La sindone di torino, il lenzuolo di lino su cui è visibile l’immagine di un uomo, continua a suscitare interrogativi sulla sua origine. Una nuova indagine ha esaminato la formazione di quell’immagine attraverso un modello tridimensionale, confermando l’ipotesi che il telo non ha mai coperto un corpo umano vero, ma è stato posato su una struttura a bassorilievo. La ricerca riapre così il dibattito su uno dei reperti più discussi della storia medievale e della tradizione cristiana.
Il ruolo della simulazione tridimensionale nella ricostruzione dell’immagine
La novità di questa indagine è il ricorso alla simulazione 3d, uno strumento che permette di testare scenari in modo virtuale. L’esperto brasiliano cicero moraes, noto per le sue ricostruzioni facciali di personaggi storici, ha creato due modelli diversi: uno con un lenzuolo posato su un corpo umano e uno con lo stesso lenzuolo posato su una scultura a bassorilievo. In entrambi i casi si è cercato di replicare le condizioni che avrebbero potuto generare l’immagine osservata sulla sindone.
Risultati della simulazione 3d
I risultati della simulazione mostrano che il tessuto appoggiato su una superficie tridimensionale come un bassorilievo genera un’immagine che coincide quasi perfettamente con le fotografie reali della sindone. Al contrario, la posa su un corpo umano produce una figura più distorta e meno definita. Moraes ha suggerito che la matrice usata per creare la sindone potrebbe essere stata realizzata in materiale come legno, pietra o metallo, eventualmente colorata o riscaldata per imprimere il disegno.
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Conferme storiche e contesto delle ipotesi sull’origine della sindone
L’idea che la sindone sia un prodotto medievale non è nuova. Già negli studi scientifici risalenti al 1989 è stata datata a un periodo compreso tra il 1260 e il 1390 dopo Cristo, collocandola così lontano dal tempo di Gesù. L’analisi tridimensionale si inserisce in questo filone di studi, aggiungendo un elemento visivo che sostiene l’ipotesi che il lino non abbia mai avvolto un corpo. L’esperto italiano andrea nicolotti, professore di storia del cristianesimo all’università di torino, sottolinea che queste conclusioni erano già note da tempo e che lo studio di moraes non introduce elementi fondamentalmente nuovi.
Opinioni di andrea nicolotti
Secondo nicolotti, da almeno quattrocento anni gli studiosi convengono sul fatto che la sindone mostra caratteristiche incompatibili con un contatto diretto su un corpo tridimensionale. L’immagine sembra piuttosto il risultato di un processo artistico o artigianale che ha usato tecniche allora disponibili per simulare una figura umana in rilievo. In questo senso, la sindone appare come un manufatto medievale più che una reliquia storica, come da approfondimenti condotti nel tardo medioevo.
Il contributo di cicero moraes e le sue precedenti ricerche
Cicero moraes è un ricercatore specializzato in modelli tridimensionali applicati alla storia. Tra i suoi lavori più recenti c’è la ricostruzione del volto di irhoud, l’homo sapiens più antico conosciuto, vissuto circa 315mila anni fa. Questa esperienza ha supportato l’applicazione di tecnologie 3d in ambiti storici e archeologici.
Nel caso della sindone, moraes ha applicato le stesse metodologie per confrontare l’effetto di un lenzuolo su due tipi di superfici diverse. Lo studio, pubblicato a giugno 2024 sulla rivista archaeology, ha evidenziato una somiglianza maggiore con la superficie in bassorilievo, che produce un’immagine più netta e definita rispetto alla posa sul corpo umano. Moraes ha ipotizzato che, per ottenere effetti di stampa simili, si potessero utilizzare pigmenti o calore applicati specificamente in alcune zone del rilievo.
Contributi scientifici della ricerca
Questa ricerca conferma l’interesse per metodi scientifici che aiutano a ricostruire storie e tecniche artistiche antiche. Anche se non rivoluziona le teorie già esistenti, aggiunge dettagli importanti riguardo le modalità di creazione dell’immagine sacra.
La sindone tra storia, fede e dibattito scientifico
La sindone di torino ha alimentato per secoli discussioni tra studiosi, teologi e appassionati. Sebbene il carbone radioattivo abbia indicato una datazione medievale, la fede popolare la considera ancora una reliquia autentica. Questo contrasto spinge a nuove analisi e ricerche tecniche, come quella effettuata da moraes.
Le scoperte moderne come la simulazione 3d mettono in luce elementi concreti sul metodo artistico o artigianale che potrebbe essere stato usato per creare l’immagine. Questi contributi scientifici aiutano a mantenere vivo il confronto tra disciplina storica e credenze religiose.
Nel corso dei secoli, la sindone è stata studiatata da diverse prospettive, ma resta un manufatto unico per il mistero che genera. Le nuove tecnologie e studi permettono di vedere più chiaramente processi e dettagli prima difficilmente osservabili. La ricerca continua, per quanti volgano lo sguardo a questa testimonianza materiale.