Lo studio delle antiche tecniche agricole può offrire spunti rilevanti per affrontare i problemi ambientali moderni. Una ricerca internazionale, con il contributo dell’università di milano, ha indagato l’origine e l’evoluzione dei terrazzamenti agricoli dell’appennino settentrionale. In particolare, l’attenzione si è concentrata sulle strutture presenti a vetto d’enza, in provincia di reggio emilia. Questi terrazzamenti non sono semplici ruderi, ma testimoniano adattamenti storici a cambiamenti climatici e demografici anche molto antichi. Ricostruire questi processi aiuta a capire come affrontare l’erosione del suolo e incentivare l’agricoltura di montagna oggi.
L’origine dei terrazzamenti agricoli a vetto d’enza: risalire al medioevo
L’università di milano ha collaborato con il massachusetts institute of technology in uno studio pubblicato sulla rivista scientific reports. I ricercatori si sono concentrati sulle terrazze agricole costruite nella zona di vetto d’enza, risalendo con precisione al periodo storico in cui sono state realizzate. Grazie a moderne tecniche di analisi della luminescenza, hanno potuto determinare la data dell’ultima esposizione alla luce del quarzo presente nel terreno. L’indagine ha mostrato che le prime costruzioni dei terrazzamenti risalgono al IX secolo d.C., confermando come questo modello fosse già in uso in epoche lontane. Nel corso dei secoli, questi sistemi sono stati ampliati e modificati per rispondere alle mutate condizioni ambientali e sociali.
Adattamenti climatici durante il periodo caldo medievale e la piccola età glaciale
I ricercatori hanno osservato come le modifiche ai terrazzamenti fossero legate al variare del clima. Durante il cosiddetto periodo caldo medievale, tra l’XI e il XIV secolo, la crescita delle temperature ha spinto le comunità locali a espandere e ristrutturare queste strutture per sfruttare meglio le terre coltivabili in montagna. Successivamente, con l’arrivo della piccola età glaciale, tra il XV e il XIX secolo, il clima più freddo e umido ha aumentato le difficoltà per l’agricoltura. Lo spostamento verso condizioni meno favorevoli ha imposto interventi di restauro sui muri a secco e i terrapieni, per contrastare l’erosione del suolo e salvaguardare la stabilità dei campi coltivati. Questi interventi testimoniano la capacità delle comunità di gestire il territorio in modo sostenibile, di pari passo con le variazioni climatiche.
Leggi anche:
Il ruolo delle terrazze di vetto oggi per il contrasto all’erosione e l’agricoltura montana
Le terrazze di vetto, molte ormai parzialmente abbandonate, rappresentano un patrimonio storico e ambientale importante per affrontare le sfide attuali. Filippo brandolini, tra i principali autori dello studio, sottolinea come queste strutture illustrino un approccio concreto per modellare il territorio e adattarsi a trasformazioni climatiche, economiche e demografiche. Nell’epoca contemporanea, caratterizzata da cambiamenti climatici rapidi e impatti sempre più evidenti sulle aree montane, il recupero e la valorizzazione di queste tecniche possono supportare la resilienza del suolo e favorire un’agricoltura più sostenibile. Riscoprire questi metodi antichi apre la strada a pratiche alternative che potrebbero aiutare le comunità attuali a limitare l’erosione e a preservare la fertilità delle terre in alta quota.