Gergovia, celebre per la battaglia del 52 a.C. in cui Vercingetorige fermò Giulio Cesare, continua a restituire segreti sul suo sviluppo e la sua romanizzazione. Recenti indagini archeologiche, condotte tra il 2022 e il 2025, stanno modificando la percezione storica di questa antica città gallica, rivelandone trasformazioni strutturali e sociali avvenute nel passaggio dal dominio gallico a quello romano.
Una battaglia storica e il suo impatto sulla città di gergovia
Nel 52 a.C., Gergovia divenne teatro di uno dei pochi passi falsi subiti da Giulio Cesare nelle guerre galliche. La città, roccaforte degli Arverni guidati da Vercingetorige, resistette con successo all’assedio romano con una difesa organizzata e ben strutturata. Quel momento segnò un episodio da ricordare nella storia europea, rappresentando una battuta d’arresto militare per Cesare poco prima della conclusione della campagna.
Per lungo tempo, non si è avuto chiaro come fossero articolate le difese della città, né quali strutture concretamente rendessero possibile questa resistenza. Le fonti antiche sono limitate e, fino a poco tempo fa, gli studi archeologici avevano avuto scarso approfondimento su questo aspetto. La battaglia ha sempre dominato l’immaginario storico, a scapito di conoscere l’assetto urbanistico e militare che garantiva a gergovia la sua solidità.
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Le nuove ricerche archeologiche e le tecniche impiegate
Tra il 2022 e il 2025 l’Inrap insieme alla Maison des Sciences de l’Homme di Clermont-Ferrand ha condotto una vasta campagna di scavi nel quartiere artigiano di gergovia. Qui si sono serviti di rilievi geofisici, fotogrammetria e lidar per mappare il sottosuolo con precisione prima di procedere agli scavi. Questi strumenti hanno permesso di identificare strutture sepolte senza interventi invasivi immediati, aumentando l’efficacia delle indagini.
Parallelamente, gli studiosi hanno incrociato i dati archeologici con documenti e archivi storici conservati in diversi paesi europei. Questo lavoro integrato ha aperto una nuova finestra sulla vita cittadina, dall’ultimo periodo gallico fino all’era augustea. Si sono così rinvenuti muri di epoche diverse, recapiti di legno carbonizzati, pavimenti quasi intatti, insieme a ceramiche italiche, anfore per vino e tavolette per la scrittura.
Questi elementi indicano all’interno della città un ambiente abitato da figure con legami culturali e commerciali con Roma, segnalando un tessuto urbano in trasformazione, dai tratti ancora gallici a quelli romanizzati.
La scoperta del muro a secco di matrice ellenistica e la sua sostituzione
Una delle scoperte più rilevanti risiede in un muro a secco alto più di un metro, realizzato con una tecnica innovativa per quella regione, che richiama forme di architettura tipiche del mondo ellenistico. Non si tratta delle consuete fortificazioni galliche, ma di una struttura che testimonia scambi culturali più ampi e influenze mediterranee.
Questo muro venne demolito intenzionalmente per far spazio a un edificio romano, caratterizzato da materiali come malta e tegole. La nuova costruzione, pur adottando tecniche edilizie romane, mantenne la stessa posizione strategica del muro precedente. Questo indica che le élite locali, ormai integrate nel sistema romano, continuarono a valorizzare la posizione difensiva, aggiornandola con metodi e stili architettonici d’avanguardia per il tempo.
“Questa continuità di utilizzo e la scelta di trasformazione del sito confermano una transizione attiva e mirata da una fortezza gallica a un insediamento urbano romanizzato.”
La persistenza di gergovia come centro urbano e la valorizzazione del patrimonio archeologico
Il lavoro svolto ha mostrato che gergovia non si estinse dopo la battaglia contro Cesare, come si ipotizzava in precedenza, ma proseguì la sua vita sotto l’Impero romano. La città conobbe un’intensa attività edilizia e un controllo del territorio organizzato da ville rurali collegate alla realtà urbana.
L’archeologia recente ha ripreso anche gli scavi storici iniziati fin dal XVIII secolo, utilizzando diari, fotografie e documentazioni antecedenti per ricostruire la storia delle ricerche in loco. Questo approccio ha restituito la memoria delle indagini passate, spesso incomplete o poco sistematiche, consolidando una visione integrata che unisce scavo contemporaneo e storia della disciplina.
La pubblicazione dei risultati completi è attesa nel 2026 e promette di mutare la lettura di gergovia: da sito di resistenza a nodo di intreccio culturale e urbanistico fra mondo gallico e romano. Il processo di adattamento della città riflette l’evoluzione delle comunità locali alle realtà politiche e sociali del tempo, testimonianza di continuità e cambiamento nel cuore della Gallia antica.