Nuove strategie per rilanciare l’economia e la vita sociale nelle aree montane del friuli venezia giulia

Nuove strategie per rilanciare l’economia e la vita sociale nelle aree montane del friuli venezia giulia

Il Partito democratico regionale del Friuli Venezia Giulia promuove strategie per contrastare lo spopolamento e rilanciare economia, lavoro e servizi nelle aree interne e montane attraverso sviluppo sostenibile e fiscalità di vantaggio.
Nuove Strategie Per Rilanciare Nuove Strategie Per Rilanciare
Il convegno del Partito Democratico del Friuli Venezia Giulia ha rilanciato l'attenzione sulle aree interne e montane, evidenziando la necessità di strategie strutturali per contrastare spopolamento, crisi economica e sociale, puntando su sviluppo sostenibile, formazione e incentivi fiscali. - Gaeta.it

L’attenzione verso le aree interne e montane del Friuli Venezia Giulia è tornata al centro del dibattito politico e sociale con un convegno organizzato dal Partito democratico regionale. L’incontro ha coinvolto amministratori locali, rappresentanti delle categorie economiche e sindacati. L’obiettivo è costruire un futuro sostenibile per territori che stanno affrontando una crisi demografica e produttiva. La discussione ha sottolineato la necessità di approcci nuovi, capaci di evitare l’abbandono e stimolare il ritorno di chi ha lasciato queste zone.

Il contesto demografico e sociale delle aree montane friulane

Le zone montane del Friuli Venezia Giulia comprendono oltre un terzo dei Comuni della regione. Questi territori stanno vivendo una profonda crisi causata dall’emigrazione, dall’invecchiamento della popolazione e dalla chiusura di attività. Non basta più intervenire con misure temporanee o iniezioni di fondi sparse. La segretaria regionale Pd Caterina Conti ha ribadito che servono cambiamenti strutturali e una visione chiara, per fermare la perdita progressiva di comunità e attività produttive. Questi territori richiedono un piano di sviluppo che raccolga bisogni reali, includa la valorizzazione delle risorse locali e interrompa il ciclo dello spopolamento.

La perdita di servizi essenziali toglie attrattività alle zone montane. Questo provoca un circolo vizioso: chi va via riduce la domanda locale, spingendo le imprese a chiudere, e chi resta si trova davanti a crescenti difficoltà sociali ed economiche. Salvare queste comunità significa quindi innanzitutto garantire una base economica stabile, ma anche offrire condizioni di vita adeguate per famiglie e giovani.

Il panel economia e lavoro: sfide dal territorio

Il convegno ha dedicato un focus al tema economia e lavoro. Sono intervenuti rappresentanti del mondo imprenditoriale e sindacale: Gabriele Bano del Carnia Industrial park, Nicola Giarle di Confartigianato, Andrea Scardaci di Confcommercio e Massimo Minen della FeNEAL-Uil. Tutti hanno posto l’accento sulla necessità di sviluppare professionalità e competenze specifiche per le realtà montane, che troppo spesso rimangono tagliate fuori dai processi innovativi.

L’approccio tradizionale al lavoro in queste aree andrebbe aggiornato, tenendo conto delle nuove esigenze di mercato e delle potenzialità del territorio. Il concetto di “etica del territorio” è stato richiamato per sottolineare l’importanza di lavorare e produrre senza danneggiare l’ambiente naturale, tutelando al contempo la comunità locale. Il messaggio comune è chiaro: la chiusura delle attività economiche corrisponde alla chiusura dei territori stessi.

Una elementare premessa riguarda la capacità di attrarre investimenti. Il panel ha indicato la fiscalità di vantaggio come uno strumento fondamentale per incoraggiare nuovi progetti e facilitare chi già opera sul territorio. La riduzione della pressione fiscale potrebbe così diventare un incentivo per imprese e lavoratori a restare e creare sviluppo.

Prospettive di sviluppo e scelte strategiche per le aree interne

L’impegno del Partito democratico regionale e dei vari interlocutori ha evidenziato la complessità dell’argomento. Si tratta di combinare la necessità di crescita economica con la salvaguardia ambientale e la coesione sociale. Nel lungo termine, occorrerà sostenere nuovi modelli di lavoro, puntare sulla formazione e migliorare infrastrutture, come trasporti e connessioni digitali.

Le politiche rivolte alle aree montane devono essere costruite ascoltando chi vive quei territori, evitando soluzioni standardizzate o imposte dall’esterno. Solo così si potrà invertire il declino demografico e produttivo con interventi calibrati sulle specificità locali.

Un caso da osservare con attenzione

L’esperienza maturata nel Friuli Venezia Giulia può rappresentare un caso da osservare con attenzione. Se riuscirà a riorganizzare le proprie risorse puntando su un’economia inclusiva e sul valore del territorio, diventerà un esempio per altre regioni con problemi simili. Le azioni concrete, dalle politiche fiscali alle opportunità formative, saranno fondamentali a breve termine per stabilizzare queste comunità montane e creare nuove occasioni per i residenti e per chi vuole tornare o arrivare.

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