L’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, la 26enne uccisa nel 2007 a Garlasco, ha riaperto scenari con nuovi sviluppi. Dopo anni di silenzio, emergono nuovamente nomi e figure già presenti nelle vecchie indagini, legate alla comitiva che frequentava la casa della vittima. Le recenti perquisizioni e sequestri disposti dalla procura di Pavia coinvolgono diversi amici storici di Andrea Sempio, l’indagato più recente nel caso. L’attenzione degli inquirenti sembra concentrarsi su elementi e testimonianze che possano offrire nuovi spunti sulla dinamica dell’omicidio avvenuto quasi 18 anni fa.
I protagonisti della comitiva e il loro legame con la vittima
Tra le figure tornate in rilievo ci sono Mattia Capra e Roberto Freddi, amici di lunga data di Andrea Sempio. Entrambi, all’epoca dei fatti, erano poco più che maggiorenni e frequentavano la villetta di via Pascoli a Garlasco dove abitava Chiara. Pur stando insieme ai fratelli Poggi e a Sempio principalmente per giochi e attività alla stanza della vittima, venivano considerati parte di quella “comitiva” che passava il tempo nella casa anche durante i weekend.
I verbali raccolti nel 2008 riportano racconti di chi frequentava l’abitazione, con dettagli come i mezzi usati dagli amici per raggiungere la casa. Freddi usava una bici da donna appartenente alla madre, mentre Capra arrivava con la mountain bike, spesso insieme a Marco Poggi e allo stesso Sempio. Anche se non avevano legami stretti con Chiara, conoscevano la vittima e la frequentazione era sporadica.
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Nei fascicoli dell’epoca, Mattia e Roberto avevano dichiarato di essere rimasti in paese la mattina dell’omicidio e poco prima delle 10, ma l’analisi delle celle telefoniche sembrerebbe contraddire tale ricostruzione. Questo dettaglio potrebbe riguardare la volontà della procura di valutare il loro possibile ruolo o il valore delle informazioni in loro possesso per il prosieguo delle indagini su Sempio.
La telefonata di andrea sempio a mattia capra la mattina dell’omicidio
Documenti dell’inchiesta indicano che alle 9.58 del 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio, Andrea Sempio chiamò Mattia Capra. La telefonata durò circa un secondo, probabilmente perché Capra non rispose. Successivamente Sempio avrebbe spostato la sua auto verso Vigevano, sostenendo di andare in una libreria. Di ritorno a Garlasco, avrebbe ricevuto altri contatti dai suoi amici, tra cui un messaggio di Capra alle 11.10.
Questi spostamenti e i contatti telefonici hanno suscitato interesse perché mettono in discussione la versione fornita da Sempio stessa agli inquirenti, che rimane al centro delle valutazioni della procura. Dalle stesse indagini sono emersi campioni biologici di Capra e altri soggetti coinvolti, che hanno partecipato alle nuove consulenze sul Dna relative all’inchiesta. Questi elementi servono a verificare possibili corrispondenze con le tracce trovate sulla scena del crimine o con altri dati genetici.
La presenza di stefania cappa tra nuove testimonianze e ricordi confusi
Un nome che torna a circolare è quello di Stefania Cappa, una delle gemelle cugine di Chiara Poggi, che all’epoca aveva poco più di vent’anni. La loro posizione era già stata considerata in passato dagli investigatori, ma non risultavano indagate. Stefania, oggi avvocata, e la sorella Paola, food blogger all’estero, erano finite al centro dell’attenzione mediatica per un fotomontaggio che le ritraeva insieme a Chiara davanti alla villa dei Poggi, un’immagine poi riconosciuta come falsa.
Recenti testimonianze, vecchie e nuove, collocano Stefania vicino alla casa di Garlasco proprio nelle ore dell’omicidio, con un oggetto pesante in mano, oltre che nei dintorni di un canale a Tromello, vicino alla casa della nonna, luogo dove sono stati eseguiti nuovi sopralluoghi per cercare l’arma del delitto. Queste versioni contrastano però con dichiarazioni precedenti e con l’alibi fornito dalla stessa Cappa che ha detto di aver passato la mattina a studiare. Tentativi passati della difesa di mettere in discussione la sua versione non hanno avuto riscontro.
Il ritorno sulla scena degli attori coinvolti e la nuova fase delle indagini
Dopo anni di silenzio e molte delle persone coinvolte tornate nell’anonimato, il nuovo blitz dei carabinieri ha riacceso i riflettori. Le perquisizioni hanno riguardato non solo i diretti interessati ma anche persone “terze”, non formalmente indagate, per recuperare telefoni, dispositivi e documenti potenzialmente utili. Queste azioni evidenziano come la procura voglia esplorare ogni possibile pista e rivedere le vecchie certezze alla luce di nuovi elementi tecnologici e investigativi.
Le tensioni tra le persone coinvolte, le ombre che hanno pesato in passato e le incongruenze emerse mettono in evidenza la complessità del caso e la difficoltà di ricostruire con certezza eventi che si sono svolti quasi due decenni fa. Il procedimento si muove quindi su un terreno dove i ricordi si mescolano alle prove scientifiche, in attesa che nuove rivelazioni possano arrivare.