ritenuta significativa per l’analisi del dna e legata a quella che è stata definita “impronta 33”. Questo dettaglio aveva attirato l’attenzione degli inquirenti, convinti che poter estrapolare materiale genetico da quell’intonaco avrebbe potuto dare una svolta alle indagini.
Tuttavia, l’incidente probatorio avviato nel 2025 a milano ha chiarito che non è stato possibile estrarre tracce di dna da quel campione. Il tentativo di recuperare materiale biologico utilizzabile è stato vano, anche se i carabinieri avevano controllato con attenzione le settimane scorse. Questo risultato fa emergere nuovi interrogativi sulle dinamiche di quella notte e sugli spostamenti del presunto assassino, come pure sulla possibilità che altre prove siano state perse o contaminate negli anni passati.
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Le modalità di conservazione delle impronte rilevate sulla scena del crimine
Con l’apertura delle buste contenenti le prove, è venuto alla luce un altro aspetto significativo: le impronte rilevate non sono state conservate sulle classiche fascette paradesive, ma su fogli di acetato. Questo dettaglio tecnico è emerso durante l’incidente probatorio a milano e ha suscitato qualche perplessità tra gli esperti del caso.
Il metodo di raccolta e conservazione delle prove è fondamentale per garantirne l’integrità e l’idoneità agli esami successivi. La scelta del foglio di acetato, rispetto alle fascette, può influire sulla qualità e sulla leggibilità delle impronte digitali, con possibili ripercussioni sulle analisi forensi. Il fatto che questa modalità venga confermata in fase di incidente probatorio, suggerisce agli investigatori di verificare con attenzione eventuali alterazioni o perdite di dati biometrici importanti.
L’attenzione verso questi dettagli tecnici riflette la complessità e la delicatezza di un caso che comporta l’esame di prove raccolte molti anni fa, quando forse le procedure di conservazione erano diverse da quelle oggi considerate standard. L’accurata verifica delle modalità di conservazione rimane un passaggio cruciale per stabilire il valore probatorio degli elementi raccolti.
Il ruolo di andra sempio nell’inchiesta della procura di pavia
La procura di pavia ha ripreso a esplorare piste investigative legate ad andra sempio, persona finita già tempo fa nel mirino degli inquirenti. L’impronta 33 rinvenuta sulla parete delle scale, attribuita a sempio, aveva rappresentato un elemento significativo. Nonostante il fallimento nel recupero del dna dall’intonaco, la vicenda sottolinea l’attenzione puntata su questo testimone o sospetto.
Le indagini proseguono con, oltre ai rilievi tecnici, esami più ampi sulle testimonianze e sugli spostamenti dei protagonisti della notte del 13 agosto 2007. Nel corso del procedimento, la procura ha voluto approfondire dettagli già non considerati in precedenza con l’obiettivo di chiarire ruoli, movimenti e tempi.
Il fatto che la prova chiave dell’intonaco non abbia fornito elementi genetici non mette a tacere la ricerca di riscontri solidi attorno a questa persona e ai suoi rapporti con chiara poggi. Ecco perché si procede con attenzione massima alle altre piste, sia tecniche che testimoniali, per ricostruire i passaggi del delitto.
L’importanza dell’incidente probatorio a milano per il caso di chiara poggi
L’incidente probatorio cominciato a milano nel 2025 appare come un momento cruciale per la vicenda della ragazza di garlasco. Questo tipo di procedimento introduce un esame peritale e tecnico con modalità più rigide e formali rispetto a un normale interrogatorio, concentrandosi proprio sulla verifica di prove tangibili e sull’acquisizione di elementi giudiziari importanti.
L’apertura delle buste con le prove, effettuata durante l’incidente, ha fatto emergere particolare attenzione ai dettagli conservativi e alla qualità del materiale composto dagli investigatori lungo gli anni. Tale fase ha il compito di mettere in sicurezza le prove e dare loro un valore più diretto nel processo, in vista di eventuali future udienze.
Il contesto milanese, coinvolto in questo passaggio, è diventato punto di riferimento per l’analisi forense dopo anni di indagini rimbalzate tra diverse sedi. L’attenzione degli esperti sui reperti mette in rilievo la volontà di fare chiarezza su un caso che ancora presenta molte zone oscure e punti da verificare. Questo procedimento può fornire risultati decisivi per il percorso giudiziario.
Le valutazioni in corso riguardano anche la correttezza delle procedure svolte dall’inizio, la custodia delle prove e la attendibilità delle analisi, tutte questioni fondamentali per sostenere le accuse o difese in tribunale. L’incidente probatorio mostra la volontà degli inquirenti di cercare ogni elemento concreto che possa dare una risposta sulla verità dello shock accaduto nel 2007.