Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, torna sotto i riflettori dopo il ritrovamento di diversi oggetti nel canale di Tromello. Queste nuove scoperte hanno acceso l’interesse degli inquirenti, spingendo la procura di Pavia a effettuare nuovi accertamenti. Gli strumenti recuperati potrebbero avere un ruolo cruciale per chiarire alcuni aspetti ancora oscuri dell’indagine, aperta da oltre 17 anni. I pezzi di questa vicenda sembrano dunque muoversi in modo inaspettato, con una nuova pista emersa grazie a una testimonianza ritenuta importante.
Il recupero degli attrezzi nel canale di tromello: cosa è stato trovato e perché conta
Il 14 maggio 2025 i carabinieri hanno effettuato un sopralluogo nel canale di Tromello, una zona vicina alla casa di famiglia di Chiara Poggi. Qui sono stati sequestrati diversi strumenti che, secondo fonti investigative, potrebbero essere collegati all’omicidio. Tra gli oggetti ci sono la testa di una mazzetta da muratore, una pinza da camino e due lame di asce da boscaiolo, una di queste ancora con un frammento del manico in legno. Questi attrezzi attirano l’attenzione, perché potrebbero corrispondere alle lesioni riscontrate sul corpo di Chiara.
Le perizie medico-legali e le armi del delitto
Nel corso della prima indagine, mai si era riusciti a definire con esattezza quale arma avesse colpito la vittima. Le perizie medico-legali suggerirono la possibile presenza di due strumenti diversi, utilizzati in momenti separati. La procura di Pavia, guidata dal procuratore Fabio Napoleone, ha sottolineato che il ritrovamento resta un elemento di interesse, anche se non è il fulcro dell’attuale inchiesta. Verranno comunque eseguiti accertamenti tecnici per valutare se esista un nesso concreto tra questi attrezzi e le ferite inferte a Chiara Poggi. Questa verifica aiuterà a capire se si tratta solo di indizi secondari o di prove rilevanti per smuovere la vicenda, che tiene ancora il paese in attesa di risposte.
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La testimonianza del supertestimone gianni bruscagin e il legame con il sopralluogo
A dare impulso al nuovo capitolo investigativo è stata una testimonianza riemersa solo di recente e divenuta pubblica nel 2024. Gianni Bruscagin, considerato un supertestimone, ha raccontato di aver appreso da una persona ormai deceduta informazioni decisive. Nella mattina dell’assassinio, Stefania Cappa, cugina di Chiara Poggi, secondo Bruscagin fu vista arrivare alla casa di Tromello del fratello, portando una borsa molto pesante. Poco dopo, venne udito un tonfo nell’acqua del canale dietro l’abitazione.
Bruscagin dichiarò di aver riferito questa versione anni fa all’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, che però non le diede seguito, considerando l’attenzione degli inquirenti concentrata su Alberto Stasi, fidanzato di Chiara all’epoca. Solo un recente rilancio mediatico ha fatto tornare questa testimonianza al centro dell’attenzione, spingendo gli inquirenti a effettuare il sopralluogo nel canale. Va sottolineato che gli oggetti recuperati non sono stati trovati direttamente durante l’ispezione, bensì consegnati ai carabinieri da un muratore egiziano residente nella zona, un dettaglio che aggiunge un ulteriore livello alla vicenda.
Il ritrovamento anticipato degli attrezzi e le implicazioni per l’indagine
L’uomo che ha consegnato gli strumenti ha raccontato di averli trovati nel 2018, durante una pulizia del canale alle spalle dell’abitazione della famiglia Poggi. Quegli attrezzi erano stati conservati in un deposito fin da allora e sono stati messi a disposizione degli investigatori solo ora, non conoscendo nulla della testimonianza di Bruscagin che sarebbe emersa più tardi. Questo dettaglio, secondo gli inquirenti, rafforza la plausibilità della vicenda, escludendo che i reperti siano stati inseriti nel canale per tentare di depistare le indagini.
Sviluppi e appuntamenti futuri
Il nodo da sciogliere è capire se quella borsa pesante vista arrivare e il lancio di oggetti nel canale rappresentino un collegamento diretto con l’omicidio di Chiara Poggi. La procura e il nucleo investigativo dei carabinieri di Milano mantengono il massimo riserbo su sviluppi e dettagli. L’udienza di incidente probatorio, programmata per il 4 luglio, sarà una tappa importante per fare chiarezza su quanto emerso fino a oggi. Le indiscrezioni parlano di nuovi elementi raccolti dagli inquirenti, ben più consistenti di quanto reso noto all’opinione pubblica.
L’indagine, quindi, si riapre su basi inaspettate, con la possibile revisione di scenari e dinamiche ritenute escluse fino a ora. Restano da accertare le responsabilità specifiche, soprattutto in relazione a Andrea Sempio, attualmente indagato per l’omicidio. Nel complesso, la vicenda continua a muoversi tra vecchie piste e nuovi indizi, in attesa di conferme o smentite decisive.