nuovo allestimento dell'Attila di Verdi debutta al teatro la fenice con regia di Leo Muscato

nuovo allestimento dell’Attila di Verdi debutta al teatro la fenice con regia di Leo Muscato

Il teatro La Fenice di Venezia presenta Attila di Verdi con la regia di Leo Muscato, un allestimento cupo e realistico che entra nel repertorio stabile dal maggio 2025 con un cast lirico d’eccellenza.
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Il capolavoro verdiano *Attila* torna al Teatro La Fenice di Venezia con una nuova produzione diretta da Leo Muscato, in programma a maggio 2025 e inserita nel repertorio stabile del teatro, con un cast di rilievo e un'interpretazione drammatica e cupa. - Gaeta.it

Uno dei capolavori verdiani torna al teatro la fenice di Venezia con una nuova produzione firmata dal regista Leo Muscato. Il debutto di questo allestimento è previsto per maggio 2025 e presenta un cast di canto affidato a interpreti noti del panorama lirico attuale. L’opera entra nel repertorio stabile del teatro, segnando una proposta più duratura rispetto alle stagioni precedenti.

Concezione artistica e interpretativa di leo muscato

Il regista ha descritto l’opera come una rappresentazione di un mondo che crolla, privo di eroi positivi e redenzione. Nel suo sguardo, Attila è immerso in un caos che occupa tutto lo spazio drammatico e sonoro. La musica, caratterizzata da tonalità minori e sonorità torbide, amplifica questa sensazione di oppressione.

I personaggi, inclusi quelli “civili”, sono lenti in un intreccio di tradimenti e corruzione. Non c’è alcuna illusione di stabilità, poiché anche il quadro politico e morale si mostra frantumato. L’opera inizia e si chiude nel disordine insistendo su questa percezione senza risparmiarsi su momenti di quiete apparente.

Muscato ha scelto di evitare ogni tentativo di mitizzare i protagonisti, preferendo un ritratto più realistico e cupo, coerente con la scrittura musicale di Verdi che non concede sollievo attraverso spazi luminosi o parole concilianti. Così la messa in scena punta a trasmettere un senso di irreversibile decadenza.

Dettagli sulla produzione e sul cast coinvolto

La regia di Leo Muscato presenta una lettura drammatica incentrata sulla fine di un’epoca piuttosto che sulla nascita di qualcosa di nuovo, una chiave interpretativa che si riflette sia nella messa in scena sia nella musica. Federica Parolini cura le scene, mentre i costumi sono realizzati da Silvia Aymonino, noti per il loro senso estetico attento al contesto storico e emotivo. Il light design di Alessandro Verazzi contribuisce a creare atmosfere dense e opprimenti, in linea con la drammaturgia.

Musicalmente l’interpretazione è affidata a Sebastiano Rolli, direttore emergente nel repertorio verdiano. Il cast vocale include il basso Michele Pertusi nel ruolo del titolo, mentre il baritono Vladimir Stoyanov interpreta il generale romano Ezio. Al soprano Anastasia Bartoli spetta la parte di Odabella e il tenore Antonio Poli veste i panni di Foresto. Completano il cast il tenore Andrea Schifaudo come Uldino e il basso Francesco Milanese nel ruolo di Leone. Il coro è preparato da Alfonso Caiani, che contribuisce all’equilibrio sonoro di questa produzione.

Date e programmazione al teatro la fenice

Il nuovo allestimento di Attila è inserito nel programma della stagione lirica e balletto 2024-2025 del teatro la fenice di Venezia, con cinque rappresentazioni previste nelle giornate del 16, 18, 20, 22 e 24 maggio 2025. Questa collocazione temporale consente di assegnare all’opera un posto stabile nella programmazione del teatro, che offre così al pubblico la possibilità di assistere a una produzione curata e ripetuta.

La scelta di rendere questo Attila parte del repertorio stabile indica un investimento del teatro su questa particolare opera e sulla compagnia coinvolta, fiduciosi nella risposta del pubblico e nella qualità artistica dell’insieme. Ogni serata si annuncia densa di tensione drammatica e intensità musicale.

Il teatro la fenice conserva così una tradizione importante nella musica lirica italiana mentre propone un capolavoro come Attila in una veste che intende mostrare la durezza storica e culturale dell’opera con rigore e passione artistica.

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