La notte tra il 19 e il 20 aprile 2025 ha visto un nuovo massiccio attacco russo contro l’Ucraina, caratterizzato dal lancio simultaneo di un numero mai registrato prima di droni e missili. L’aeronautica ucraina ha confermato la portata dell’operazione, descritta come un attacco combinato su larga scala che ha coinvolto anche bombardieri strategici e caccia ad alta quota. Le aree colpite includono regioni chiave come quelle di Kiev e Leopoli, dove si registrano allarmi e interventi di difesa attiva per respingere l’offensiva.
Il numero record di droni e missili usati nell’attacco
L’aeronautica ucraina ha dettagliato il tipo e la quantità di armamenti impiegati dall’esercito russo durante la notte di attacco. Sono stati lanciati complessivamente 537 ordigni tra droni e missili, un picco mai visto nei mesi di guerra fino a oggi. Tra questi, 477 erano droni, un numero che supera ogni precedente in questa fase del conflitto. Di questi, 211 sono stati abbattuti dalla contraerea ucraina, mentre altri 225 sono scomparsi dai radar rendendone incerto il destino o la reale efficacia.
I tipi di missili lanciati
I missili lanciati sono stati di vario tipo e capacità: 4 Kh-47M2 Kinzhal, molto manovrabili e capaci di raggiungere grandi distanze, 7 missili balistici Iskander-M o KN-23 di probabile natura tattica e uno abbattuto dal sistema di difesa ucraino. Ci sono stati anche 41 missili da crociera Kh-101 o Iskander-K, con 33 intercettati e solo uno rimasto fuori dai radar. Altri sistemi avanzati inseriti nell’offensiva comprendono 5 missili Kalibr e 3 missili S-300, categoria meno utilizzata in operazioni offensive.
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Questi numeri testimoniano un’intensità bellica cui la difesa ucraina ha risposto con sistemi anti-missile e intercettazioni multiple, limitando i danni ma rivelando un’offensiva in grado di mobilitare risorse importanti sul piano tecnologico e logistico.
Impiego di bombardieri strategici e caccia nel raid notturno
Non solo missili e droni: dall’analisi delle autorità ucraine, l’attacco è stato supportato da velivoli strategici e da caccia aerei ad alta velocità. Nel dettaglio, hanno preso parte al raid i bombardieri Tu-95MS, attrezzati per missioni a lungo raggio e capaci di portare più carichi di armi. Questi aerei possono operare praticamente a raggio globale e sono utilizzati, in questa guerra, per colpire infrastrutture critiche e obiettivi lontani dal confine diretto.
Al fianco dei bombardieri hanno agito i caccia MiG-31K, velivoli supersonici equipaggiati con missili Kinzhal, che hanno la capacità di penetrare difese aeree rafforzate per colpire bersagli di alto valore strategico. La combinazione di bombardieri e caccia ha aumentato la complessità dell’attacco, mettendo sotto pressione i sistemi di difesa ucraini, costretti a coordinare molteplici squadre e tecnologie per respingere il raid.
La presenza di questi velivoli sottolinea la volontà russa di usare tutte le risorse a disposizione per colpire con precisione e saturare le capacità di difesa aerea nemica, oltre a dimostrare la capacità di progettare e portare a termine attacchi a distanza, con target in varie regioni contemporaneamente.
Le regioni colpite e l’impatto sul territorio ucraino
Le aree maggiormente interessate dall’attacco includono la capitale Kiev e la regione di Leopoli, due distretti considerati strategici dal punto di vista geopolitico e militare. Kiev, centro amministrativo e politico principale, resta un obiettivo continuo della guerra, con infrastrutture di difesa e civili sottoposte a ripetuti attacchi. Anche Leopoli, vicina al confine con Polonia e altri paesi NATO, è stata colpita, probabilmente per cercare di limitare il sostegno logistico e militare che arriva dal settore occidentale.
Sul territorio si sono attivate le squadre di protezione civile e gli operatori di emergenza già durante la notte, impegnati nel controllo degli incendi e nel soccorso ai civili colpiti. Mentre si attendono dati ufficiali su danni e vittime, la macchina della difesa ha confermato di aver intercettato gran parte degli ordigni.
Questi attacchi mostrano come il conflitto rimanga altamente violento e anche la capacità di colpire a distanza con mezzi tecnologici moderni, senza avvicinare troppo le truppe. La resistenza ucraina si basa, oltre che sulla difesa diretta, sulla tempestività delle risposte degli operatori e sulla prontezza dei sistemi di intercettazione missilistica.
L’intensità del conflitto e le risposte della difesa ucraina
La quantità e qualità delle armi impiegate dai russi durante l’attacco evidenzia un’escalation notevole nelle modalità di offensiva. L’esercito ucraino, che sostiene da anni questo confronto armato, ha messo in campo i suoi sistemi anti-missile e anti-drone più sofisticati per limitare i danni. Le intercettazioni hanno consentito di abbattere la maggior parte degli ordigni, scenario che riflette la pressione continua su entrambe le parti.
Il lavoro dei radar, dei sistemi di rilevamento e della contraerea ha permesso di neutralizzare droni o missili prima che raggiungessero obiettivi sensibili, ma l’alto numero di ordigni testimonia quanto il conflitto sul campo resti complesso e pericoloso. I dati di abbattimento forniti dall’aeronautica ucraina indicano anche difficoltà nell’identificare il destino di centinaia di droni, che restano fuori dai radar e possono ancora rappresentare una minaccia.
L’intensità di questo nuovo raid ricorda quanto sia fragile la situazione sul terreno e la necessità di mantenere alta la vigilanza, con continue azioni di monitoraggio e difesa da parte delle forze ucraine, per evitare che gli attacchi possano causare danni maggiori a infrastrutture e popolazione civile.