La sera del 27 maggio 2025 su Rai 3 va in onda una nuova puntata di “Che ci faccio qui”, condotta da domenico iannacone, che riprende il tema della memoria e dell’identità umana con la seconda parte dell’inchiesta “Ricordati di me”. Il programma scava dentro le sfaccettature della mente attraverso racconti intensi e personaggi che mettono in luce fragilità e capacità nascoste. Tre storie che riscrivono l’idea di intelligenza e identità, in scena tra Roma e altre parti d’Italia.
il racconto di carlo di bartolomeo, mente autistica e linguaggi non convenzionali
La prima parte della puntata si concentra su carlo di bartolomeo, giovane con autismo caratterizzato da una memoria straordinaria. Carlo possiede un archivio mentale ricco di testi, eventi, nomi e dettagli che riuscirebbe a richiamare con precisione. Il suo silenzio non esprime isolamento ma una forma di comunicazione profonda e differente, lontana dalla tradizionale idea di interazione verbale. La narrazione mostra come la disabilità, nel suo caso, non corrisponda a una mancanza, bensì a una diversa modalità di percepire e comprendere il mondo, arricchita da un’intelligenza unica. Carlo dimostra che l’essere umano può esprimersi e vivere la realtà in modi molteplici, sfidando le categorie usuali e proponendo una nuova lettura del concetto stesso di intelligenza.
l’esperimento terapeutico della cave multisensoriale al policlinico gemelli di roma
Nel secondo racconto si fa tappa al policlinico gemelli di Roma, dove la cave multisensoriale rappresenta uno spazio terapeutico innovativo gestito dal professor luca padua. In questa struttura, pazienti che hanno subito traumi cerebrali o lunghi periodi di coma vengono stimolati attraverso ambienti ricchi di suoni, immagini e vibrazioni. L’obiettivo è sostenere il processo di recupero e riattivazione della memoria. Matteo moreschini è tra questi pazienti: ha attraversato quasi un mese di coma prima di iniziare un percorso di risveglio delicato ma concreto. La multidimensionalità degli stimoli nella cave multisensoriale mira a riaggregare i pezzi della sua storia personale, spesso lacerata dagli eventi acuti. Questo racconto porta in primo piano la lotta quotidiana di chi si confronta con la perdita della memoria e con la sfida di riappropriarsi della propria vita. La terapia non punta solo alla funzione celebrale ma riconosce il valore affettivo e identitario di ogni ricordo.
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la passione per lo studio dopo i 70 anni: la storia di michele carmosino
L’ultima storia è quella di michele carmosino, un uomo di 76 anni originario dell’isernino con una volontà insolita: ha già ottenuto dieci lauree e sta concludendo altre due, entrambe in ambito storico e artistico. Michele non studia per titoli o riconoscimenti ufficiali ma per la pura soddisfazione di conoscere e capire il mondo. La sua vita sfida l’idea che l’apprendimento abbia una scadenza, mostrando che la mente può rimanere viva e curiosa ben oltre l’età tipica della pensione o del ritiro sociale. Attraverso la sua esperienza, emergono concetti di identità che si fondano su un continuo rapporto con la conoscenza, dove la memoria quotidiana si rinnova attraverso lo studio e l’attenzione verso la cultura. Michele incarna la figura di chi difende e coltiva la testa come un territorio vivo, capace di espandersi e sorprendere.
Modalità di visione e disponibilità del programma
“Che ci faccio qui” va in onda martedì 27 maggio 2025 a partire dalle 21.20 su Rai 3. Gli spettatori che preferiscono seguire lo speciale in streaming possono farlo gratuitamente sulla piattaforma RaiPlay, grazie a un servizio che consente sia la visione in diretta sia l’accesso on demand. Questa soluzione permette a chiunque di recuperare l’episodio o rivederlo in modo comodo e flessibile. L’appuntamento si inserisce nel contesto di un programma che, da anni, racconta storie di vita con uno sguardo attento e senza filtro, dedicandosi a situazioni spesso fuori dai riflettori mediatici ma cariche di umanità.
Le tre storie presentate nel secondo episodio dell’anno spingono a riflettere sui confini del possibile nella sfera mentale e sulla dignità di chi affronta condizioni diverse senza perdere la propria essenza. Rai 3 conferma così il proprio ruolo nel proporre contenuti culturali e di cronaca che parlano alla mente e al cuore dello spettatore.