Nuovo bonus rottamazione vetture inquinanti con fondi pnr r per favorire veicoli elettrici e microimprese

Nuovo bonus rottamazione vetture inquinanti con fondi pnr r per favorire veicoli elettrici e microimprese

Il governo destina 597 milioni di euro del Pnrr a un bonus rottamazione per sostituire auto termiche con veicoli elettrici, favorendo famiglie a basso reddito e microimprese nelle aree più inquinate.
Nuovo Bonus Rottamazione Vettu Nuovo Bonus Rottamazione Vettu
Il governo destina 597 milioni del Pnrr a un nuovo bonus per rottamare auto inquinanti e favorire l’acquisto di veicoli elettrici, con incentivi calibrati su Isee e rivolti anche a microimprese, per ridurre emissioni e migliorare la qualità dell’aria entro il 2026. - Gaeta.it

Un nuovo incentivo per rottamare le auto più inquinanti è in arrivo grazie a un’assegnazione di 597 milioni di euro provenienti dalla revisione del Pnrr. Questi fondi, originariamente destinati alla diffusione di nuove colonnine di ricarica, sono stati riassegnati visto che la risposta del mercato non è stata all’altezza delle aspettative. Il piano, destinato a chi cambia veicoli termici con elettriche, sembra focalizzarsi sulle aree maggiormente colpite dall’inquinamento ambientale e manterrebbe una scadenza entro il 30 giugno 2026.

Fondi del pnr r riassegnati per la rottamazione delle auto inquinanti

Il governo ha deciso di trasferire circa 597 milioni di euro dal progetto dedicato all’installazione di nuove colonnine elettriche verso un nuovo bonus rottamazione. La scelta nasce dal minore interesse registrato per le infrastrutture di ricarica previste dal Pnrr, che ha spinto i tecnici a dirottare parte dei finanziamenti su una misura più diretta per favorire la transizione verso i veicoli a zero emissioni. L’obiettivo primario è sostituire auto termiche, spesso vecchie e altamente inquinanti, con veicoli elettrici nuovi, cercando di incidere nei territori in cui l’inquinamento resta una criticità significativa.

Un test importante per la riduzione delle emissioni

Il piano si considera un test importante vista la necessità di accelerare la riduzione delle emissioni nel settore trasporti, che contribuisce notevolmente alla qualità dell’aria nelle città. La scelta della scadenza a metà 2026 dà un margine temporale per organizzare le consegne e permettere alle persone e alle microimprese di orientarsi nella sostituzione delle loro flotte o auto private.

Meccanismi del bonus e requisiti legati all’isee e aree colpite

Secondo la bozza trapelata da fonti del Corriere della sera, il bonus sarà calibrato in base all’indicatore Isee e sarà rivolto soprattutto alle famiglie con redditi medio-bassi e alle microimprese. I beneficiari dovranno demolire il veicolo con motore termico e acquistare in cambio un modello elettrico nuovo. In particolare per le auto private si parla di modelli di categoria M1, ossia auto con massimo otto posti.

Per quanto riguarda le microimprese, il bonus è esteso anche ai veicoli commerciali leggeri, categorie N1 e N2 , destinati al trasporto merci. Questi mezzi rappresentano una piccola ma rilevante porzione del totale circolante e spesso restano con motori più vecchi e inquinanti, con un impatto importante soprattutto nelle aree urbane.

Le soglie Isee indicate prevedono un incentivo più consistente per chi ha un indicatore inferiore a 30mila euro, con un bonus di 11mila euro, e uno ridotto a 9mila euro per chi si trova tra i 30mila e i 40mila euro. Per le piccole imprese, invece, il contributo coprirà il 30% del costo del veicolo elettrico fino a un massimo di 20mila euro.

Coinvolgimento di microimprese nella transizione verso la mobilità elettrica

La scelta di aprire il bonus anche ai mezzi commerciali elettrici per le microimprese indica una volontà di intervenire su un segmento critico della circolazione urbana e delle strade extraurbane. Avere flotte più pulite per il trasporto merci migliora sensibilmente la qualità dell’aria e riduce il rumore nelle città, fattori fondamentali per abitare in modo più sano gli spazi urbani.

Le microimprese potranno richiedere il contributo per veicoli elettrici leggeri, favorendo così investimenti su mezzi nuovi meno costosi sotto certi aspetti gestionali, come i consumi e la manutenzione. Il tetto del 30% e 20mila euro serve sia a limitare la spesa pubblica, sia a garantire un incentivo concreto su modelli spesso più costosi rispetto alle auto private ma più utili all’attività imprenditoriale di piccole dimensioni.

Novità rispetto ai bonus precedenti

L’attenzione alle specifiche categorie di veicoli rappresenta una novità rispetto ai bonus precedenti, spesso rivolti solo ai privati o ai mezzi più piccoli. Questo approccio mira a incidere su più fronti e su flussi di traffico legati all’attività lavorativa, che possono rappresentare una fetta importante delle emissioni e degli inquinanti in città.

Reazione di motus-e sulla nuova misura del governo

Il nuovo bonus ha ricevuto una risposta favorevole da Motus-E, associazione che rappresenta la filiera italiana dei veicoli elettrici. Il presidente Fabio Pressi ha evidenziato come il governo, tramite ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica, abbia accolto le richieste di molti cittadini e operatori del settore che da tempo chiedevano incentivi più consistenti per il trasporto pulito.

Pressi ha spiegato che sarà decisivo chiarire i dettagli del piano, in particolare per evitare ritardi e complicazioni nella distribuzione dei fondi. La rapidità con cui sarà attivata la misura influenzerà l’andamento del mercato e la reazione concreta degli utenti, sia privati sia aziende.

Motus-E sottolinea quindi la necessità di una gestione tempestiva e trasparente delle risorse, per evitare che il bonus rimanga solo sulla carta. Il presidente ha ricordato l’importanza di definire chiaramente le condizioni per accedere agli incentivi, evitando confusione per i cittadini e senza lasciare vuoti normativi che possano rallentare le procedure di acquisto e rottamazione.

Questa nuova mossa segna un passo importante nella strategia italiana per ridurre emissioni e dipendenza dai veicoli tradizionali, soprattutto nelle città più critiche sotto il profilo ambientale. Il settore della mobilità elettrica osserva con attenzione come si svilupperà l’erogazione di questo fondo e quali risultati produrrà nel breve periodo.

Change privacy settings
×