Il dibattito sul verde urbano è tornato al centro dell’attenzione durante l’evento organizzato da Confagricoltura, Assoverde e Képos con il supporto del Crea. Sono state presentate proposte precise per migliorare la gestione delle aree verdi nelle città, coinvolgendo amministrazioni locali e governo. Tra queste, l’obbligatorietà di un Piano del Verde cittadino e l’istituzione di un fondo nazionale dedicato a progetti per conoscere, sviluppare e gestire il patrimonio vegetale urbano. Il documento che raccoglie queste idee è il “Libro Bianco del Verde”, arrivato alla quarta edizione, che contiene contributi di oltre cento esperti, tra scienziati, amministratori e tecnici. Il fine è promuovere spazi più sani, sociali e capaci di rispondere agli effetti dei cambiamenti climatici.
Fondi e investimenti per un verde urbano più efficiente
Tra le dieci azioni proposte nel Libro Bianco, la creazione di un fondo nazionale si distingue per il suo impatto concreto. Questo fondo dovrebbe sostenere progetti studiati per migliorare la conoscenza e la gestione del verde urbano, con particolare attenzione alle formazioni vegetali. Il finanziamento faciliterebbe iniziative scientifiche, interventi nel territorio e progetti pilota di riqualificazione.
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti ha sottolineato come il verde urbano sia un elemento fondamentale per la riqualificazione delle città. Ha ricordato il ruolo centrale che può avere l’attività agricola, specie quella periurbana, nel riaccendere le funzioni ecologiche e sociali degli spazi verdi. Giansanti ha anche rilevato l’importanza della sinergia con il Crea, che grazie alla ricerca applicata fornisce tecnologie e metodi all’avanguardia per supportare le imprese impegnate nel settore.
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Anche la necessità di inserire con maggiore precisione gli investimenti per il verde urbano nelle politiche regionali di prevenzione sanitaria e sociale è stata evidenziata. Integrare la gestione del verde in questi ambiti può aiutare a migliorare la salute pubblica e rafforzare la coesione sociale nelle aree urbane.
Il piano del verde obbligatorio e gestione digitale
L’idea centrale, emersa con forza nelle discussioni, è quella di imporre alle città un Piano del Verde obbligatorio. Questo documento deve diventare lo strumento di riferimento per pianificare, tutelare e incrementare le aree verdi urbane. La sua importanza si lega anche alla necessità di aggiornare la gestione del verde, entrando nel mondo digitale. Attraverso piattaforme digitali sarà possibile monitorare lo stato delle piante, gestire gli interventi e migliorare la comunicazione con i cittadini, aumentandone l’accesso e la fruizione degli spazi verdi.
L’attivazione di strumenti informatici semplifica anche la raccolta dati, rendendo più veloci interventi mirati e prevenendo eventuali rischi legati a malattie delle piante o dissesti ambientali. Questa connessione tra verde e tecnologia è vista come una risposta concreta alla crescente domanda di trasparenza e partecipazione da parte dei cittadini. Inoltre, il piano dovrà favorire la continuità ecologica, permettendo di creare corridoi verdi funzionali alla biodiversità e alla qualità della vita nelle città.
Il ruolo del crea e proposte normative per la qualità del verde
Il Crea ha ribadito il proprio impegno nel lavorare a stretto contatto con amministrazioni e settore privato, mettendo a disposizione competenze scientifiche e dati concreti. Il presidente Andrea Rocchi ha spiegato che le soluzioni devono nascere da una ricerca applicata, capace di valorizzare le risorse esistenti e favorire la rinascita delle aree verdi più degradate.
Il Libro Bianco chiede al legislatore di aggiornare le normative nazionali, introducendo indicatori misurabili per valutare la qualità e il funzionamento degli spazi verdi urbani. Questi dati sarebbero utili per monitorare i risultati degli investimenti e orientare nuove politiche. L’obiettivo dichiarato è far sì che la natura venga inserita come elemento centrale nella progettazione delle città, portando benefici concreti a salute e socialità.
L’urgenza di regole vincolanti per il verde urbano
Rosi Sgaravatti, presidente di Assoverde, ha sottolineato l’urgenza di tradurre queste riflessioni in regole vincolanti. La pianificazione e gestione delle infrastrutture verdi richiedono un quadro legislativo chiaro, che consenta di valorizzare le esperienze di successo e diffondere buone pratiche. Solo con progettazioni precise sarà possibile sviluppare città più resilienti agli effetti del cambiamento climatico.
Le proposte contenute nel Libro Bianco testimoniano un lavoro collettivo, che unisce vari ambiti disciplinari. Le soluzioni pratiche emergono dall’incontro tra chi si occupa di agricoltura urbana, tecnici del verde, ricercatori e rappresentanti delle istituzioni. Il risultato punta a migliorare l’ambiente urbano rendendo le città luoghi più vivibili e capaci di adattarsi alle nuove sfide ambientali.