Il confronto sul contratto collettivo nazionale per il triennio 2022-2024 resta aperto e segnala criticità importanti. La segretaria generale dello Snals Confsal, Elvira Serafini, ha sottolineato a Roma durante il convegno “Innovazioni e sfide per l’istruzione e la ricerca” che il contratto è ormai scaduto da mesi e non risponde alle condizioni reali del comparto. Tra le questioni emerse, spicca il tema del potere d’acquisto dei lavoratori e il divario retributivo rispetto agli altri dipendenti pubblici e alla media europea nel settore.
Stato del contratto collettivo per il triennio 2022-2024 nel settore istruzione e ricerca
Il contratto collettivo nazionale per i lavoratori della pubblica istruzione e ricerca riferito al periodo 2022-2024 è scaduto da tempo. Nonostante la necessità di un aggiornamento efficace, i negoziati faticano a portare risultati adeguati alle esigenze attuali dei lavoratori. La situazione, ha spiegato Elvira Serafini, segretaria generale dello Snals Confsal, rispecchia una mancata corrispondenza tra il testo contrattuale e le condizioni di lavoro, le innovazioni introdotte o da implementare, e la crescente complessità dell’impegno richiesto al personale.
Problematiche normative e quadro attuale
Nel corso del convegno tenutosi nella capitale, Serafini ha evidenziato anche le difficoltà sulla parte normativa, che dopo un lungo periodo di blocco si è cercato di far evolvere nella scorsa tornata contrattuale, ottenendo in qualche caso qualche risultato. Il quadro però rimane frammentato e non sufficientemente aggiornato per rispondere alle trasformazioni organizzative e alle richieste di professionalità sempre più specializzate in ambito educativo e di ricerca. Il contratto resta una sfida aperta per tutto il comparto pubblico.
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Impatto dell’inflazione e indicazioni della legge di bilancio 2025 sugli stipendi
Il riferimento più recente per le risorse economiche è la legge di bilancio 2025. Secondo quanto riportato da Serafini, l’Aran ha comunicato un incremento medio degli stipendi del 6%, basato sul finanziamento previsto dalle leggi attuali. Questo aumento però avviene in un contesto di inflazione crescente, che erode il potere d’acquisto dei lavoratori del settore.
Un ulteriore elemento critico è la mancata compensazione della perdita di potere d’acquisto attraverso il finanziamento del Mof, ovvero il miglioramento dell’offerta formativa, che spesso viene citato come una voce importante nel bilancio del comparto ma che nel 2025 risulta limitato. La legge di bilancio mostra invece un orientamento chiaro verso la copertura delle risorse per gli anni successivi, con previsioni di aumenti complessivi intorno ai 600 euro entro il 2030 per i dipendenti pubblici.
Difficoltà immediate e prospettive a medio termine
Questa prospettiva a medio termine non risolve però le difficoltà immediate di chi opera nel settore di istruzione e ricerca. La distanza tra il tasso di inflazione e gli aumenti stipendiali rischia di aggravare ulteriormente la situazione economica per il personale, con ricadute negative sulla motivazione e sulla stabilità del settore pubblico educativo.
Contrasto tra retribuzione del comparto istruzione e ricerca e altri dipendenti pubblici
Un punto centrale nell’intervento di Serafini è stato il divario retributivo che ancora persiste tra il personale del comparto istruzione e ricerca e gli altri dipendenti pubblici. Lo Snals Confsal punta a chiudere questa differenza e ad avvicinare gli stipendi a quelli medi del personale equivalente nei principali paesi europei.
Tale disparità riguarda non solo l’aspetto economico, ma anche il riconoscimento professionale e sociale dell’impegno richiesto ai lavoratori. Nelle attività di formazione, aggiornamento e ricerca si richiedono competenze sempre più specifiche e un impegno che supera i normali orari di lavoro. Eppure, il sistema retributivo non sempre riflette questo valore aggiunto, penalizzando la categoria.
Impatto sul comparto e prospettive future
Questa condizione determina anche un disagio nel comparto, con difficoltà nel trattenere personale qualificato e freni allo sviluppo di nuove metodologie e percorsi formativi più moderni. L’obiettivo dichiarato dallo Snals è una perequazione che valorizzi la professionalità e rilanci il prestigio sociale del lavoro nell’istruzione e nella ricerca.
Richiesta di incremento dell’indennità di vacanza contrattuale e investimento nell’istruzione
La richiesta dello Snals-Confsal non si limita a rivendicare aumenti salariali, ma si estende alla necessità di una decisione politica chiara. In particolare, si chiede di innalzare l’indennità di vacanza contrattuale almeno di tre punti percentuali. Questa indennità rappresenta una voce economica destinata a compensare la mancata trattativa e rinnovo del contratto in tempi utili.
La proposta esprime anche un richiamo alla consapevolezza che il finanziamento dell’istruzione, della formazione e della ricerca non debba essere visto come un costo aggiuntivo, ma come un investimento strategico per la società. La crescita delle competenze e la qualità dell’offerta educativa incidono direttamente sul futuro del paese e sul benessere dei cittadini.
Ruolo dei sindacati e solleciti alle istituzioni
In questo contesto, il ruolo dei sindacati diventa quello di sollecitare l’intervento delle istituzioni per assicurare risorse adeguate e tempi certi nella trattativa contrattuale. La mancata attenzione a questi aspetti rischia di compromettere l’attrattività del settore e la qualità del lavoro svolto da migliaia di professionisti nel pubblico impiego.