La città di napoli si prepara ad accogliere due nuovi campi boe lungo il lungomare partenope, destinati a offrire circa 200 posti barca. Questa iniziativa mira a rispondere all’aumento della domanda di ormeggi regolamentati e a contrastare le soste abusivi, che in passato hanno creato criticità nel traffico nautico cittadino. L’iter per l’assegnazione delle concessioni è stato avviato dall’autorità portuale, con l’obiettivo di concluderlo nel breve periodo e rendere operativi gli ormeggi entro la fine di settembre.
Dove saranno collocati i nuovi campi boe e le dimensioni previste
Il primo campo boe coprirà una superficie di 25.650 metri quadrati e sorgerà tra il consolato statunitense e il pontile saint-tropez, quest’ultimo già affidato in concessione alla società lady hawke per un progetto di riqualificazione ancora ferma. Quest’area, centrale e facilmente accessibile, rappresenta un punto strategico per ospitare numerose imbarcazioni senza invadere ulteriormente lo spazio marino urbano.
Dettaglio secondo campo boe
Il secondo campo boe interesserà una zona di 28.865 metri quadrati posta di fronte alla rotonda nazario sauro, un punto noto della costa napoletana molto frequentato da diportisti e turisti. Entrambe le aree sono state selezionate con attenzione per permettere la concentrazione di imbarcazioni in spazi dedicati, evitando così ormeggi incontrollati che fino ad ora hanno disturbato sia la viabilità marittima sia la qualità del waterfront.
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L’iter amministrativo tra tavoli tecnici e nulla osta
La proposta ha seguito un percorso di valutazione articolato. In particolare, un tavolo tecnico convocato dalla prefettura ha discusso il progetto con la partecipazione dell’autorità portuale e del comune di napoli. L’obiettivo era fornire un quadro completo su vantaggi e criticità legati alla realizzazione dei nuovi ormeggi.
Sono arrivati i nulla osta dalla soprintendenza e dalla commissione locale per il paesaggio, che hanno esaminato l’impatto visivo e ambientale degli interventi. Questo passaggio era fondamentale per rispettare le normative e salvaguardare il pregio paesaggistico della zona. L’attenzione alle autorizzazioni ha creato i presupposti per procedere con la gara pubblica per le concessioni in tempi rapidi.
Manifestazioni di dissenso
Non sono mancate le reazioni critiche da parte di associazioni ambientaliste locali. Tramite una petizione su change.org, diversi gruppi hanno denunciato il rischio di inquinamento e degrado del paesaggio marino e costiero. Hanno espresso timori riguardo alla trasformazione di un tratto di costa noto per la sua bellezza e per gli spazi di socialità in una zona congestionata da natanti e strutture tecniche.
I firmatari sostengono che “l’introduzione di nuovi approdi potrebbe alterare l’equilibrio ambientale, compromettendo l’esperienza di chi frequenta il lungomare partenope per motivi ricreativi o turistici.” Il dibattito su questo punto rimane acceso, con richieste di approfondimenti e controlli severi sugli impatti indiretti sull’ecosistema marino.
Vantaggi previsti e possibili criticità per la navigazione e l’ambiente
I principali vantaggi del progetto riguardano l’aumento dei posti barca ufficiali, che dovrebbe facilitare la gestione del traffico nautico e ridurre il fenomeno degli attracchi abusivi, fonte di disturbo e rischio per la sicurezza. Una maggiore regolamentazione può migliorare la vivibilità dell’area e favorire un utilizzo più ordinato degli spazi marittimi.
Dall’altro lato, permangono dubbi sulla pressione ambientale esercitata da un maggior numero di imbarcazioni nelle acque antistanti napoli e sulla possibile congestione della linea costiera. Le autorità portuali assicurano il rispetto dei vincoli paesaggistici e ambientali, ma la sfida rimane trovare un’efficace mediazione tra promozione turistica, economia locale e tutela delle risorse marine.
L’assegnazione delle concessioni segnerà la fase decisiva del progetto, con numerose società interessate a gestire questi spazi. Il mare di napoli resta al centro delle attenzioni, tra necessità di sviluppo e tutela di un patrimonio unico.