L’ultima indagine sulla morte avvenuta nella villetta si concentra su nuove prove, in particolare un’impronta sul tappeto del bagno e una macchia di sangue sulla porta interna. Questi elementi, mai chiariti prima, potrebbero cambiare la ricostruzione dei fatti e offrire uno sguardo diverso sui movimenti dell’assassino all’interno dell’abitazione.
Analisi delle impronte trovate sul tappeto del bagno
L’impronta ritrovata sul tappeto del bagno rappresenta un elemento cruciale nella nuova fase dell’inchiesta. Finora non era stata attribuita in modo certo a nessuno, e questo ha lasciato aperte varie ipotesi riguardo alla presenza o all’identità di chi si trovava nella stanza al momento del delitto. La posizione dell’impronta non è casuale: si trova in un’area dove l’assassino avrebbe avuto tempo e libertà di movimento, segno di una familiarità con gli spazi interni della villetta. La natura dell’impronta sarà sottoposta a ulteriori accertamenti per identificare se si tratta di una traccia umana e, eventualmente, stabilire un confronto con i sospettati.
Difficoltà nell’analisi del tappeto
Il tappeto stesso, materiale poroso e difficile da analizzare con certezza, aveva finora complicato una presa decisa sulle prove. Ma la riscoperta indica che la scena potrebbe contenere dettagli trascurati che aiutano a confermare o smentire versioni precedenti. Gli inquirenti di Milano, dove si trova la villetta oggetto dell’indagine, si concentrano sulla possibilità che l’impronta suggerisca un passaggio lento o calmo dell’assassino, non un’azione frenetica.
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La macchia di sangue sulla porta interna e cosa suggerisce
Il secondo elemento, la macchia di sangue trovata sulla porta interna della villetta, non era mai stata spiegata chiaramente. Lo stato della macchia e la sua collocazione, tra stanze contigue, indirizzano verso un momento preciso degli eventi, forse la fase finale del delitto. La presenza di sangue indica un contatto ravvicinato con la porta, motivo per cui si ipotizza che l’assassino si sia fermato o abbia maneggiato quella superficie durante o subito dopo l’aggressione.
Gli esami ematici sono in corso per definirne la natura e legare il sangue eventualmente alla vittima o all’aggressore. I risultati di questi accertamenti potrebbero riscrivere la sequenza temporale degli spostamenti dentro la casa, mettendo in evidenza una pausa o uno spostamento inconsueto nella dinamica già conosciuta. Non a caso, all’interno dell’inchiesta si valuta seriamente l’idea che l’assassino abbia avuto tempo e tranquillità di muoversi anche dopo l’aggressione.
Ricostruzione dei movimenti dell’assassino all’interno della villetta
La nuova ricostruzione punta a delineare un assassino che conosce molto bene la villetta. Le tracce emerse lasciano pensare a una persona sicura dei propri spostamenti, capace di agire con calma e senza affanni. Non è un intruso qualsiasi arrivato di fretta e spaventato, ma qualcuno che si è mosso con determinazione, forse con l’intenzione di nascondere o recuperare qualcosa.
Comportamento dell’assassino e implicazioni
Uno dei dettagli più sorprendentemente rilevanti è l’ipotesi che l’assassino si sia fermato davanti allo specchio del bagno durante la sua presenza in casa. Quel gesto, se confermato, avrebbe implicazioni sul suo stato d’animo o forse sul suo piano, mostrando un comportamento più complesso di un semplice atto violento. L’assenza di fretta e l’azione riflessiva cambiano la prospettiva sull’intera vicenda.
Gli inquirenti stanno lavorando per verificare i percorsi possibili e incrociare i dati raccolti con testimonianze e altri elementi della scena del crimine. Questo approccio potrebbe portare a nuove piste investigative e spingere a rivedere le accuse o i sospetti già formulati. La villetta si conferma teatro di un evento drammatico con dettagli ancora da chiarire del tutto.