L’atollo di Aldabra, situato nell’arcipelago delle Seychelles, ha ottenuto un nuovo riconoscimento da parte dell’Unesco, classificandosi tra i siti marini a più alta biodiversità e ricchezza di specie al mondo. Questo luogo remoto continua a catturare l’interesse di scienziati e naturalisti grazie alla sua straordinaria varietà di flora e fauna, custodita in un ambiente protetto e quasi intatto. L’indicazione giunge da uno studio globale promosso dall’Unesco e dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa, che pone Aldabra al secondo posto per diversità biologica marina.
L’atollo di aldabra: caratteristiche geografiche e dinamiche ecologiche
Aldabra è formato da quattro isole principali – Grande Terre, Malabar, Picard e Polymnieli – che si dispongono attorno a una laguna interna. Questa laguna ha un andamento peculiare: si svuota e si riempie due volte ogni giorno a causa delle maree che entrano e escono attraverso quattro canali principali. Questo meccanismo naturale crea un ecosistema dinamico e molto equilibrato, che rappresenta un caso raro al mondo. L’atollo è anche l’emersione più grande di questo tipo sulla Terra con una circonferenza di circa 100 chilometri.
La fauna terrestre è altrettanto straordinaria: Aldabra ospita numerose specie endemiche e una ricchezza di biodiversità unica nel suo genere. La sua distanza dalla civiltà e il divieto di turismo di massa proteggono l’habitat da pressioni esterne. Solo gli scienziati della Seychelles Islands Foundation vivono stabilmente sull’isola per monitorare lo stato di salute del territorio e studiarne l’evoluzione.
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Tutela e accessibilità limitata: un modello di conservazione rigoroso
L’atollo di Aldabra non prevede strutture ricettive. Le visite turistiche sono quindi rarissime e fortemente controllate. Solo poche spedizioni selezionate all’anno possono visitare l’area, nel rispetto di rigide norme ambientali. Tra le attività consentite ci sono esperienze di immersione guidata, soprattutto drift diving, che permette di osservare i fondali marini incontaminati.
La pesca è vietata, perché potrebbe distruggere l’equilibrio del sistema ecologico. Tutto l’atollo, con i suoi ambienti marini e terrestri, resta così un santuario naturale straordinario e raro, che si pone come riferimento mondiale per la conservazione della biodiversità.
Le scoperte scientifiche e il progetto globale sull’eDna
Recentemente gli scienziati impegnati ad Aldabra hanno preso parte a un importante progetto internazionale sulla mappatura della biodiversità attraverso l’eDna, ovvero il dna ambientale. Questa tecnica rivoluzionaria consente di rilevare la presenza di molte specie marine semplicemente analizzando l’acqua del mare e i residui genetici in essa contenuti. L’iniziativa, promossa anche dall’Unesco, punta a creare una fotografia del futuro degli ecosistemi marini protetti, monitorando con precisione cambiamenti e trend in atto.
Il progetto rappresenta un’alleanza di ricerca e tutela che combina dati scientifici con azioni di salvaguardia, per garantire la conservazione di habitat preziosi come quello di Aldabra alle prossime generazioni.
Aldabra, un patrimonio naturale mondiale di valore inestimabile
L’atollo di Aldabra, oltre a essere il più grande atollo emerso al mondo, si gira attorno a un’anima di risorse naturali che resistono quasi inalterate da millenni. Il recente riconoscimento Unesco sottolinea l’importanza globale di questa area, non solo per la quantità di specie marine presenti ma anche per l’integrità del suo ecosistema terrestre.
Progetti come quelli di monitoraggio tramite eDna e le rigide regole per l’accesso contribuiscono a mantenere Aldabra come uno dei luoghi più preziosi per la ricerca scientifica e la salvaguardia ambientale. La sua protezione continua a rappresentare una sfida fondamentale e un esempio per tutto il mondo.